L’UFO di Losanna studiato dai ricercatori in California

C’è un avvistamento UFO che ha sollevato l’interesse dei ricercatori americani. È un caso accaduto alcuni anni fa, a migliaia di chilometri dagli Stati Uniti, in Svizzera, eppure le sue caratteristiche peculiari hanno attirato l’attenzione di un “mostro sacro” dell’ufologia, l’astrofisico francese Jaques Vallèe– da decenni ormai trapiantato negli States– e del microbiologo Garry Nolan, noto anche per aver sottoposto ad esame genetico il cosiddetto “Essere di Atacama” e per aver collaborato con To The Stars Academy. 

L'ASTROFISICO FRANCESE JAQUES VALLÈE

L’ASTROFISICO FRANCESE JAQUES VALLÈE

La vicenda al centro dei nuovi studi ha avuto luogo il 18 novembre 2015, alla periferia di Losanna. Protagonista, una donna sulla cinquantina che ha chiesto di restare anonima per timore di venir ridicolizzata, incontrata e intervistata dal giornalista svizzero Christoph Kummer: il suo articolo è stato appena pubblicato dal sito TheDebrief.com. Ecco la storia: la signora- la chiameremo  Ocèanequella mattina, poco prima dell’alba, si alza per bere un caffè. Ma resta perplessa osservando il panorama dalla finestra della sua cucina: non riesce a distinguere la casa di fronte. Esce sul balcone e nota una strana “nebbia rosa”. 

«Potevo vedere la chiesa, ma non la casa proprio davanti a me. La nube si è alzata e si è spostata verso il campanile della chiesa. Poi ho visto queste sfere di luce bianca, giravano come una giostra nella nuvola», ha detto a Kummer. Le foto e soprattutto il video che ha ripreso quella mattina confermano il suo racconto. Si vedono quelle luci muoversi in tondo, semi nascoste da quella nebbia anomala. Uno spettacolo durato alcuni minuti. Ma nel filmato, si notano anche dei puntini luminosi più piccoli, che sfrecciano come degli insetti impazziti. «Emettevano un suono sommesso quando colpivano le mie persiane, come il battito delle ali di un uccello», prosegue. «Nel farlo, hanno lasciato un liquido biancastro simile al latte». 

UN'IMMAGINE DEL MISTERIOSO FENOMENO AVVENUTO A LOSANNA NEL 2015

UN’IMMAGINE DEL MISTERIOSO FENOMENO AVVENUTO A LOSANNA NEL 2015

L’esperienza segna emotivamente e fisicamente Ocèane: ha improvvise perdite di sangue dal naso, gli occhi molto arrossati, tanto che deve rivolgersi a un dottore. Non si è mai interessata di UFO, li ha visti solo al cinema e non crede che esistano, tuttavia cerca risposte all’enigma di cui è stata testimone. Su Internet trova il nome giusto: Bruno Mancusi. Chimico, creatore del primo database degli avvistamenti avvenuti nella Comunità Elvetica (finora sono oltre 1400), è il più attivo dei ricercatori su questo genere di fenomeni del Cantone di Vaud, dove si trova Losanna. Mancusi ascolta la storia di Ocèane, si convince che si tratta della segnalazione più interessante degli ultimi decenni in territorio svizzero e insieme a lei decide di coinvolgere la comunità scientifica.  

La signora infatti ha qualcosa di più tangibile e verificabile del semplice video per dimostrare la sua esperienza: ha raccolto dei campioni di quel lattice lasciato sulle sue finestre. Ne ha intriso alcuni fiocchi di cotone che poi ha riposto in contenitori sigillati. Materiale che la scienza- sempre più che scettica, quando si parla di fenomeni fuori dal comune- potrebbe esaminare per dare risposte certe. Per una volta, c’è una prova oggettiva  da testare. Lo stesso Mancusi lavora come tecnico di laboratorio, così invia una email a vari enti di ricerca di Losanna (l’Università, l’Istituto Federale di Tecnologia, l’Ufficio Ambientale), ma senza successo: tutti rifiutano di dare un’occhiata a quella sostanza adducendo come motivazione che un compito del genere spetta a laboratori privati.  

«Capisco la loro reazione, ma non va bene. In fondo, era qualcosa di potenzialmente sconosciuto che poteva rivelarsi emozionante per la scienza», ha detto lo studioso svizzero a Kummer. In ogni caso né Mancusi né Ocèane si arrendono. Il ricercatore viene a sapere dell’esistenza di uno studio per analizzare in laboratorio materiali collegati ad avvistamenti misteriosi condotto negli Stati Uniti da Jaques Vallèe.  Un personaggio che non ha bisogno di presentazione: si occupa di oggetti volanti non identificati dagli anni ‘50, ha scritto vari libri sull’argomento ed è considerato una vera autorità in materia. Si è ispirato a lui Steve Spielberg per il personaggio dell’astronomo nel suo film “Incontri Ravvicinati del Terzo Tipo”. Vallèe, a differenza di quasi tutti i suoi colleghi, ritiene che il fenomeno valga la pena di essere investigato in chiave scientifica, pur non lesinando critiche alla classica associazione UFO=astronavi aliene, da lui ritenuta poco credibile. 

Mancusi lo contatta e l’astrofisico- oggi ultra ottantenne– si dimostra molto interessato alla vicenda. Fissano un appuntamento a Parigi per il marzo 2018: in quella occasione, Bruno Mancusi gli consegna i campioni raccolti dalla signora di Losanna. Tempo dopo, è Vallèe a chiamarlo per chiedergli di organizzare un incontro con la protagonista di quella insolita vicenda. Nel settembre di quell’anno, i tre si ritrovano per una chiacchierata nel salotto della signora Ocèane. «Era seduto sul divano a guardare il video e le foto, gli ho raccontato ogni dettaglio, ha preso molti appuntiÈ stato bello vedere una persona così esperta di questo fenomeno considerare seriamente la questione», ha commentato Mancusi. 

LA SILICON VALLY, IL DISRTRETTO DELLE START-UP VICINO A SAN FRANCISCO

LA SILICON VALLEY, IL DISTRETTO DELLE START-UP VICINO A SAN FRANCISCO

Vallèe è un pioniere anche per quanto riguarda la tecnologia avanzata: dal 1987 è un grande investitore della Silicon Valley, vicino a San Francisco, dove ha sostenuto la nascita e lo sviluppo di una sessantina di start-up. Per questo, ha accesso ai migliori laboratori di quella che è considerata l’area a più alta concentrazione tecnologica del mondo. Dal momento che lo scienziato francese ritiene possibile che gli UFO lascino tracce fisiche di sé- da frammenti strutturali nei siti in cui precipitano fino a residui vari al loro passaggio decide di far esaminare le prove che gli ha consegnato Ocèane. Il suo obiettivo è studiare gli isotopi: alcuni si trovano naturalmente sulla Terra, altri possono essere prodotti artificialmente in laboratorio, altri ancora esistono solo nello spazio. Studiando i materialasciati da presunti UFO, Vallèe spera di scoprire degli isotopi o degli elementi chimici sconosciuti sul nostro pianeta. 

Per farlo, si appoggia anche al laboratorio della Standford University di Garry Nolan, forse l’esperto più famoso al mondo nel campo della genetica, dell’immunologia e della bioinformatica. Da anni, anche il dottor Nolan è impegnato nella ricerca di frontiera ed è interessato ai risvolti medici collegati agli avvistamenti di strani velivoli. Impossibile però avere informazioni da lui su come stia andando il loro lavoro di indagine. Contattato via e-mail da Kummer, Garry Nolan non ha voluto rispondere alle sue domande, sostenendo che aver cambiato priorità dopo la pandemia di Covid-19. Inoltre, ha scritto, la sua esperienza gli ha insegnato che quando si tratta di UFO è meglio non dire nulla pubblicamente fino a quando le ricerche non sono completate e non si è fatta piena chiarezza. 

IL GENETISTA E MICROBIOLOGO AMERICANO GARRY NOLAN

IL GENETISTA E MICROBIOLOGO AMERICANO GARRY NOLAN

Un approccio altrettanto cauto lo ha dimostrato Jacques Vallèe. «Il motivo per cui non partecipo all’attuale dibattito sui materiali recuperati da episodi legati agli UFO è semplicemente perché dare pubblicità prematura riguardo specifici casi preclude la seria attenzione da parte degli scienziati e l’eventuale pubblicazione su riviste di settore», ha detto. I campioni di Losanna -conferma- sono parte dello studio in corso, tuttavia per ora non sono arrivati risultati coerenti e significativi. Ma il caso svizzero è molto interessante. Al blog The Debrief, Vallèe ha dichiarato: «Non ho dubbi che il racconto sia sincero e al momento non ho una spiegazione naturale per quanto accaduto. L’episodio merita ulteriori verifiche: solo analizzando quei residui potremo dire se il fenomeno sia stato prodotto dall’uomo oppure no». 

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