UFO e UAP, non solo un problema americano…

UFO e UAP hanno guadagnato, negli ultimi mesi e soprattutto in queste ultime settimane, una visibilità sui media mainstream come non accadeva da decenni. Merito dell’attesissimo report consegnato dal Direttore della National Intelligence al Congresso degli Stati Uniti lo scorso 25 giugno. Un dossier piuttosto inconcludente, per molti versi anche deludente, ma che ha tuttavia un valore indiscutibile: ha riportato un argomento a lungo considerato tabù al centro della discussione della politica, della scienza e dell’opinione pubblica. E non solo Oltreoceano.

IL RAPPORTO SUGLI UAP AL CONGRESSO HA CONFERMATO L'ESISTENZA DEGLI UFO/UAP

IL RAPPORTO SUGLI UAP AL CONGRESSO HA RIACCESO IL DIBATTITO SUGLI UFO

L’interesse per questi oggetti ipertecnologici che si muovono liberamente nei nostri spazi aerei più controllati (una realtà, non una fantasia o un mito,  lo ha confermato il Pentagono) supera i confini. Anzi, il fenomeno UFO è forse il più globale in assoluto: dall’Europa alla Cina, dall’Australia alla Russia, non c’è Nazione che resista al fascino prodotto da questi velivoli non identificati. Nel file non classificato del Dipartimento della Difesa di Washington sono definiti così 143 su 144 casi segnalati dal personale militare. Il termine alieno o extraterrestre non compare mai nelle nove pagine del fascicolo reso pubblico (non sappiamo se ci sia in quello, molto più corposo, coperto da segreto), ma il fatto stesso di non aver escluso un’origine extra umana degli UAP autorizza a non cancellare questa ipotesi dalla lista.

Anzi, di fronte ai video militari che mostrano strani velivoli dalle prestazioni eccezionali, molti hanno pensato a quella possibilità. Non gli astrofisici, che continuano a mantenere un atteggiamento di estremo scetticismo, come Neil deGrasse, noto divulgatore scientifico, che alla CNN ha ribadito il solito concetto: «Non so cosa siano, se mi piacesse fare scommesse direi che probabilmente sono errori nel software o nell’hardware. Ogni volta che c’è  qualcosa di nuovo e di moderno, ci sono sempre dei problemi tecnici. Poi, tanto per dire, potrebbero pure essere Alieni, ma le prove non sono sufficienti a convincermi». L’uomo di scienza dimentica che accanto alle riprese video ci sono anche i racconti dei testimoni oculari, piloti e comandanti militari. E soprattutto che se per ben 143 volte le sofisticate strumentazioni della difesa USA (radar, satelliti, telecamere agli infrarossi) hanno avuto tutti questi problemi tecnici, gli Stati Uniti sono messi proprio male.

PER GLI SCETTICI QUETO VELIVOLO SAREBBE SOLO UN DIFETTO DELLA TELECAMERA

PER GLI SCETTICI QUESTO VELIVOLO SAREBBE SOLO UN DIFETTO DELLA TELECAMERA

Ma quello che lo scienziato rifiuta a priori- “non può essere, quindi non è”- intriga invece il pubblico a ogni latitudine. Lo certifica anche la ricerca di Glocalities, una società olandese specializzata in indagini di mercato che ha appurato quanto la questione aliena correlata alle apparizioni di UFO sia guardata con interesse in tutto il mondo con il primo studio a livello globale mai pubblicato. Intervistato da US News, il fondatore del gruppo Martijn Lampert ha spiegato tanto interesse con il fascino che il mistero da sempre esercita sull’umanità visto che la curiosità è uno degli stimoli principali del progresso umano. Una curiosità che trapela anche dalle pagine del rapporto dell’Intelligence USA quando leggiamo «nonostante la maggior parte degli UAP descritti probabilmente rimarranno non identificati a causa dei dati limitati o delle difficoltà nel processarli e analizzarli, possiamo raggiungere nuove conoscenze scientifiche per raccogliere, analizzare e identificare alcuni di essi». Insomma, mai dire mai.

«È  molto interessante che un’istituzione come il Pentagono dia informazioni pubbliche sui Fenomeni Aerei Non identificati, che sia disposta ad apprendere, investigare e condividere dati su questi eventi inspiegabili», ha commentato Lampert. E sottolinea che i due Paesi avversari indicati come potenziali luoghi di provenienza di queste macchine dalla tecnologia sorprendente- ovvero Cina e Russia- sono tra le Nazioni più disposte a credere alla presenza di civiltà extraterrestri. Così almeno risulta dal sondaggio di Glocalities, pubblicato nel 2017, nel quale oltre 26mila cittadini di 24 diverse nazionalità hanno espresso la loro opinione sulla vita aliena. A livello mondiale, in media circa la metà degli intervistati si è detta certa della loro esistenza, in qualche parte dell’universo, e il 61% ritiene che ci siano forme di vita sugli altri pianeti.

MOLTI CREDONO CHE IL FENOMENO UFO SIA LEGATO AGLI EXTRATERRESTRI

MOLTI CREDONO CHE IL FENOMENO UFO SIA LEGATO AGLI EXTRATERRESTRI

Cambiano però le percentuali Stato per Stato. Forse può stupire, ma non sono gli Americani in testa alla classifica dei “credenti”. I popoli più aperti alla possibilità che non siamo soli nel cosmo sono Russi, Messicani e Cinesi seguiti da altre 13 Nazioni (tra cui anche l’Italia) con percentuali superiori a quella registrata negli Stati Uniti, fermi al 45 per cento. I meno convinti sono i Turchi, i Sudafricani (entrambi con il 36%), gli Indonesiani (34%) e- ultimi- proprio i connazionali di Lampert: in Olanda solo il 28% delle persone ritiene plausibile la vita intelligente nello spazio. L’Australia si colloca a metà classifica, con il 44%. Probabilmente paga lo scotto di un numero di avvistamenti decisamente inferiori rispetto a quelli segnalati negli Stati Uniti. Un fatto per il quale la responsabile dello Space Office presso l’Università di Swinburne ha una facile spiegazione.

LA SCIENZA DOVREBBE STUDIARE GLI UFO SENZA PRECONCETTI, SECONDO AVI LOEB

LA SCIENZA DOVREBBE STUDIARE GLI UFO SENZA PRECONCETTI

«Quello che spinge gli Americani a denunciare più avvistamenti UFO potrebbe essere semplicemente legato al fatto che la popolazione è molto più numerosa insieme a una maggiore attività militare», sostiene Rebecca Allen, che aggiunge un’altra possibile motivazione: da quelle parti, grazie a Hollywood e ai film di fantascienza, la fantasia galoppa. Insomma, ancora una volta da parte del mondo della scienza si cerca di buttare sul banale un problema che invece potrebbe rivelarsi epocale. Lo sa bene l’astrofisico Avi Loeb, docente dell’Università di Harvard, che non lesina critiche ai colleghi ancora prigionieri dello stigma che circonda l’argomento. «È davvero importante scoprire se questi fenomeni si verificano anche altrove ed è qui che entra in gioco l’indagine scientifica. Molti scienziati trovano ridicolo parlare di UFO e vita extraterrestre, ma non credo proprio che sia questo l’approccio giusto».

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