Il paradosso di Fermi: se l’Universo è pieno di vita, dove sono gli altri?

Se l’universo è pieno di vita, se esistono sparse nel cosmo così tante civiltà evolute, perché non abbiamo ancora ricevuto prove concrete e verificabili di vita extraterrestre come trasmissioni di segnali radio, sonde o navi spaziali? Insomma, dove sono finiti tutti quanti?

LO SCIENZIATO ITALIANO ENRICO FERMI

Suona più o meno così quello che è noto come il “paradosso di Fermi”, attribuito proprio al grande scienziato italiano e pronunciato negli anni ’50 a Los Alamos a commento di un presunto avvistamento Ufo. Oltre mezzo secolo dopo, quel paradosso appare ancora più paradossale.

Dopo tutti questi decenni, con lo sviluppo della tecnologia, le nostre conoscenze sulla galassia sono decisamente aumentate. Ora ipotizziamo che nella sola  Via Lattea potrebbero esistere 100 miliardi di mondi alieni. Stiamo rapidamente ampliando la nostra nozione di esopianeti, visto che ne abbiamo già individuati a migliaia.

Ormai,  più o meno,  sappiamo anche dove guardare, per cercare mondi il più possibile simili al nostro. Eppure non si sono fatti grandi passi avanti nella scoperta della vita extraterrestre: finora, nessuno ha potuto portare una singola prova che dimostri che davvero non siamo soli nello spazio infinito.

IL TELESCOPIO SPAZIALE HUBBLE, ALLA RICERCA DI ESOPIANETI

E allora? Come faceva Fermi, verrebbe da domandarsi: dove sono finiti tutti quanti? Un dilemma che tormenta i ricercatori– accademici ed alternativi- tutti alle prese con questo “Grande Silenzio” diventato la vera, reale sfida della moderna astronomia. Ognuno tenta di dare una risposta a questa totale assenza di qualsivoglia segnale di vita aliena, ma nessuna di esse sembra convincere del tutto.

Ora ci prova lo scrittore canadese di fantascienza Karl Schroeder a trovare un perchè. Parafrasando le parole del ben più famoso autore di “2001: Odissea nello spazio”, Arthur C. Clarke , che diceva: “Ogni tecnologia sufficientemente avanzata è indistinguibile dalla magia”, Schroeder sostiene invece che “ogni tecnologia sufficientemente avanzata è indistinguibile dalla natura”.

Il ragionamento si basa sulla premessa che una civiltà, per sopravvivere il tempo necessario per progredire in chiave tecnologica, deve per forza diventare “ecologica”:  deve essere in grado di non alterare l’ambiente in cui si trova e di  non produrre materie di scarto. Ma in questo modo, autoconservandosi al meglio, non lascia dietro di sè le tracce giuste che noi potremmo facilmente scovare. Anzi, con questo comportamento virtuoso si rende praticamente  “invisibile”: ciò che è artificiale e ciò che è naturale si fondono e si confondono, specie ai nostri occhi.

FINORA, NON ESISTE ALCUNA PROVA DIMOSTRATA DELL'ESISTENZA DI VITA INTELLIGENTE EXTRATERRESTRE

Un’altra soluzione al paradosso di Fermi è immaginare che la mancanza di contatti con evolute civiltà aliene sia da imputare al fatto che esse, invece,  non esistano più. Ma prima di autodistruggersi o di eliminarsi l’un l’altra in guerre fratricide, potrebbero aver disseminato nello spazio sonde capaci di replicarsi e di moltiplicarsi.

 In questo caso, prima o poi dovremmo imbatterci– anche solo per pura fortuna- in uno di questi oggetti frutto di tecnologia extraterrestre. A meno che Schroeder non abbia davvero ragione e queste sonde siano così “verdi” da mimetizzarsi nella natura e da non lasciare segni del loro passaggio…

Ma c’è anche un’altra possibile spiegazione. Non abbiamo trovato, finora, prove di vita extraterrestre semplicemente perchè non saremmo in grado di riconoscerle neppure se ce le trovassimo sotto il naso.

Già lo stesso concetto di vita è complesso dal punto di vista biologico. Sulla Terra, essa si basa su carbonio, ossigeno e idrogeno: definiamo “vivente” un organismo se è in grado di crescere e  di riprodursi. Ma non solo: deve anche disporre di  un proprio metabolismo grazie al quale riesce a mantenere stabili e controllate le condizioni della temperatura, del Ph e degli altri parametri, assicurando un equilibrio al proprio interno e con l’esterno.

NELLA VIA LATTEA CI SAREBBERO 100 MILIARDI DI PIANETI

Ma se ci imbattessimo in una forma di vita completamente diversa? Potremmo non capire di che si tratta. Se avesse uno sviluppo lentissimo, o un tipo di riproduzione ignoto, o ancora un metabolismo basato su processi chimici sconosciuti, rischieremmo di archivarla come qualcosa di poco interessante. E perderemmo la scoperta del Millennio…

Senza contare, poi, che potremmo non riconoscere le altre creature cosmiche per il motivo opposto: perchè, chissà,  potrebbero essere fin troppo simili a noi, con caratteristiche somatiche così umane da essere del tutto indistinguibili dagli attuali abitanti di questo pianeta.

PER ALCUNI RICERCATORI, GLI EXTRATERRESTRI SAREBBERO EX-TERRESTRI...

È questa, in estrema sintesi, la teoria “ex-terrestre” che sta sempre più diffondendosi tra i ricercatori alternativi. Quelli che noi definiamo alieni sarebbero invece i veri, primigeni inquilini della Terra dai quali discenderemmo e con i quali condivideremmo  gran parte del patrimonio genetico. Un’affermazione ovviamente non  dimostrata e per ora indimostrabile, ma che tra tutte è di sicuro la più inquietante.

SABRINA PIERAGOSTINI

 

 

 

Condividi su:
Facebook Twitter Email

Una risposta a Il paradosso di Fermi: se l’Universo è pieno di vita, dove sono gli altri?

  1. fabio scrive:

    …ed ancora…

    …perchè limitarci a considerare una delle tante IPOTESI STORICHE del VASTO mondo del “paranormale” come UNICA e/o VALIDA quando TUTTE (…o quasi…) possono COESISTERE in un universo “ALLARGATO” (come sulla Terra), oltre che dalle teorie e dalle nuove leggi della fisica, dalla REALE possibilità, NON remota ma PROSSIMA, della RICONQUISTA attraverso .L’UOMO NUOVO. di ciò che più di qualsiasi altra cosa CI APPARTIENE e di cui NON POSSIAMO PIU’ FARE A MENO come umanità?..la VERITA’! su chi siamo, da dove veniamo e (di conseguenza) dove stiamo andando…la nostra VERA IDENTITA’! che ci è stata “rapinata” (a torto o ragione che sia…diverse scuole di pensiero) fino a questo punto della “nostra” storia ed evoluzione…

    …PERCHE’ LIMITARCI?..

    ..la paura di “andare oltre” è normale…per tutti, grandi e piccini, in ogni tempo, in ogni luogo, in tutto l’universo conosciuto o no, “ed oltre l’infinito” (“2001”, Kubrik)…ma è il solo “mezzo di transito” (vivendola più o meno nell’esperienza) per “il nuovo”, “il futuro”, il “dopo” sia personale che “comune”…non esiste VITA o “nuova vita” nell’ “equilibrio”! tutti i processi attivi (e passivi) nei “sistemi complessi” sono parte integrante “a servizio” di quell’ .ENTROPIA. che .E’. (aimè et oibò) PERFETTA MADRE NATURA nel processo del rinnovarsi della VITA TUTTA!..in tutte le sue “forme”, materiali o “filosofiche” (pensiero) che siano, fino a quelle considerabili “OLTRE LA VITA” e quì, da questo punto, probabilmente (ho qualche mezza idea) NON è più così!..

    ma questo è un altro discorso…un’altra storia “da raccontare”…prima o poi…

    saluti…estroversi…

Rispondi a fabio Annulla risposta

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *