Russia, un geoglifo più antico delle Linee di Nazca

Un enorme disegno di animale, realizzato con delle pietre bianche e visibile solo dall’alto. No, non stiamo parlando delle famose “Linee di Nazca”, uno dei misteri archeologici tuttora insoluti, ma di un altrettanto enigmatico geoglifo scoperto in Russia alcuni anni fa grazie a Google Earth, per il quale ora viene proposta una datazione che lo colloca migliaia di anni prima di Cristo. 

IL GEOGLIFO RAFFIGURANTE UN CERVO SCOPERTO SUGLI URALI

La figura, che ricorda un cervo, si trova vicino al Lago Zjuratkul, nel nord del Kazastahn, ed ha dimensioni davvero impressionanti: nel suo punto di massima espansione, è lunga 275 metri, più o meno l’equivalente di due campi da football americano. Il disegno è rivolto a nord ed è visibile anche da un ponte dove le sue linee bianche spiccano nettamente sul verde intenso del prato.

Ad individuarlo, nel 2007, utilizzando le mappe satellitari, è stato un utente del web, tale Alexander Shestakov che subito ha avvisato le autorità. Un volo in idroplano ed un parapendio hanno permesso ai ricercatori di appurare che era tutto vero: c’era la gigantesca figura di un animale con quattro zampe.

I primi ad averlo studiato scientificamente sono stati Stanislav Grigoriev, membro dell’Istituto di storia e archeologia dell’Accademia di Russia, ed il collega Nikolaj Menshenin, del Centro Statale per la protezione dei Monumenti,  autori di un articolo pubblicato nella scorsa primavera su una rivista specializzata.

La ricerca sul campo condotta in estate ha fatto luce sulla composizione e sull’origine del glifo, che sembra essere il prodotto di una cultura megalitica  vissuta in questa zona degli Urali. In quest’area sono stati trovati centinaia di siti preistorici, soprattutto menhir: le strutture più complesse (camere, bassorilievi, un tunnel) si ergono invece sull’isola Vera a circa 60 chilometri dall’enorme cervo.

LA CAMPAGNA DI SCAVI COMPIUTA IN ESTATE HA PERMESSO LA DATAZIONE

Durante la campagna di scavi, il team ha scoperto che l’architettura del glifo è piuttosto elaborata. Nelle zampe, ad esempio, le pietre più grandi servono a disegnare i bordi esterni mentre all’interno c’è del pietrisco. Sugli zoccoli e sul muso gli archeologi hanno poi trovato quel che rimane di antiche costruzioni.

“Lo zoccolo è fatto di piccole pietre schiacciate e di argilla. Mi sembra che ci siano pareti molto basse e stretti passaggi. Lo stesso si può dire della zona attorno al muso, con quattro muretti e tre passaggi”, sostiene Grigoriev. Gli scavi sono proceduti con molta cautela, per evitare di danneggiare il geoglifo. Nel sito, in mezzo alle pietre,  sono stati trovati anche 40 strumenti in quarzite, per la maggior parte zappe e utensili utilizzati per scavare e tagliare. Probabilmente, ipotizza il ricercatore, servivano per estrarre l’argilla.

Ma proprio lo stile particolare di questi artefatti ha permesso all’equipe archeologica di avanzare una datazione anche per il disegno:  risalirebbero tutti alla fase preistorica denominata Eneolitico, quindi ad un periodo che va dal quarto al terzo millennio a. C.  Se Grigoriev non si sbaglia, questa colossale figura di cervo sarebbe dunque molto più antica di quelle variegate rappresentazioni che costellano il Perù, per le quali gli esperti suggeriscono il 500 a. C. Insomma, sarebbe di circa 2000 anni antecedente alle Linee di Nazca…

UNO DEI FAMOSI DISEGNI DI NAZCA

A quell’epoca- suggeriscono gli autori dell’articolo- nel sud degli Urali clima e paesaggio erano molti diversi da oggi. In particolare, le prime foreste sarebbero comparse dopo il 2.500 a.C. Quindi nell’Eneolitico c’erano ampi spazi, coperti solo da bassa vegetazione, che potevano essere usati come tele da ricoprire di disegni come quello del Lago Zuratkul.

Quello che gli studiosi non hanno ancora stabilito, però,  è lo scopo di questo immenso disegno. Questa testimonianza grandiosa lasciata dalla cultura megalitica che popolava gli Urali per ora non ha un perchè, proprio come le più famose figure animali e geometriche in Sud America. Visibili solo dal cielo. E allora, destinate a chi o a cosa?

 SABRINA PIERAGOSTINI

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