Mistero a Seattle: cosa blocca la trivella più grande al mondo?

Cosa si nasconde nelle viscere di Seattle? Se lo domandano, da settimane ormai, gli abitanti della metropoli statunitense, alle prese con un mistero che ha bloccato la costruzione di una costosa arteria stradale, la Washington State Route 99. Un mistero che campeggia su tutti i principali quotidiani americani e che non ha ancora trovato soluzione.

LA SUPER-TRIVELLA BERTHA, LA PIÙ GRANDE AL MONDO

Tutto ha inizio il 6 dicembre scorso. In quella fredda giornata, gli operai che stanno scavando una galleria sotterranea sono regolarmente al lavoro. Da quel tunnel che attraversa la città sul lungomare entro il 2015 dovrà passare una nuova autostrada. Ma all’improvviso Bertha, la più grande trivella esistente al mondo- un gioiello della tecnologia grande quanto un palazzo di cinque piani e lunga quanto un campo da football- si ferma. Ha trovato un ostacolo, un grosso ostacolo, sul suo cammino e non può più procedere.

Lì sotto, gli ingegneri si aspettavano di trovare solo ghiaia, argilla e sabbia: il pane quotidiano per questo siluro di 7000 tonnellate, prodotto dalle industrie giapponesi di Osaka, che tritura tutto quello che trova sul suo passaggio. Ma non stavolta. L’ “oggetto”- così lo definisce asetticamente il responsabile del progetto “Seattle Tunnel Partners” Chris Dixon- è particolarmente resistente. Eppure,  qualsiasi cosa sia, non dovrebbe trovarsi laggiù.

Al momento, a quasi un mese dallo stop dei lavori, non è stato possibile accertare la natura di quel voluminoso corpo estraneo. Bertha- come un’enorme talpa- è cieca: non ha telecamere che permettano di osservare direttamente che cosa l’abbia bloccata.”Stiamo cercando di creare le condizioni per entrare nella camera che si trova dietro la testa di taglio e vedere com’è la situazione”, ha dichiarato alla stampa Dixon. “Ma sono abbastanza certo che quell’oggetto non è nient’altro che un gigantesco masso erratico, risalente all’Era Glaciale, scivolato in questo angolo del continente 17 mila anni fa.”

Non tutti i residenti, però, condividono la sua opinione. La mancanza di risposte certe stimola infatti l’immaginazione. Molti sperano che Bertha si sia imbattuta in un reperto della vecchia Seattle, sepolto alla rinfusa quando nel XIX secolo la città venne ampliata: il lungomare paludoso venne riempito di ogni tipo di detrito, anche di materiale di riporto proveniente dalle colline a loro volta spianate, per costruirci sopra la zona commerciale. Lo proverebbe il fatto che il tunnel risulta bloccato nella porzione superiore, ad una profondità di circa 14 metri.

SEATTLE OGGI, CON LA SUA SKYLINE

“Fino a prova contraria, preferisco pensare che sia un pezzo della storia cittadina“, ha ad esempio detto Ann Ferguson, curatrice del museo all’interno della Biblioteca pubblica. La sua speranza è che si tratti di un residuo della “Grande corsa all’oro” che alla fine del 1800 fece di Seattle il punto di ritrovo per migliaia di cercatori diretti in Canada ed Alaska: forse potrebbe essere una vecchia locomotiva a vapore.

Per David B. Williams, invece, geologo e studioso della morfologia del territorio di Seattle- profondamente modificato dall’azione dell’uomo che nel corso dei secoli ne ha alterato l’aspetto- quell’oggetto ingombrante potrebbe essere un famoso vascello, il Windward, affondato nel 1875 e quanto pare sepolto proprio di fronte al mare.  Anche se- ha ammesso lui stesso- per Bertha il legno non sarebbe un ostacolo: lo frantumerebbe come un foglio di carta.

