Sorpresa: gli Antichi erano più moderni di noi…

Viviamo in un’ era di innovazioni senza precedenti. Alzi la mano chi non è convinto che la nostra epoca sia la più evoluta, la più tecnologica, la più scientificamente avanzata della storia. Bè, forse le nostre granitiche certezze sono poste su fondamenta fragili: vari studi dimostrano infatti che gli Antichi non erano poi così arretrati come immaginiamo. Anzi, possedevano tecniche,  nozioni e conoscenze straordinarie che solo oggi noi stiamo comprendendo e riproducendo.

LA CHIRURGIA PLASTICA NON È UN' INVENZIONE MODERNA

Prendiamo, ad esempio, la chirurgia plastica. Tutti crediamo che sia un’invenzione moderna che si è perfezionata e diffusa da qualche decennio a questa parte. Niente di più sbagliato. Simili operazioni erano già citate nei testi sacri indiani, i Veda, composti molti secoli prima di Cristo, e nel “Sushruta Samhita”,  considerato il primo trattato di chirurgia estetica mai scritto. Vi si spiega come intervenire chirurgicamente per ridare armonia ad un viso deturpato, quali lembi di pelle usare per ricostruire il naso o l’orecchio– ai tempi spesso amputati per punire fedifraghe o traditori.

In passato, il cosiddetto “metodo indiano” era tanto noto, che persino Ippocrate- il padre della medicina greca-  citava questa tecnica di intervento per risolvere le deformità del volto. Successivamente, a Roma, anche Galeno e Celso si dedicarono alla chirurgia ricostruttiva- questa volta, pazienti privilegiati erano i gladiatori feriti in combattimento. Dopo secoli di declino e di oblio, l’Occidente incominciò, di nuovo,  ad interessarsi alla chirurgia plastica solo a partire dal 1800.  

Dunque, non una scoperta, ma una riscoperta. E non si tratta di un caso isolato. Indagini recenti, infatti,  hanno permesso di comprendere appieno altre due eccezionali invenzioni di epoca romana in grado di migliorare le nostre attuali conoscenze. Una, in particolare, ha lasciato di stucco i ricercatori per le implicazioni che può avere nell’ambito della ricerca scientifica.

Per molti anni, la Coppa di Licurgo è stata considerata solo uno straordinario manufatto artistico. Creato da ignoti artigiani nel IV secolo d. C. e decorato con il mito del re della Tracia, il calice di vetro– ora conservato al British Museum di Londra- ha una caratteristica peculiare: appare verde o rosso a seconda di come viene colpito dai raggi luminosi. Dopo decenni di analisi, si è capito cosa permette questo fenomeno ottico: la presenza di minuscole particelle di oro e di argento del diametro di circa 50 nanometri.

Chi ha realizzato la coppa, sapeva perfettamente quale scopo voleva raggiungere e come fare per ottenerlo e ha utilizzato un metodo davvero innovativo. “Persino oggi, ricorrendo a moderne strumentazioni, riprodurre un oggetto del genere richiederebbe molto tempo“, hanno ammesso gli scienziati che lo hanno studiato.  Ma non solo. Perchè questo tipo di nanotecnologia- ideata quasi duemila anni fa- potrebbe ora rivoluzionare l’industria farmaceutica.

LA COPPA DI LICURGO CAMBIA COLORE GRAZIE ALLA NANOTECNOLOGIA

Usando la stessa tecnica degli artigiani romani, pochi mesi fa un team dell’ Università dell’Illinois ha infatti sviluppato un dispositivo per rilevare il DNA e le proteine senza modificarli chimicamente. “Abbassa i costi, evita molti errori ed è 100 volte più sensibile di qualsiasi altro prodotto”, hanno  scritto i ricercatori di Urbana-Champaign nell’articolo pubblicato sulla rivista Advanced Optical Materials, aggiungendo: “Ne prevediamo un uso esteso per i microarray di Dna, per lo screening di anticorpi e per l’individuazione di elementi patogeni.”

Ma dalla Roma dei Cesari potrebbe arrivare anche un aiuto per produrre un ottimo materiale da costruzione a basso impatto ambientale. Se ne è accorta un’equipe dell’Università della California, a Berkeley, mentre cercava di capire come mai gli edifici romani hanno resistito così bene alle ingiurie del tempo. In particolare, il loro calcestruzzo si è mantenuto pressochè inalterato da due millenni a questa parte, mentre il nostro moderno incomincia a sgretolarsi dopo neanche mezzo secolo.

