Scoperto un nuovo pianeta extrasolare. Ospita la vita?

Orbita attorno ad una stella che lo scalda senza bruciarlo- proprio come la Terra. Sembra avere una struttura rocciosa– proprio come la Terra. Potrebbe avere acqua allo stato liquido sulla sua superficie- proprio come la Terra. GL667Cc, lontano da noi circa 22 anni luce, potrebbe ospitare la vita– proprio come la Terra…

UN'IMMAGINE IPOTETICA DELLA SUPER-TERRA APPENA SCOPERTA

Ha entusiasmato gli astronomi l’ultimissimo pianeta extrasolare scoperto. “Finora è il miglior candidato tra tutti quelli che abbiamo esaminato ad avere acqua allo stato liquido e forse anche forme di vita come le intendiamo noi“, ha affermato Guillem Anglada-Escudé, ricercatore presso l’Università di Gottingen, in Germania, collaboratore con l’Istituto Carnegie per la Scienza quando il pianeta è stato individuato per la prima volta.

Eppure le premesse non sembravano delle migliori. Quando il team ha puntato la sua attenzione su questa nana bruna di classe M non immaginava  che potesse riservare delle sorprese: appartiene ad un sistema stellare ternario ed è molto diversa dal nostro sole visto che  è piuttosto scarsa di elementi metallici.

Non solo. Lo stesso GJ667Cc (speriamo che presto i ricercatori gli trovino un nome più semplice…) a prima vista aveva un’orbita troppo ravvicinata: percorre il suo tragitto attorno alla stella in soli 28 giorni. Insomma, sembrava davvero troppo vicino per poter avere, sulla sua superficie, temperature compatibili con la vita. Eppure, in questo caso, il pianeta alieno– con una massa pari a  circa 4,5 volte quella della Terra- proprio perchè è così vicino si trova nella cosiddetta “fascia di abitabilità” o “Goldilocks zone” rispetto alla sua stella.

ECCO COME POTREBBE APPARIRE IL SISTEMA STELLARE TERNARIO DI GJ667Cc

Infatti, visto che la nana bruna di classe M è molto debole, emana al ravvicinato  GJ667Cc un calore molto simile a quello che Sole invia sulla Terra: la luce è circa il 90 per cento di quella che riceviamo noi. Ma considerando che è in gran parte all’infrarosso, la superficie del nuovo mondo ne risulta scaldata tanto quanto la superficie terrestre.  Tutto ciò ha aperto nuovi scenari per i ricercatori: questa scoperta dimostra, una volta di più, che i possibili pianeti abitabili si possono formare in una varietà di condizioni e di ambienti assai maggiore rispetto a quella ipotizzata fino ad oggi.

Questa stella avrebbe dovuto essere la meno adatta ad avere pianeti- spiega Steven Vogt, dell’Università di Santa Cruz, in California, anch’egli parte del team scientifico che ha fatto la scoperta. Ora invece sappiamo che ci possono essere pianeti anche attorno a stelle povere di metalli, il genere più diffuso nella galassia, alcune anche molto vicine a noi. Aver individuato questa Super-Terra, in questa zona e così presto, implica che la Via Lattea potrebbe brulicare di questi pianeti rocciosi potenzialmente abitabili”.

Come anticipato, GJ667Cc orbita molto vicino alla sua stella di riferimento- calcolabile in 0.12 in unità astronomiche, meno della distanza di Mercurio dal Sole. Proprio questa vicinanza- secondo il Laboratorio Planetario di Abilitabilità- gli garantisce temperature molto simili a quelle terrestri. Gli astronomi ipotizzano che si tratti di un pianeta solido, anche se ad oggi non ne hanno la certezza perchè non sono riusciti a calcolarne con esattezza le dimensioni. Se il raggio dovesse essere compreso tra 1.7 e 2.2 volte quello della Terra, sarebbe sicuramente di natura rocciosa.

UNA NANA ROSSA, TIPOLOGIA DI STELLA MOLTO DIFFUSA NELLA GALASSIA

Il team ha combinato i dati diffusi dall’Osservatorio Europeo con le osservazioni dell’Osservatorio Keck, alle Hawaii, e del nuovo Spettrografo “Planet Finder” (“Cacciatore di pianeti”) in funzione presso il telescopio Magellano II posizionato in Cile. “Con l’avvento della nuova generazione di strumenti scientifici,  noi ricercatori siamo in grado di individuare molte stelle nane di classe M alla ricerca di altri pianeti del genere e potremmo persino trovare tracce spettrografiche di vita su questi nuovi mondi“, ha affermato Anglada-Escudè.

La stella- denominata con una sigla quasi identica al suo pianeta, ovvero GJ667C- presenta una quantità di elementi pesanti come ferro, carbone, silicio molto meno consistente rispetto al nostro Sole. Anche le altre due stelle che formano il sistema ternario- chiamate senza troppa fantasia GJ667A e GJ667B,  una coppia di nane arancioni  di classe K- hanno una concetrazione di elementi pesanti pari al 25 per cento di quella solare. Eppure questi elementi sono considerati i “mattoni” dei pianeti simil-terrestri. Per questo si era sempre pensato che i sistemi stellari poveri di metalli non avessero pianeti.

