“Marte, obiettivo primario e possibile nel 2030”

Non è fantascienza, non è un’utopia. Mandare un equipaggio umano su Marte è una prospettiva possibile e anche vicina. Secondo gli esperti, con le nostre conoscenze attuali sarà possibile portare il primo uomo sul Pianeta Rosso nel 2030– praticamente, domani. Ma sono necessari alcuni fondamentali cambiamenti di rotta affinchè il progetto si tramuti in realtà.

L'UOMO SU MARTE? SARÀ PRESTO UNA REALTÀ

Un gruppo di lavoro, composto da 60 studiosi in rappresentanza di una trentina tra governi, enti scientifici e industrie nel settore tecnologico, ha stilato le linee-guida da seguire per realizzare l’obiettivo numero 1 della Nasa del XXI secolo. Punto primo: bisogna tornare agli investimenti pre-crisi. Insomma, con i bugdet continuamente tagliati dall’Amministrazione Obama non si va da nessuna parte, tanto meno su Marte.

“Per pianificare una missione del genere è indispensabile avere molti fondi a disposizione, sapere quanti saranno, anno dopo anno, e non trovarseli cancellati dal governo successivo”, ha dichiarato a SPACE.com Chris Carberry, direttore esecutivo di Explore Mars Inc., l’organizzazione che ha ospitato questo laboratorio di esperti in collaborazione con l’American Astronautical Society. “Dovremmo poter contare su un budget ragionevole, cosa che adesso non c’è”.

Quel viaggio impegnativo– circa nove mesi all’andata, altrettanti al ritorno- nei progetti della Nasa dovrebbe essere affrontato con un nuovo vettore pesante da lancio ( lo Space Launch System, abbreviato in SLS, derivato dallo Space Shuttle ) e una nuova capsula spaziale, denominata Orion Multi-Purpose Crew Vehicle. Entrambi sono ancora in fase sperimentale: la navicella dovrebbe essere sottoposta ad un primo test di volo nei prossimi mesi, senza equipaggio umano.

Ma per poter accendere i razzi verso Marte, in tempi decisamente brevi, i partecipanti al workshop- tutti convinti che questa sia una priorità dell’esplorazione spaziale- si sono trovati d’accordo anche sull’esigenza di coinvolgere altri Stati, altri enti spaziali e altre aziende. Insomma, quel balzo dell’Umanità sul suolo marziano non può che avvenire con una vasta collaborazione internazionale, sia commerciale che industriale, e intergovernativa.

Il modello è l’ISS– la stazione che dal 1998 orbita sulle nostre teste, ad una quota variabile tra i 280 e il 470 chilometri. Alla sua costruzione e mantenimento hanno contribuito la Nasa, l’Ente Spaziale Europeo, la russa RKA, la JAXA giapponese e la Canadian Space Agency. “Ha resistito tutti questi anni proprio perchè è una missione internazionale, regolata da ferrei trattati ed accordi sottoscritti tra le Nazioni ” ha detto Carberry. “Se proseguissimo sulla strada della partnership, accrescendola ulteriormente,  questa sarebbe l’eredità più importante della ISS.”

LA TECNOLOGIA ATTUALE PERMETTEREBBE IL VIAGGIO FINO A MARTE

Non solo. La stazione potrebbe essere utilizzata come avamposto per simulare la missione marziana. Gli ingegneri potrebbero sfruttare questo laboratorio orbitante per sperimentare la telerobotica e le nuove tute spaziali, per anticipare- e quindi risolvere- i problemi che potrebbero manifestarsi. E prima di lanciarsi verso il Pianeta Rosso, sarebbe interessante, come “missione-ponte”, la cattura di un asteroide da collocare in orbita lunare sul quale gli astronauti farebbero un po’ di pratica- soli, nello spazio, in un ambiente ostile. Ma a distanza di sicurezza.

Mentre gli esperti discutono e si confrontano sulla data ipotetica del 2030, il gruppo privato olandese Mars One procede a ritmi serrati nel suo progetto marziano. Dopo varie tappe di preparazione (la roadmap include il lancio di un satellite, l’invio su Marte di un rover e di vari cargo con il materiale logistico), la partenza del primo equipaggio umano è stata ora fissata per il 2025. Un viaggio di sola andata- i pionieri marziani non faranno mai ritorno sulla Terra- che non ha tuttavia frenato gli entusiasmi: sono stati circa 200mila le autocandidature raccolte via web da tutto il mondo.