“Il cemento usato dagli Antichi Romani è rimasto compatto ed integro per oltre 2mila anni, nonostante l’aggressivo ambiente marittimo. È uno dei materiali più resistenti del pianeta e non può essere un caso”, ha detto in una conferenza stampa la ricercatrice Marie Jackson. Il segreto sta nella composizione ideata dai costruttori dell’epoca: un mix di calce e di cenere vulcanica, che contiene alluminio- minerale che manca nel moderno cemento, molto più abbondante di calcare rispetto alla ricetta romana.

Risultato? Il calcestruzzo latino veniva prodotto a temperature più basse– fino a mille gradi in meno rispetto ad oggi. Quindi, se riutilizzassimo la tecnica inventata ai tempi di Cicerone non solo avremmo un materiale da costruzione molto più resistente, ma anche più ecologico, perchè per produrlo verrebbe utilizzata meno energia: quindi sarebbe necessario meno carburante e ci sarebbe minor inquinamento atmosferico. “Una buona notizia, considerando che i cementifici di Portland, da soli, sono responsabili del 7 per cento dell’emissione di Co2 nell’aria“, ha fatto notare un altro dei ricercatori, Paulo Monteiro.

LA CUPOLA DEL PANTHEON: UNA COLATA DI CALCESTRUZZO

Insomma, abbiamo molto da imparare dal nostro passato. “Siamo come nani sulle spalle dei giganti, così che possiamo vedere più cose di loro e più lontane, non certo per l’acume della vista o l’altezza del nostro corpo, ma perché siamo sollevati e portati in alto dalla loro statura”, diceva il filosofo medioevale Bernardo di Chartres. Un’immagine che vale ancora oggi. Basta essere abbastanza umili da ammetterlo.

SABRINA PIERAGOSTINI

 

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5 risposte a Sorpresa: gli Antichi erano più moderni di noi…

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  3. Malles scrive:

    Questo lo ritengo un “pezzo” bellissimo,faccio i complimenti alla ricercatrice.
    Mi soffermo un attimo su “…ai tempi spesso amputati per punire fedigrafe e traditori ”
    Direi che le punizioni sono pressochè unidirezionali,cioè più verso la fedigrafa che verso i traditori,essendo queste esecuzioni ancora vigenti in stati di stampo prettamente maschilista.

    Questi supplizi non degni di esseri umani,persistono impuniti anche ai giorni nostri e per convenzione si tende a chiudere entrambi gli occhi.Si viene continuamente a conoscenza(per chi se ne interessa)di povere donne lapidate fino alla morte da giudizi tradizionali e lasciate in balia di parenti e popolino fino a morte accertata.Questi processi sommari non hanno mai tenuto conto dei fatti,di povere donne prima stuprate (anche di gruppo) e poi condannate a morte perchè sono state stuprate.Assurdo e abominevole.

    Per restare in argomento con le tecniche antiche di rifacimenti cutanei (e molto altro),vorrei menzionare una saga celtica che parla del re Conchobar che era stato gravemente ferito alla testa,sembra da un PROIETTILE,fu operato dal medico chirurgo Fingen che estrasse la palla,arrestò l’emorragia con prodotti cicatrizzanti e suturò il tutto con “fili d’oro”…

    • Carlo scrive:

      Se allora facevano le cose meravigliose che abbiamo letto nell’articolo, forse anche lo schema sociale era molto evoluto, con determinati valori alla base stessa di una società sana. Il fatto che oggi gli istinti sessuali siano vissuti senza controllo non mi pare abbia portato un grande avanzamento, ma piuttosto l’imbarbarimento progressivo e l’infelicità diffusa. La castità e la fedeltà della donna è sempre stata esaltata nel mondo antico, e non a caso, perché la forza e la potenza di una donna si manifestano veramente in queste qualità e il compito principale di un padre, marito figlio era quello di proteggere le donne e salvaguardare la loro castità. In questo modo salvaguardavano la società stessa. Tutte le grandi guerre della storia antica sono state combattute per salvaguardare o riscattare l’onore di una donna. Oggi questi valori sono decaduti, gli uomini non sono più veri uomini – e non in senso sessuale – e le donne pensano che la loro felicità dipenda dalla libertà di gestire la propria vita indipendentemente. Ma questa formula non sta funzionando per nessuno e stiamo scivolando verso la disperazione.

  4. Giuseppe scrive:

    Il benessere ci a oscurato il cervello, e logorato quello che si chiama amore altruismo e cattiveria in tutti i sensi….Toccherebbe ritornare indietro x rimparare molte cose……

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