Luca Scantamburlo:«Taurus e RedSun, i retroscena delle missioni spaziali “impossibili”»

Marte, la nuova frontiera dell’esplorazione spaziale, l’oggetto dei desideri di Space X e della NASA, la meta da conquistare nei prossimi decenni… Oppure no? Oppure anche lassù ci siamo già stati, e pure varie volte, all’insaputa di tutti, in missioni tenute segrete che più segrete non si può? Lo dicono le fonti anonime che negli anni si sono relazionate con il ricercatore italiano Luca Scantamburlo. Ma prima di capire quali sono le possibilità storiche, tecniche e scientifiche che un’impresa del genere sia davvero avvenuta, urge un riassunto delle puntate precedenti per scoprire cosa sarebbe successo all’interno di quel progetto centrato sul Pianeta Rosso denominato RedSun (LINK).

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Con Luca Scantamburlo la storia parallela dell’esplorazione spaziale e i documenti FOIA inediti

C’è una storia parallela, che nei libri non è mai entrata e che solitamente viene definita “complottista”. Ogni volta che qualcuno mette in dubbio tempi, modi e protagonisti dell’epopea che ci ha permesso di sbarcare sulla Luna appena due decenni dopo la fine della Seconda Guerra Mondiale, be’, inevitabilmente l’ardimentoso viene tacciato di ignoranza e di fare uso esagerato della sua immaginazione. Ma cosa accadrebbe se spuntassero documenti ufficiali in grado di dimostrare che in effetti  le cose non sono andate come è sempre stato raccontato e che le fantasie di alcuni ricercatori sono fatti reali?

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Luca Scantamburlo:«Ecco quello che ho scoperto sulle missioni segrete della NASA»

C’è chi pensa che sulla Luna non ci siamo mai stati veramente e chi ritiene invece più plausibile un’altra possibilità: ci siamo stati, ma non nei tempi e nei modi che conosciamo. La recente storia della conquista dello spazio sarebbe piena di lacune, censure e falsità, almeno stando alle affermazioni di informatori anonimi che nel corso degli anni hanno fatto rivelazioni sconcertanti citando programmi segreti. Pura disinformazione o realtà abilmente occultata? Uno dei ricercatori più attivi nel cercare di dare risposta a questo interrogativo è sicuramente Luca Scantamburlo, depositario delle confidenze di alcune “gole profonde” che gli avrebbero svelato l’esistenza di missioni ufficialmente mai avvenute. Non solo quelle dirette sulla Luna, ma persino su Marte…

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Ci sono oceani anche su quattro lune di Urano

 La ricerca ormai spasmodica della vita extraterrestre nello spazio ci porta dritti dritti verso Urano, il pianeta più esterno del Sistema Solare. Un mondo gigante: potrebbe contenere 64 Terre al suo interno. È composto principalmente da roccia e ghiaccio e impiega circa 84 dei nostri anni per compiere un’orbita attorno al Sole. Lontano dalla luce solare e freddo, freddissimo. Insomma, non sembra proprio il luogo ideale per gli astrobiologi. Ma una revisione dei dati raccolti nel 1986 dalla sonda Voyager 2  che lo ha sorvolato e di altre rilevazioni scientifiche ha rivelato una sorpresa inaspettata. Delle ben 27 lune di Urano- tutte chiamate con i nomi di alcuni dei personaggi delle opere di Shakespeare e di Pope-ce ne sono quattro che hanno destato l’interesse dei ricercatori.

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Elon Musk:«Sarò il primo a trovare gli Alieni»

L’ultima impresa non è stata propriamente un successo: il suo mega razzo ha interrotto la corsa con un’esplosione nell’atmosfera pochi minuti dopo il lancio. Ma un piccolo inciampo non ferma certo il cammino di Elon Musk, il supermilionario più creativo e visionario al mondo. Il fallimento del primo test in volo di Starship viene comunque considerato un passo in avanti verso nuovi orizzonti della conquista spaziale. Perchè SpaceX non solo vuole accompagnare un nuovo equipaggio sulla Luna a 50 anni di distanza, ma sogna anche di portare il primo uomo su Marte. Ma uno come lui, che di voli spaziali ne sa qualcosa, cosa pensa della vita aliena?

È una delle domande che gli ha rivolto Tucker Carlson in una delle sue ultime interviste per Fox News: infatti il celebre conduttore del programma di prima serata, per l’appunto il “Tucker Carlson Tonight”, è stato appena licenziato…In ogni caso, rispondendo al giornalista,  Musk ha risposto: «Un sacco di gente mi domanda: “Dove sono gli Alieni?”. E penso che se qualcuno ne deve sapere qualcosa degli Alieni sulla Terra, be’, probabilmente quello dovrei essere io. Sì, ho familiarità- come sapete- con quel che riguarda lo spazio, ma non ho mai visto prove di Alieni. Mi auguro di trovarle ovviamente e farei immediatamente un tweet. Sarebbe probabilmente il tweet-top di tutti i tempi, tipo “ehi ragazzi, ne abbiamo trovato uno!”, roba da 8 miliardi di like»,  ha scherzato.

Ma oltre ad affermare di non aver mai trovato elementi o indizi che gli abbiano fatto pensare all’esistenza di intelligenze extraterrestri, si è detto certo che neppure altrove, come ad esempio ai piani alti del Pentagono, ne sappiano di più. A convincerlo, quanto detto negli Anni Sessanta da un generale: se un giorno avessero trovato conferma della presenza di altre creature, lo avrebbero reso pubblico per ottenere subito i fondi necessari per affrontare la minaccia. «Una questione sulla quale non ci sarebbero discussioni. Se tirassimo fuori gli Alieni e dicessimo: “Ci serve denaro per proteggerci da questi tipi”, ci risponderebbero: “Quanti soldi vuoi? Eccoli, sembrano pericolosi”. Insomma, sarebbe il modo più veloce per far aumentare il budget della Difesa», il suo ragionamento.

Anche se, a ben vedere, è esattamente quello che sta avvenendo, con le ultime leggi di bilancio votate dal Congresso che hanno previsto una spesa extra proprio per indagare sugli oggetti misteriosi ancora tutti da identificare segnalati in continuazione dal personale militare americano. Il guru dell’hi-tech spera comunque che da qualche parte, nel cosmo, le entità aliene esistano e soprattutto che siano pacifiche, magari proprio come l’ET di Spielberg e Rambaldi. Un’idea che la scienza, però, non condivide. Anzi, se mai un giorno dovessimo incontrare un essere proveniente da altri mondi, è molto più probabile che assomigli a Terminator piuttosto che al tenero ET. Il perché è presto detto: le creature biologiche non potrebbero vivere abbastanza per affrontare i viaggi interstellari, lunghi e pericolosi. Molto meglio utilizzare i robot e l’intelligenza artificiale (AI la sigla in inglese).

Certo,  se così fosse, allora- suggeriscono alcuni ricercatori di punta nella comunità scientifica- stiamo sbagliando completamente target: anziché cercare gli esopianeti nelle fasce di abitabilità delle loro stelle, dovremmo cercare quelli più ricchi di materiali adatti alla costruzione di macchine evolute, come ad esempio il silicio. In un articolo pubblicato sulla rivista online Big Think, l’ex astrobiologo della NASA Dirk Schulze-Makuch ha infatti spiegato: «Come tutte le nuove tecnologie, l’Intelligenza Artificiale ha vantaggi e svantaggi. Ma per l’esplorazione spaziale- intendendo quella al di là dell’immediato vicinato cosmico- è probabilmente essenziale. In effetti, un programma spaziale avanzato senza AI è difficile da concepire. E ciò non vale solo per noi, ma per chiunque là fuori intenda visitarci».

Aggiungendo poi: «Anche se la maggior parte dei film rappresentano gli Alieni come creature biologiche in arrivo sulla Terra, è assai improbabile che ciò accada. I viaggi interstellari impiegherebbe davvero un tempo lungo, così lungo che sarebbe proprio senza senso inviare corpi organici fragili e dalla vita limitata». Considerando inevitabile la crescita della AI in ogni aspetto dell’esistenza umana, il dottor Schulze-Makuch la ritiene altrettanto indispensabile per qualsiasi altra civiltà dello spazio evoluta. E se poi essa fosse tecnologicamente molto più avanti della nostra, avrebbe raggiunto delle potenzialità per noi inimmaginabili.  «Ecco perché mi aspetto che l’universo sia popolato più da AI che da omini verdi dei film Anni Cinquanta», chiosa.

Per restare in tema cinematografico, anche Seth Shostak– astronomo senior del progetto SETI- non crede che uno scenario alla Star Trek sia probabile. Cosi come non crede che eventuali creature di altre galassie possano avere qualcosa in comune con noi, come riporta il Daily Mail. «Tutti gli esseri della Terra condividono il DNA e hanno somiglianze molecolari. Ciò non di meno, solo pochi di essi ci assomigliano. Neanche gli extraterrestri lo farebbero. È assai improbabile che qualsiasi alieno che giunga sulla Terra sia  una forma di vita basata sul carbonio, con o senza peli. Le loro capacità cognitive probabilmente non saranno alimentate da una massa spugnosa di cellule che noi chiamiamo cervello. Saranno andati oltre l’intelligenza biologica, anzi, proprio oltre la stessa biologia».

Riflessioni importanti di importanti ricercatori, ma che si prestano a un’ovvia obiezione: si basano su una visione eccessivamente antropocentrica, ponendo l’Uomo come metro di misura e pietra di paragone per l’Universo intero. Se la nostra tecnologia ci impedisce  anche solo di immaginare viaggi interstellari o addirittura intergalattici, perché non accettare l’idea che altre civiltà possano aver invece raggiunto un livello tale che consenta loro di compiere queste traversate cosmiche? O ancora: perché non contemplare la possibilità che le abbiano compiute in un remoto passato e che siano già qui, nel nostro sistema solare se non addirittura sul nostro pianeta, da innumerevoli anni? Oppure, perché non pensare che il loro manifestarsi non sia legato ad astronavi a propulsione più o meno sofisticate, come faremmo noi, ma piuttosto a viaggi nel tempo o da diverse dimensioni? Per quello che sappiamo- praticamente nulla- di materia oscura, energia oscura, buchi neri, worm hole e così via, potrebbe essere possibile tutto e il contrario di tutto.

Nuova audizione sugli UAP (e nuovo video) al Senato degli Stati Uniti

«I fenomeni aerei non identificati sono inspiegabili, è vero, ma sono reali. E devono essere oggetto di indagine». A dirlo, è stato un rappresentante del Congresso degli Stati Uniti, Andrè Carson, che ha presieduto l’ormai celebre udienza del maggio 2022 incentrata sugli UAP-la prima dopo oltre 50 anni- convocata per ascoltare il sottosegretario alla Difesa per l’Intelligence Ronald Moultrie e il vicedirettore dei servizi segreti della Marina Scott Bray. Mercoledì 19 aprile, un’altra audizione si è svolta davanti alla Commissione Forze Armate del Senato americano: questa volta, a rispondere alle domande dei senatori, c’era l’astrofisico Sean Kirkpatrick, a capo dell’AARO (l’All-domain Anomaly Resolution Office).

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