Tra coloro che hanno inviato il loro messaggio-video,  sono stati selezionati 1058 aspiranti astronauti. “Le prossime fasi di selezione, nel 2014 e nel 2015, prevedono rigorose simulazioni, per testare le capacità fisiche e psicologiche dei candidati rimasti”, ha spiegato il dottor Norbert Kraft, responsabile medico di Mars One. Quali saranno queste prove? Ancora non si sa, perchè la società sta trattando i diritti con alcuni gruppi televisivi che seguiranno passo passo la missione, in una sorta di Grande Fratello sempre in diretta dove sarà il pubblico alla fine a votare il suo equipaggio preferito.

 “Possiamo assicurare che i nostri candidati diventeranno delle celebrità nella loro città e forse anche nelle loro nazioni. Si preannuncia molto interessante”, ha detto uno degli ideatori del progetto, Bas Lansdorp, che si sta rivelando un grande comunicatore ed un abile uomo di affari. Ha lanciato una raccolta-fondi tra tutti i supporter della missione marziana, sul sito ha messo in vendita vari tipi di gadget e anche i bitcoin, il denaro virtuale… Di sicuro riuscirà a strappare anche un bel contratto per la messa in onda del primo reality game spaziale.

LA COLONIA UMANA IMMAGINATA DA MARS ONE

Ma Mars One non è sola. C’è anche Inspiration Mars Foundation, promossa dal primo turista del cosmo, il milionario Dennis Tito. Entro il 2021, questo gruppo no-profit spera di lanciare una coppia di astronauti- meglio, se marito e moglie- per dare un’occhiata da vicino al Pianeta Rosso: non poseranno il loro piede lassù, ma compiranno un flyby sulla sua superficie, ad una altezza di circa 160 chilometri. Poi faranno dietro front e torneranno a casa.

Ha puntato i suoi occhi su Marte anche il magnate Elon Musk, fondatore dell’industria spaziale SpaceX e amministratore delegato della compagnia Tesla. Il suo obiettivo: creare il primo insediamento umano stabile, fino ad un massimo di 80mila persone.  Per farlo, prevede di utilizzare un enorme razzo, che porterà nel corso degli anni decine di coloni. Costo del biglietto: 500 mila dollari. La progettazione del vettore è in corso: il prototipo ha già un nome,  Grasshopper ( “Cavalletta”).

Un altro progetto, quello sviluppato da Mars Society, guidata da Robert Zubrin, punta a mantenere contenuti i costi di una possibile missione. Gli astronauti potrebbero arrivare su Marte con la tecnologia già esistente. Ma una volta lì, produrrebbero ossigeno e carburante estraendoli dall’atmosfera, mentre ricaverebbero acqua e altri materiali utili dal sottosuolo. All’energia provvederebbe un reattore nucleare. La colonia potrebbe così diventare presto autosufficiente evitando continui, costosi viaggi di rifornimento dalla Terra.

Piani fino ad oggi considerati alla stregua di sogni ad occhi aperti, ma che invece- secondo il workshop di esperti- potrebbero avere alte probabilità di concretizzarsi. “L’idea di Inspiration Mars è buona, potrebbe fare da apripista ad una successiva missione sul suolo marziano”, ha confermato Chris Carberry. “La finestra temporale del 2021 è interessante, potrebbero passare da Venere, di per sè già notevole. Se Inspiration Mars parte in quell’anno, aiuterà gli scienziati a far calpestare la polvere di Marte da un piede umano entro il 2030.”

SABRINA PIERAGOSTINI

 

 

 

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3 risposte a “Marte, obiettivo primario e possibile nel 2030”

  1. Malles scrive:

    Non ho nessun dubbio che questo progetto sia realizzabile, malgrado le obbiettive difficoltà riscontrabili. Unico e incredibile sarebbe rendere respirabile l’aria di Marte, neccessaria per non vivere rinchiusi come in gabbia.