Nel centro informazioni sul nuovo tunnel, denominato Milepost 31, i visitatori si lanciano in altre spiegazioni alternative, senza limiti alla fantasia. “Questa era una zona di contrabbandieri di alcol, durante il Proibizionismo, la gente aveva mille buoni motivi per nascondere sotto terra di tutto”, ha proposto un impiegato. Lo storico locale Feliks Banel pensa invece ad un manufatto di epoche lontane, ormai dimenticate. E ovviamente, tra le ipotesi più bizzarre, è spuntata pure quella extraterrestre: la mega-escavatrice avrebbe urtato un disco volante precipitato o addirittura l’ingresso di una base segreta aliena…

Tutto possibile, per quanto assai improbabile, almeno fino a quando non verrà chiarita la natura di questo oggetto. E non sarà semplice. Una volta drenata l’acqua, gli operai potranno scendere per guardare di persona l’ostacolo: ma con quelle pressioni atmosferiche, la squadra potrebbe lavorare per pochi minuti e poi ogni componente avrebbe bisogno di sostare in camera di decompressione, prima di tornare in superficie- proprio come un sub.

BERTHA È ALTA CIRCA 18 METRI E LUNGA QUASI 100

Non solo. Per smantellare l’oggetto, probabilmente sarà necessario ricorrere ai martelli pneumatici. E se non sarà possibile farlo in profondità, servirà un altro scavo- questa volta, in verticale e perpendicolare, per scendere dal livello della strada fino al punto in cui Bertha si è fermata. “In quello strato, non ci dovrebbe essere materiale di riporto, nè locomotive, nè vascelli, nè altri manufatti”, ha ribadito Dixon. Se gli ingegneri hanno ragione,  troveranno solo un enorme blocco di pietra fuori posto: la più moderna tecnologia battuta da una roccia. “Io spero di no”- ha però detto Williams-“sarebbe bello trovare un nuovo mistero…

SABRINA PIERAGOSTINI

Condividi su:
Facebook Twitter Email

16 risposte a Mistero a Seattle: cosa blocca la trivella più grande al mondo?

  1. Pingback: Mistero a Seattle: cosa blocca la trivella più grande al mondo? | Pianetablunews

  2. Franco scrive:

    Usare un georadar no?

  3. fabrizio scrive:

    magari si tratta solo di un compatto blocco di roccia calcarea. oppure… un enorme geode “un diamantone” grande come una casa :0)

  4. fabio scrive:

    mmmh! sarà uno dei monoliti seminati nel cosmo dal dio Kubrick eh!eh! all’alba dell’Universo…e Berta filava, filava la lana..:D

    http://it.wikipedia.org/wiki/Stanley_Kubrick

    aspettando l’Epifania (Natale ortodosso)..:)

  5. fabio scrive:

    gli sgarzoli di Antifuffoonline…)

    hanno fatto una ricerca e sembra che la causa sia “un grande tubo” d’acciaio che si pone trasversalmente alla direzione della trivella…che sembra essere stata danneggiata dall’urto con l’ostacolo imprevisto…

    http://blogs.seattletimes.com/today/2014/01/whats-blocking-bertha-a-huge-steel-pipe/

    in realtà sapevano che c’era -il condotto- sin dal 2002…o_O

    mmmh! magari c’hanno anche scommesso sopra..;)

    possibile..:D

  6. Malles scrive:

    Sgarzoli?? Ma no!! Esssòoo ragasssi.

    L’avevo trovato pur’io l’articolo del tubazzo. Da qui a voler rompere il…ghiaccio atteggiandosi a GROSSI iceberg sparpagliati e dallo spessore di KM. ce ne corre…
    Alla fine non sono altro che ghiaccioli da frigo…Se poi vogliamo connetterli all’istolisi e all’istogenesi con le relative metamorfosi, beh! Con un simile atteggiamento verso chi fa ricerca come loro, NON diventeranno mai farfalle, ma resteranno sempre bruchi…

    Ovviamente tutto ci sta e fa brodo, meno la serietà e una ricerca di DISTINZIONE tra loro (scettici) e quelli che reputano poveracci (NON ciechi però, ma possibilisti).

    A mio parere il loro grande errore di fondo è il credersi falchi che hanno la possibilità di sbaragliare le orde del nemico, avendo la supremazia mentale adatta a debellare la dabbenaggine e la creduloneria delle povere masse trasecolanti, confondendo la fede dogmatica con fede da constatazione che è tutta un’altra cosa…

    • Sabrina Pieragostini scrive:

      Non ti dispiacere…l’articolo aggiornato è già stato pubblicato ieri su Panorama.it : http://scienza.panorama.it/spazio/extremamente/seattle-mistero-risolto
      Dispiace a me che non lo hai letto!

      • Andrea scrive:

        Il mio dispiacere era indirizzato a coloro che speravano in una qualche spiegazione fantascientifica o sovrannaturale.