LAVORANDO DI FANTASIA: L'ALBA SU UN PIANETA ALIENO...

Errore. Il team di ricercatori sostiene che c’è la possibilità che nelle stesso sistema ternario esistano altri pianeti- probabilmente di natura gassosa- ma  almeno un’altra “Super-Terra” con un orbita di circa 75 giorni- dunque leggermente più distante dalla sua stella di riferimento. Gli studi vanno avanti e crescono anche le aspettative. Con GJ667Cc, sono già quattro i candidati alieni ad ospitare la vita scoperti nel giro di pochi mesi. E gli astronomi non sembrano intenzionati a fermarsi.

SABRINA PIERAGOSTINI

 

 

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5 risposte a Scoperto un nuovo pianeta extrasolare. Ospita la vita?

  1. Manuel scrive:

    Eccomi finalmente…settimana calvario per il tempo(ultimamente tra politica schettino ed emergenze,mi sto vergognano di essere Italiano)

    Queste scoperte mi entusiasmano, il rammarico è non poter visitare in tempi brevi questi pianeti,perché sono sicuro che troveremo un pianeta abitato anche da forme di vita animale non solo germi ecc
    E poi è la matematica che parla e la legge delle probabilità essendo l’universo così immenso e quanti miliardi di miliardi di pianeti possano esistere.

    Forse i nostri figli un giorno potranno visitare questi pianeti non così lontani magari con il progredire della nostra tecnologia…

    Come li invidio…ma chissà magari quando avrò 70 anni forse ci riusciremo.

    • Sabrina Pieragostini scrive:

      Già Manuel… 22 anni luce sembrano un’inezia e invece con la tecnologia attuale ci impiegheremmo parecchi secoli di navigazione per raggiungere quel pianeta! ma chissà: magari faranno prima “loro” a raggiungerci!
      Un saluto,Sabrina

  2. teresa priano scrive:

    Vero Sabrina, cio’ che oggi ci pare impossibile puo’ diventare reale in un tempo piu’ breve e ,magari, potremo anche noi essere testimomi oculari. Essere fiduciosi non fa male. Anche un sogno si puo’ trasformare in realtà prima del previsto.
    cari saluti

  3. fabio scrive:

    …ma sarà così?..

    …al di là delle positive premesse “una terra” in un sistema ternario di una nana bruna M e due nane “arancio” K, cioè ex “rosse” già sulla strada per divenire brune, non mi dà molte “speranze” di pensare a forme di vita stabili ed evolvibili in uno qualsiasi dei pianeti del sistema, tantomeno da un remoto e necessario passato (“poco tempo” di vita stellare)…certo forme primordiali possono essersi create, scomparse e ricreate molte centinaia di volte durante il ciclo vitale di un sistema del genere ma l’evoluzione intelligente, al nostro o superiore stadio evolutivo, va oppurtunamente considerata remota se non palesando la possibilità di una o più forme “allogene” insediatesi ed adattatesi con il supporto di adeguate tecnologie di sostegno…
    la mancata “misurazione” del pianeta “simil Terra” è sicuramente dovuta ad un’alta rotazione dello stesso sul proprio asse accoppiata ad una forte presenza magmatica (tipo mercurio) e mutevole concentrazione di gas atmosferici (tipo Giove) ingabbiati da una sicuramente molto più forte (rispetto alla Terra) forza gravitazionale data anche la superiore massa (per 4,5 terrestre) ) del pianeta…tralaltro la quantità di infrarosso irradiato dalla “brunetta” (che non è certo quella dei Ricchi e Poveri) accoppiata alla vicinanza fisica del pianeta (simile a quella di Mercurio col Sole) oltre al tempo rapidissimo di rotazione (soli 28 gg. terrestri) non fanno del pianeta “simil Terra” un candidato ideale per un’ “immagine” paradisiaca terrestre ma piuttosto più assimilabile (probabilisticamente parlando) in base ai dati descritti (che prendo per buoni) alla nostra attuale “infernale” Venere…
    …gli “abitanti” dovrebbero essere molto piccoli (per la gravità) e “brutti” (condizioni non favorevoli all’evoluzione) rispetto ai “nostri standards” oltre che formati da basi diverse dal carbonio vista la presunta composizione chimica del “ternario”…ma se fossero ALLOGENI tutto cambia…come per “quelli” di Venere…

    …a volte le “aspettative” ingannano…ah!ah!..altre volte no!..

    Topo Galileo

  4. .:._Silver_.:. scrive:

    Quando un’immagine vale più di mille parole.
    In questa “rappresentazione” forse sin troppo generosa viste le dimensioni del cerchietto, la Terra è rappresentata da un puntino, in realtà , dovrebbe essere cosi minuscola da non essere nemmeno trovata nell’immensità della via lattea.
    Ora, provate a riposizionare la Terra nell’universo, forse dire che la Terra è paragonabile alla grandezza di un atomo anche in questo caso siamo stati nuovamente troppo generosi.

    Percui, pensare di essere soli, questa si che è un’assurdità.

    Un saluto a tutti e complimenti per il sito

    .:._Silver_.:.

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