Nuove conferme- con sorpresa- per il Pianeta X

Cosa si nasconde alla periferia del sistema solare, non illuminato dalla luce del Sole,  così oscuro e lontano da non risultare visibile ai nostri telescopi più potenti? Da decenni, si sospetta la presenza di un grande corpo celeste– un pianeta- finora sfuggito all’osservazione a causa della sua orbita ellittica che lo porterebbe a grande distanza dalla nostra stella. Una volta lo chiamavano Planet X, sia perché misterioso, sia perché decimo rispetto ai nove già noti; da qualche anno, dopo il declassamento di Plutone, gli astronomi lo cercano con il nome di Planet Nine. Ma della sua esistenza, ancora, nessuna prova diretta.

UN'IMMAGINE ARTISTICA DEL NONO PIANETA

UN’IMMAGINE ARTISTICA DEL NONO PIANETA ANCORA DA INDIVIDUARE

Ultimo nel tentativo di stabilire se- almeno a livello teorico– questo pianeta nr. 9 sia davvero possibile è lo studio appena postato su ArXiv.com ( il database scientifico della Cornell University) scritto a quattro mani da Robert Finch- ingegnere capo della Lockheed Martin Corporation ora in pensione- e da Mattia Galiazzo, astrofisico italiano che lavora per l’Università di Vienna. «Vari articoli hanno recentemente suggerito la possibile presenza di un nono pianeta (Pianeta X) che potrebbe spiegare le perturbazioni gravitazionali di un numero di oggetti transnettuniani. Per analizzare ulteriormente la possibilità, abbiamo applicato la meccanica celeste, la fisica ingegneristica e l’analisi statistica per sviluppare stime migliorate», si legge nell’abstract del testo.

Da tempo, gli scienziati sono indotti a pensare che qualcosa (pure piuttosto ingombrante) debba esistere al di là di Nettuno per la presenza di una serie di grossi asteroidi, denominati collettivamente “oggetti transnettuniani” , collocati nella cosiddetta Fascia di Kuiper, con orbite anomale ed irregolari spiegabili solo con la forza d’attrazione esercitata da un corpo di grande massa. Come ricordano anche i due autori di questo articolo, negli anni ’80 del XX secolo l’Osservatorio Navale degli Stati Uniti intraprese un vasto sforzo per individuare  questo ipotetico pianeta sotto la direzione di Robert Harrington, che usò persino le sonde Pioneer 10 e 11 nella ricerca.

QUANTI PIANETI SI NASCONDONO NELLA FASCIA DI KUIPER?

IL CORPO PLANETARIO SI NASCONDEREBBE NELLA FASCIA DI KUIPER

Poi, nel 2014, a dare nuovo impulso era stata la scoperta degli astronomi Chad Trujillo e Scott Sheppard di un pianeta nano dalle caratteristiche orbitali insolite che rendevano ancora più impellente la presenza di un corpo planetario all’estremo confine del sistema solare. Nel 2016, ha avuto grande eco in tutto il mondo l’annuncio di Michael Brown e Konstantin Batygin, ricercatori del CalTech, che sulla base dell’osservazione di sei oggetti trans-nettuniani hanno elaborato una simulazione al computer del potenziale Planet 9: per loro,  con una massa pari a circa 10 volte quella della Terra e con un’orbita così ellittica da compiere un’intera rivoluzione intorno al Sole in ben 15 mila anni.

Valori che in seguito sono stati un po’ ridimensionati, ma mai smentiti. Anzi,  nel frattempo altri studi indipendenti hanno prodotto simulazioni che confermano, nella sostanza, l’ipotesi di Brown e Batygin. In questo contesto, si inserisce la ricerca di Finch e Galiazzo, che hanno però esteso l’analisi ad un numero maggiore di asteroidi, aggiungendone altri sei. L’articolo intitolato “L’orbita del Pianeta Nove derivata dalla Fisica Ingegneristica”, corredato di formule matematiche ed equazioni, non è certo di facile lettura senza una laurea specialistica. Ma nelle loro conclusioni, i due autori sintetizzano e spiegano sia il metodo utilizzato, sia i risultati ai quali sono giunti.

L'ORBITA DI QUESTO MISTERIOSO PIANETA SAREBBE FORTEMENTE ALLUNGATA

L’ORBITA DI QUESTO MISTERIOSO PIANETA SAREBBE FORTEMENTE ALLUNGATA

«La teoria secondo la quale un grande, lontanissimo pianeta in orbita attorno al Sole sta sistematicamente organizzando gli asteroidi di lungo periodo è fortemente supportata», scrivono. I due scienziati sono stati in grado di  stimare l’orbita e la massa del pianeta invisibile e nello stesso tempo hanno potuto giustificare matematicamente la posizione dei 12 corpi trans-nettuniani. Per loro, dunque, tutto torna, tutto si spiega:«L’analisi e i risultati forniscono prove convincenti dell’esistenza di un grande corpo planetario in un’orbita di lungo periodo con le caratteristiche previste.» Per l’astrofisico italiano e l’ingegnere americano, il risultato più convincente è stato scoprire che i piani orbitali di tutti e 12 gli asteroidi di riferimento si avvicinano abbastanza a un piano comune, previsto dalla teoria come piano orbitale del Pianeta X.

Con i loro calcoli, hanno poi definito anche l’inclinazione del pianeta, il perielio, l’eccentricità, il periodo orbitale, la lunghezza del semiasse maggiore – tutti elementi essenziali di questo misterioso mondo. Per la maggior parte, i dati ricavati da Robert Fitch e Mattia Galiazzo sono risultati molto vicini a quelli proposti dai ricercatori del CalTech, come ad esempio per quanto riguarda le dimensioni: il valore stimato è di circa 8,4 masse terrestri. Lo stesso vale per l’eccentricità  (che serve a misurare quanto l’orbita sia deviata rispetto ad un cerchio perfetto), calcolata a 0.62 rispetto a 0.60 avanzata da Brown e Batygin. Discorso diverso, invece, per il tempo impiegato a compiere un’intera rivoluzione attorno alla nostra stella, che risulta molto più basso rispetto alle stime precedenti.

L'IPOTETICO PIANETA 9 PRAGONATO ALLA TERRA, A URANO E A NETTUNO

L’IPOTETICO PIANETA 9 PARAGONATO ALLA TERRA, A URANO E A NETTUNO

Dai dati, i due studiosi hanno ricavato l’afelio (il punto di massima lontananza dal Sole) a 233 Unità Astronomiche– quindi, 233 volte la distanza Terra-Sole- mentre il perielio si troverebbe a 82 UA. Un anno, su questo probabile decimo pianeta del sistema solare, durerebbe l’equivalente di 3556 anni terrestri. Un lasso di tempo che starà facendo sorridere tutti i fan di Zecharia Sitchin: lo scrittore, nei sui libri, identificava il Planet X con Nibiru, il “pianeta degli Dei”, luogo di provenienza delle divinità mesopotamiche chiamate Anunnaki- per lui, in realtà, conquistatori alieni. E dai testi antichi, Sitchin aveva ricavato l’informazione che quel mondo (considerato solo un mito, una fantasia letteraria dai suoi detrattori) impiegava circa 3600 anni per compiere un’orbita attorno al Sole. Strana, stranissima coincidenza…

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