10 risposte a La vera storia di Ata, la misteriosa creatura scoperta in Cile

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  3. Roberto scrive:

    Visto che in tanti si sono sbizzarriti nel trovare un modo per giustificare quello che per molti rappresenta uno scomodo reperto , avanzo anche io la mia ipotesi: un ibrido. Sappiamo tutti ,dalle testimonianze di molti addotti , che c’è da parte di una razza aliena in atto una serie di esperimenti condotti al fine di trovare una soluzione ai loro problemi di sopravvivenza, non potrebbe essere questo uno dei loro esperimenti? Meditate …
    Saluti
    Roberto

  4. Malles scrive:

    …La presunzione del diniego a tutti i costi…

    Il mito,la favola,la leggenda sono cose che non andrebbero mai trascurate.Il mito non nasce dal niente,ma è il prodotto di un allargamento fantasioso,di una realtà,di una verità di un qualcosa che FORSE effettivamente è.

    In questo caso possiamo quindi pensare ad interazioni(governi-ufo)anche in ambito di sperimentazioni con finalità fisiche diversificate che non conosciamo?Certo,è possibile(c’è tutta una letteratura in proposito)vedi anche gli uomini falena(Mothmen e company)oppure anche che il piccolo popolo(più giusto piccoli popoli) siano il frutto di volute trasformazioni genetiche?Certo,si può pensare(SOLO PENSARE).

    Mi allargo un pò e dico che nella storia c’è sempre stata e continua ad esserci una interazione tra il genere umano ed un’intelligenza “esterna”(ora anche interna)che allo stato di conoscenza attuale potrebbe benissimo essere riconducibile agli UFO. Questa interazione,se vista dal lato “buono” riporterebbe a pensare che le”visite mediche”(ai rapiti)sia il desiderio d’imparare da noi qualcosa di fisiologico,che ci appartiene,per poi comunicare alla specie umana certe verità e certi concetti basilari.Troppo perbenismo?purtroppo penso di si.

    Sarebbe però bello pensare che questa interazione ha dato luogo ad una connessione simbiotica tra le intelligenze ufo e il genere umano,in qualche maniera e per ragioni che al presente noi non riusciamo nè a capire nè a definire,così pensando si potrebbe supporre che le intelligenze ufo e noi abbiamo bisogno di aiuto reciproco.Questo bisogno potrebbe derivare dal fatto che entrambe abbiamo un’origine extraterrestre

    • fabio scrive:

      tutto giusto solo che…

      dalle analisi, sembra databile ad un centinaio d’anni fa…il che presupporrebbe NON nostri esperimenti genetici, se tali sono..:)

  5. Roberto scrive:

    I viaggi di Gulliver, chi non li ricorda? Solo parto della fantasia dell’autore o Swift attinge a qualcun altro quando parla dell’incontro coi Lillipuziani alti 15 centimetri (toh, guarda un pò) e con il popolo dei giganti (toh, guarda un pò)?
    Può essere una chiave di lettura come un’altra, ma è solo un esempio per dire che a volte le verità ce le abbiamo sotto gli occhi ma non le vediamo o non le vogliamo vedere.
    Saluti
    Roberto

  6. Malles scrive:

    …Ata e i suoi fratelli Gnomi,Fauni,Elfi,Ninfe ecc…

    Parlare oggi di questi antichi abitatori de “l’Altro Regno”,può forse apparire più come un omaggio al “fantasy”.Rimangono però tutt’ora famosi in alcune nostre campagne,combinando spesso piccoli scherzi o regalando …fortune inattese.

    Il riferimento più antico di cui disponiamo a proposito di un folletto,è contenuto nei “GESTA CAROLI IMPERATORIS”,scritti tra l’882 e 883 dal Monaco di San Gallo. Apprendiamo invece da Sigeberto di Gembloux,il noto cronista vissuto tra l’undicesimo e il dodicesimo secolo,la storia densa di particolari,di una straordinaria apparizione che nell’anno 858 mise a soqquadro l’intera diocesi di Magonza.

    L’indole del folletto sarebbe dispettoso e bizzarro,ma non cattivo,ma in un’epoca condizionata dalla tenebrosa presenza di Satana,non era difficile ,anzi per certi aspetti addirittura doveroso,per i…dotti e i teologi di grido accostarne l’immagine del GRAN NEMICO.Perchè,forse,il folletto e i suoi stretti parenti,quali le Silfi,le Ondine,gli Gnomi,le Ninfe,i Fauni,non rappresentavano altro che un residuo dei culti e delle divinità pagane,messo all’indice dalla nuova religione dominante.

    Già nel secolo XIII,nel “Chronicon Immaginis Mundi”del domenicano Jacopo da Acqui,si narra dell’improvvisa comparsa a Pavia di uno spirito di nome Martino che dimorò per ben tre anni come servitore in casa di un tal Anselmo de’Boccoselli.A volte poteva persino accadere che un folletto arrivasse ad innamorarsi,come scrive il beato Giovanni Dominici,il celebre predicatore fiorentino,nel” Lucula Noctis” del 1405 dove riferisce,chiamande Dio a testimone della veridicità del racconto ,il caso accaduto nel 1399,di una povera orfana veneziana quattordicenne,amata da un folletto alto appena “un cubito”,però bello e vestito di preziosi e variopinti abiti.

    Il rev.Padre Sinistrari,nel suo “De daemonialitate”un altro episodio dove uno gnomo per molti anni abitò nella casa di due coniugi,invaghitosi pazzamente della avvenente sposa.Nella commedia di Lauro Settizonio,”Roselmina”rappresentata e stampata a Venezia nel 1595. Un folletto,ovviamente veneziano,precursore…in piccolo di Giacomo Casanova,si presentava al pubblico in questi termini:”Così ardito,così bello ,così pronto,così ritto,con questo berettino rosso,credo che ognuno mi conosca,e specialmente voi,bellissime donne…

    Una interessante particolarità che emerge leggendo questi libri,e dai racconti di demonologhi e cronisti,è la marcata refrattarietà di buona parte dei folletti ,alle più svariate forme di esorcismo. Frà Girolamo Menghi,l’autore del noto “Compendio dell’arte essorcistica” del 1617,dichiara apertamente il proprio terrore nei confronti delle insidie dei folletti ,mentre lo stesso Sinistrari,scrive nel De Daemonialitate:”é quasi incomprensibile constatare che i folletti non obbediscono agli esorcisti,non hanno paura degli esorcismi,nè della vicinanza degli oggetti sacri” . Mentre l’autorevole Gervasio di Tilbury,autore degli “Otia Imperialia”,incalza:”Vi sono alcuni spiriti che il popolo chiama folletti i quali non sono scacciati nè dall’acqua benedetta,nè dagli esorcismi,nessuno riesce a vederli,ma si sente la loro voce simile a quella umana”…

    Forse che a questi avi capoccioni non è mai balenato che questi esseri non avevano nulla da spartire con demoni e company?…

    • fabio scrive:

      …esattamente..:)

      al tuo “compendio” anche il Malleus (il testo) eh!eh! “sbiancherebbe”…debunkerizzato..:D

      http://it.wikipedia.org/wiki/Malleus_Maleficarum

      ho idea che questo “piccolo popolo” si sia fatto delle grasse risate negli ultimi 2500 anni ah!ah!..mmmh chissà se avranno anche scritto dei testi che raccontano “le gesta umane” eh!eh! o se hanno -SOLO- filmato tutto -TUTTO QUELLO CHE CI RIGUARDA DELLA STORIA- come hanno fatto quelli di Nemo, quelli dell’Antartide, quelli del comandante Byrd…chissà?..

      a presto..:)

  7. Malles scrive:

    Con l’avvento del Medio Evo,il mitico Pan e soci,non morirono del tutto. I mitici folletti dovettero (da abili trasformisti) adattarsi ad una situazione nuova e assai diversa ,probabilmente erano stati abituati a vederne di tutti i colori dai volubili DEI dell’OLIMPO…(e su questi)…dandosi ora(col cambiamento religioso)alla macchia,letteralmente,fuggendo dai luoghi sacri.

    Ma non scomparvero dai ricordi,a giudicare dalle tradizioni popolari e dai documenti,anche per la dinamica di certi fenomeni e la loro ripetitività che riconducono a questi “personaggi”.
    T.C.Dalbono,nella sua opera “Le Tradizioni Popolari” del 1845,osservava che ben poche tradizioni possono vantare una diffusione come gli elfi e i folletti. Lo stesso grande ermetista napoletano G.Kremmerz,si era interessato a questi “spiritelli” e soprattutto a quello di stampo partenopeo :”il Monaciello”. Anche molti veggenti hanno confermato questa curiosa ed impressionante tradizione popolare. Il nome monaciello deriva dall’aspetto che questo folletto ha:” appare come un nanetto vestito da frate ,con fibbie d’argento ai sandali e lo zuccotto rosso detto “scazzetella” in capo.

    Questi esseri avrebbero passioni come gli uomini ,amano,odiano,sono benefici e possono diventare malefici. Ogni città o paesino che dir si voglia ha il proprio folletto,attribuendogli un nome quantomeno bizzarro. Con vari nomi appaiono in tutte le mitologie del mondo,Per es. in Francia sono chiamati LUTINS,in Inghilterra GOBLINS ecc.

    Si potrebbe parlare dell’associazione che se ne fa dei folletti con tesori nascosti,comprese le pentole piene di monete d’oro,sotterrate esattamente dove termina l’arcobaleno.

    Al prossimo temporale,avendo un pò di tempo,vedrò di inquadrare il terminale dell’arco…

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