    Il progetto di ingegneria planetaria si chiama “terraformazione”,( Il problema è che Marte si trova al doppio della distanza dal Sole e con una forza di gravità di circa 1/3 di quella terrestre) con il logico e conseguente “principio antropico” con la riproducibilità della vita nel sistema solare. Non realizzabile? Ricordo che siamo passati in poco più di 200 anni dalla mongolfiera alla stazione ISS.

    L’uomo si espanderà nell’universo, è solo questione di tempo, magari con la tanto biasimata tecnica della “crioanimazione sospesa”. Gli ostacoli principali sono “quasi” ormai tutti di tenore finanziario. In ogni caso la vita su Marte NON sarà solo riservata a pochi eletti, ma a tutti coloro che credono che il futuro dell’uomo comprende NECESSARIAMENTE una nuova patria. A ben guardare poi questo è un progetto che nella sua totalità verrebbe a costare molto meno dell’assurdo progetto americano delle guerre stellari

  2. fabio scrive:

    tutte cose “già studiate” -E PROGETTATE- più di 50 anni fa..:)

    bisognava solo farle! NON le abbiamo fatte? così SEMBRA!..ma NON è che NON potevamo farle, semplicemente -ANCORA- ufficialmente, NON le abbiamo fatte…o_O

    l’elettronica e la tecnica per affrontare il viaggio c’erano già (dal ’72 i chip) a metà degli anni ’70, e i sistemi di sopravvivenza complementari furono studiati, ed erano possibili nella realizzazione in loco, già dall’epoca…bisognava SOLO partire dal suolo lunare -GRAVITA’ INFERIORE- per ASSICURARE carburante per un viaggio di ritorno…

    sulla Luna c’eravamo nel ’69 (ufficialmente) e costruirci una base stabile, che prevedeva strutture per un lancio per Marte, era nelle “priorità” del tutto sviluppabili per la seconda metà degli anni ’70! voi pensate che -TUTTO CIO’- NON era all’epoca ANCORA possibile?..VI SBAGLIATE!.;)

    l’avamposto lunare era UNA NECESSITA’ degli anni ’70…NON solo per le future missioni su Marte, e NON solo per il controllo dei cieli terrestri a 360° (eravamo ancora APPARENTEMENTE in piena guerra fredda), ma soprattutto era FONDAMENTALE per il controllo delle “finestre d’ingresso” -ANGOLI MORTI- all’atmosfera terrestre -DALLO SPAZIO PROFONDO- creati dalla Luna stessa…

    http://it.wikipedia.org/wiki/UFO_(serie_televisiva)

    in questa serie televisiva della fine degli anni ’60 TUTTE queste tematiche e molte altre venivano già affrontate così come accadde nella realtà scientifica sin dalla fine degli anni ’40 con gli studi, e poi con le realizzazioni spaziali, di Wernher von Broun…

    http://it.wikipedia.org/wiki/Wernher_von_Braun

    quando egli “comprese” di essere stato bypassato, dopo l’impresa della Luna, nella realizzazione dei programmi prefissi, si dimise…era il ’72…o_O

    un estratto…
    “… Con l’interruzione del programma Apollo, von Braun si accorse di avere una visione del futuro della corsa allo spazio profondamente diversa da quella della NASA, quindi il 26 maggio 1972 rassegnò le sue dimissioni…”

    che “questi SUOI programmi spaziali” -E LE RELATIVE STRUTTURE- siano stati realizzati -O MENO- e\o “come e perché!” bèh…questo è un’altro “pardimaniche”…o_O

    e per certo NON è detto che TUTTO quello che NON sappiamo e\o NON si vede NON sia stato fatto o NON esista…forse W.V.B, come SICURAMENTE altre intelligenze umane, aveva VISTO “un pezzo di futuro” -MOLTO DIVERSO DA QUELLO CHE E’ STATO POI- per l’umanità! un “futuro” per l’epoca NON ancora possibile, ma…

    PER BEN ALTRI MOTIVI…

    salute e prosperità..:)

  3. Silver scrive:

    Ho paura che sarà un viaggio senza ritorno però.

    Incrociamo le dita per i futuri atronauti o forse sarebbe meglio dire: ” i nuovi abitanti di Marte “.

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