        • Sabrina Pieragostini scrive:

          E perchè mai? Anzi, sarebbe bello che la scienza e la mente umana potessero spiegare tutto…

          • Andrea scrive:

            Quello che attualmente non si riesce a spiegare, non dev’essere necessariamente ricondotto ad ipotesi fantastiche o sovrannaturali.
            Tante cose, che qualche anno fa sembravano impiegabili, con il progredire della scienza, ora sono di perfettamente spiegate (scusa il giro di parole).
            Non ricordo nessuna “spiegazione” sovrannaturale che si sia, con il senno di poi, dimostrata corretta.

          • Sabrina Pieragostini scrive:

            E chissà quante assurdità che oggi sembrano tali alla scienza un giorno saranno di normale quotidianità.

  7. fabio scrive:

    ah!ah!ah! siamo alla pantomima..:D

    per la verità, con o senza “la Sofia” ah!ah! si sa da Dicembre…che c’entra un tubo con la trivella..:D

    e Berta filava..:D

  8. Malles scrive:

    @Andrea. ….Mumble, mumble…Parafisica o iperfisica? Vediamo (tra una poesia e l’altra…)

    Potrei aprire e concludere con uno dei più grandi fisici di ogni tempo, quel Max Planck (1858-1947), e la sua “rivoluzione” quantica, che ebbe a dire: “Vi sono realtà che ESISTONO al di fuori delle percezioni normali dei nostri sensi, e vi sono problemi e conflitti, dove tali realtà hanno più valore dei grandi tesori del mondo delle NOSTRE ESPERIENZE” .

    Avrei concluso, ma mentre aspetto che mi venga un…colpo di rima, ti dirò che… si tratterebbe di un’estensione arbitraria inglobare qui, ora, una sequela di correnti di pensiero, non mi dilungherò sennò famo notte, famo…Però mettere tutto nel calderone del fantastico o della spiegazione scientifica presente o al massimo futura, sarebbe come voler comprendere nell’astronomia gli angeli del cielo dantesco, o gli dei del Walhalla.

    Beninteso invece, è lecito, anzi doveroso, aver sempre presente i limiti umani in ogni ricerca, avendo la semplicità/acutezza di avvertire l’inconoscibile intorno a noi. Solo conoscendo i propri limiti e abbandonando (almeno durante queste ricerche) la boria individuale, si può portare il proprio superIO al di là delle nostre possibilità conoscitive. Comprendo che detto così e per chi non è “addentro” ai “lavori” possa risultare assurdamente incomprensibile, ma posso assicurare che NON è così. I cosidetti “SANTI” lo sapevano (inconsciamente) bene, cioè che NON esiste un universo “finito”.

    Storicamente troviamo non pochi tentativi di “tradurre” in schemi noti alla fisica certi fenomeni che esulano da questa. Si trattava per gli studiosi di ieri, come per quelli di oggi, di una fisica “di lato” , di una fisica come se…di una, appunto…”parafisica”.

    I “fenomeni” della parafisica, spesso NON contraddicono i canoni fisici, anche se gli “altri” canoni rimangono fuori dalla sua portata, pur agendo (nel nostro mondo è giocoforza) secondo principi fisici. Mi spiego meglio, se una forza “IGNOTA” (da noi richiesta) fa suonare una campana, continueremo a chiederci cosa (nel mio caso NON chi) ha provocato il suono. Noi sappiamo bene che la fisica ci dice che le onde sonore si diffondono alla velocità di 340 mt. al secondo ( mm.più o mm. meno…). Questa si direbbe sia una caratteristica essenziale della “parafisica”, attribuendole la preposizione “para”, che significa ACCANTO…

  9. Silver scrive:

    In più occasioni, hanno fatto vedere queste trivelle al lavoro e quando una “punta” si rompe, vanno davanti alla testa fresante della macchina TBM per cambiarla.
    Questa operazione, dev’essere effettuata nel minor tempo possibile, perchè tenere ferma questa macchinacome questa ha dei costi spropositati.
    Per cui, mi fa strano pensare che non abbiano ancora capito cosa c’è davanti alla macchina.

    In questo video di Megacostruzioni si vede bene la macchina e l’accesso alla parte anteriore della testa fresante

    http://www.youtube.com/watch?v=KgYUTy_Sr24

Rispondi a Malles Annulla risposta

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *