Il “Minnesota Iceman” è tornato…

A volte ritornano. È il caso del “Minnesota Iceman“, un’attrazione da sagra paesana che negli ’60 del XX secolo, negli Stati Uniti, sollevò un grande polverone. L’Uomo Glaciale in questione, infatti, fu prima dichiarato un esemplare di ominide sconosciuto da un illustre criptozoologo, fu poi definito un falso clamoroso da uno stimato museo e infine scomparve nel nulla. Fino ad oggi.

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UNA FOTO A COLORI DEL "MINNESOTA ICEMAN", FINORA INEDITA

Il 3 luglio 2013, infatti, il misterioso reperto è tornato in pubblico dopo decenni di oblio. Ad averlo rintracciato ed acquistato è stato Steve Busti. Non propriamente uno scienziato, è vero, visto che è il titolare del “Museo dell’Assurdità” di Austin, in Texas. Ed è proprio qui che quel corpo- forse reale, forse no- alto circa un metro e ottanta, coperto di una fitta peluria e conservato sottozero è di nuovo visibile.

Ma facciamo un passo indietro, per conoscere la storia del  “Minnesota Iceman”. Dobbiamo tornare al 1968, quando lo scrittore scientifico Ivan Sanderson e il naturalista belga Bernard Heuvelmans– considerato il padre della moderna criptozoologia- scoprono l’esistenza di una strana creatura, portata nelle fiere e nelle feste di paese del Mid-West americano da un tale, Frank Hansen, che lo presenta come “un uomo dell’Era Glaciale” conservato in un blocco di ghiaccio all’interno di una teca di vetro.

I due si recano a casa di Hansen, in Minnesota, per esaminare il corpo congelato, pensando che si possa trattare di un Uomo di Neanderthal rimasto intrappolato nel permafrost siberiano oppure di un esemplare di Bigfoot. Ci restano tre giorni, alla fine dei quali il dottor Heuvelmans si dice convinto di trovarsi di fronte ad un vero cadavere– sente l’odore di putrefazione, quando parte del ghiaccio si scioglie- e formula la sua ipotesi: è un ominide sconosciuto, ucciso di recente con un colpo di pistola o di fucile al volto, forse in Vietnam durante la guerra.

Heuvelmans ne è così sicuro, da scrivere un articolo scientifico sulla scoperta che ritiene epocale, dal titolo “Note preliminari su un reperto conservato nel ghiaccio: Ominide sconosciuto vivente”, per il bollettino del Reale Istituto di Scienze Naturali del Belgio. Lo studioso inventa anche un nome per la strana creatura: Homo Pongoides.

 Anche Sanderson, entusiasta, pubblica un suo scritto sull’argomento, intitolato “Descrizioni preliminari sulla morfologia esterna di quello che sembra essere il corpo di un finora sconosciuto ominide vivente”, sulla rivista Argosy. È Sanderson a chiedere poi la consulenza dello Smithsonian Institution, nella persona del primatologo John Napier.

FRANK HANSEN E IL SUO MISTERIOSO "UOMO GLACIALE"

Ominide: dunque, un essere umano– seppur appartenente ad un ramo collaterale dell’evoluzione. Ma allora chi lo ha ucciso ha commesso un delitto? E chi se lo porta a spasso come un’attrazione è penalmente perseguibile? L’FBI decide di non indagare per omicidio, ritenendo il Minnesota Iceman solo una bestia, uno scimmione. Ma le autorità canadesi, durante un tour oltre confine, fermano Frank Hansen con l’intenzione di esaminare il cadavere congelato che tiene nel furgone. Solo grazie all’intervento di un senatore degli Stati Uniti l’uomo viene rilasciato e il suo prezioso carico non viene toccato.

La situazione, tuttavia,  è destinata a cambiare drasticamente. Prima si fa avanti una donna, Helen Westring, che racconta di avere ucciso lei, centrandola con un colpo di fucile in un occhio, quella mostruosa creatura che l’aveva attaccata, nel 1966, in un bosco del Minnesota. Poi spunta il titolare di una ditta specializzata in effetti speciali , Howard Ball: sarebbe stato lui, insieme al figlio, a modellare nella gomma quel corpo per simulare un “uomo di Cromagnon”.

Non solo. Hansen si rifiuta di far esaminare di nuovo il Minnesota Iceman. Sostiene che il vero proprietario sia un miliardario californiano. Nel frattempo, però, continua a girare gli States con la sua bara di vetro ed il suo inquietante contenuto che- dicono i testimoni- sembra diverso. Forse è proprio la copia prodotta da Ball? Non la pensa così John Napier, che alla luce di questi nuovi sviluppi conclude rapidamente la sua indagine dicendo: “Lo Smithsonian Institution è convinto che la creatura sia solamente una carnevalata fatta di lattice e peli. Il modello ‘originale’ e il cosiddetto ‘sostituto’ sono la stessa cosa”.

Caso chiuso, dunque. Il presunto ominide è solo una bufala e finisce rapidamente nel dimenticatoio. Per decenni, del Minnesota Iceman si perdono le tracce: sparisce letteralmente. Ma Steve Busti si mette in testa di ritrovarlo. Dopo mesi di indagini, scopre che Frank Hansen non se ne era mai separato: l’aveva tenuto con sè, nella sua vecchia casa, all’interno di un freezer.

 Alla sua morte, una decina di anni fa, il misterioso reperto è passato nelle mani di un’altra persona che l’ha adesso venduta all’imprenditore texano. “Per quello che ne so, la creatura è stata abbattuta negli Stati Uniti, le hanno sparato in un occhio e ha un braccio spezzato”, ha raccontato all’Huffington Post.

UN'IMMAGINE D'EPOCA DEL CORPO UMANOIDE CONGELATO

Busti è ora il nuovo proprietario del corpo un tempo posseduto da Hansen: sta per diventare il pezzo forte del suo Museo
dell’Assurdità- un posto perfetto. Ma il cacciatore di stranezze e bizzarrie non si sbilancia sulla reale natura del Minnesota Iceman e non ne ha diffuso alcuna immagine attuale. Chi lo vuole vedere, deve andare ad Austin, pagare il biglietto ed osservare di persona. Ha però diffuso, per la prima volta, una foto a colori, scattata negli anni ’60 e un po’ diversa da quelle circolate in precedenza.

In questo scatto, in primo piano, si vede un volto umanoide completamente ricoperto da una peluria rossastra, con le palpebre chiuse, imbiancato dal ghiaccio nel quale è immerso. È questo l’oggetto esaminato, con cura, dal naturalista belga e identificato, senza ombra di dubbio, come un reale corpo in decomposizione?

 È difficile credere infatti che lo scienziato possa aver scambiato un pupazzo di silicone per un cadavere. Esistevano davvero un originale in carne ed ossa e una copia in lattice? Cosa ha lasciato in eredità Frank Hansen? E cosa è esposto, adesso, in Texas? E soprattutto, Steve Busti consentirà mai agli scienziati di oggi di effettuare l’esame del DNA sugli enigmatici resti?

SABRINA PIERAGOSTINI

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Una risposta a Il “Minnesota Iceman” è tornato…

  1. fabio scrive:

    ah bèh! qui c’è proprio poco da discutere…

    che facciano gli esami del dna e stabiliscano con che cosa abbiamo a che fare…

    magari dopo lo Starchild e l’allogeno di Atacama con questo potremmo fare TERNO! ah!ah! o…no?..

    NON può essere?..e chi può dirlo?.:)

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