Mostri marini, orche e bufale…

Lunghezza: 9 metri. Denti: aguzzi. Testa: enorme. Altri segni particolari: spiaggiata in Nuova Zelanda. Identità: sconosciuta. È questo l’identikit della creatura- o meglio, di quel che ne resta- trovata tra la sabbia della Baia di Plenty, dopo un violento temporale che ha spazzato le coste dello Stato dell’Oceania.

LA CARCASSA SPIAGGIATA IN NUOVA ZELANDA

Il “mostro marino”, come l’hanno ribattezzato i media locali, è stato avvistato e filmato da una donna sulla spiaggia di Pukehina Beach, circa 120 miglia a sudest di Auckland. Nel video (pubblicato su You Tube) si vede la carcassa semisepolta e in evidente stato di decomposizione:  oltre alla potente mascella spalancata che mostra denti aguzzi e minacciosi, alle pinne anteriori e alla linea dorsale, non rimane molto altro. Le parti molli- come il ventre- sembrano essere state divorate dai predatori del mare.

La giovane- di nome Elizabeth Ann- ha diffuso le sue immagini per scoprire di che animale si possa trattare. “Qualcuno può identificare cosa sia?”, scrive sul web. Ed è partita la gara per dare un nome allo strano ritrovamento. Ovviamente, i più fantasiosi si sono lanciati ad ipotizzare che possa essere un dinosauro sopravvissuto all’estinzione (per svariati milioni di anni…) o una qualche altra orrida creatura ad oggi sconosciuta.

Ma si fanno strada anche altre interpretazioni: i resti potrebbero appartenere ad una murena di proporzioni eccezionali, oppure ad un coccodrillo di acqua salata decisamente oversize. Le foto sono state inviate ad alcuni esperti del DOC ( Department of Conservation) del governo neozelandese e del Kelly Tarlton’s Sea Life Aquarium di Auckland per un primo, sommario esame.

LA BOCCA SPALANCATA, CON I PODEROSI DENTI AGUZZI

Uno studioso di mammiferi marini,  Anton van Helden, intervistato dalla tv Channel 3, ha affermato che molto probabilmente quell’animale  spiaggiato non è altro se non un’orca assassina, uno dei giganti del mare che popolano le acque della Plenty Bay. Un indizio significativo è dato proprio da quei denti appuntiti e frastagliati. Ma prima di poter archiviare il mistero, bisognerà attendere gli esami di laboratorio sui resti. Risolto- o quasi- l’enigma del mostro marino della Nuova Zelanda, sembra aprirsi però l’enigma del mostro marino d’Irlanda…

Altro video: questa volta, caricato su Internet da alcuni studenti dopo una gita a Lough Foyle, un ampio e profondo estuario nella contea di Donegal. I ragazzi di un college di Derry da una barca stavano filmando il fiume per un progetto di studi, quando l’obiettivo della loro videocamera è andata a stringere su un qualcosa di bizzarro che si muoveva a pelo d’acqua, proprio davanti a loro.

“Anche noi abbiamo il nostro mostro di Loch Ness!”, ha commentato entusiasta uno dei protagonisti di questa avventura, nel postare le immagini. “Non ho assolutamente idea di cosa fosse, però è sorprendente“, ha chiosato lo studente. Il breve filmato – dura circa un minuto- mostra un oggetto scuro di dimensioni imprecisate che attraversa lentamente la superficie dell’esturario, prima di immergersi tra le onde.

UN FOTOGRAMMA DEL VIDEO RIPRESO IN IRLANDA

Un pesce fuori misura? Un delfino? Una balena? Lough Foyle si apre sull’Oceano Atlantico, la presenza di un grosso cetaceo non stupirebbe. Ma forse in questo caso la soluzione è ancora più semplice. Il presunto mostro sarebbe tutta una burla, organizzata proprio dagli studenti. Il quotidiano Telegraph, analizzando il video, sostiene che sullo sfondo si riconosce la periferia di Howth (distante oltre 200 km dall’estuario) e si noterebbero persino dei fili usati per muovere lo strano oggetto. Insomma, per ora Nessie può dormire sonni tranquilli…

SABRINA PIERAGOSTINI

 

nuova zelanda

 

 

Condividi su:
Facebook Twitter Email






2 risposte a Mostri marini, orche e bufale…

  1. Pingback: Mostri marini, orche e bufale… | Frog In The Box

  2. fabrizio scrive:

    Condivido il fatto che… con un pochino di pratica e un coputer si possa realizzare praticamente tutto.
    Ma e anche vero che non conosciamo praticamente Nulla dei nostri mari.
    Quindi e perfettamente plausibile che ci siano ancora una moltitudine di specie sconosciute alla scienza.
    e anche di dimensioni ragguardevoli!

Rispondi a fabrizio Annulla risposta

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *