Gli Ufo dell’FBI: non solo i crash di Roswell e New Mexico

Si parla di Roswell, degli alieni recuperati in New Mexico, ma anche  di decine di altri presunti avvistamenti Ufo: date, località, dettagli, nomi, tutto annotato con precisione e custodito, per anni, in totale segretezza.

Il report dell'FBI sull'UFO crash di Roswell

Dopo quelli del governo inglese e francese, sono stati aperti anche gli archivi dell’Fbi– il Federal Bureau of Investigation di Washington, organo d’indagine preposto alla sicurezza nazionale degli Stati Uniti. Dalla polvere degli anni, emergono così documenti fino a poco tempo fa resi accessibili solo a pochi ricercatori e ora invece tranquillamente pubblicati sul web, a disposizione di tutti… Dossier che riguardano gruppi terroristici ed eversivi, criminalità organizzata, complotti, ma anche- e questo un po’ sorprende- una sezione definita “Unexplained Phenomenon”–ovvero fenomeni inesplicabili come ufo, mutilazioni animali , percezioni extrasensoriali… Insomma Mulder e Scully non sono una mera invenzione cinematografica: davvero gli agenti dell’Fbi hanno investigato su X-files di difficile interpretazione. Ora, con la documentazione consultabile online, lo sappiamo per certo.

Abbiamo così letto che da Dallas, all’indomani del primo, clamoroso episodio di incontro ravvicinato del terzo tipo della storia recente- il crash di un oggetto volante non identificato il 2 luglio 1947 a Roswell– un solerte agente scrisse un’informativa urgente all’Ufficio di Cincinnati. Queste le sue parole: “Informazioni relative ad un disco volante. Il quartier generale dell’8° Air Force ha avvisato telefonicamente questo ufficio che un oggetto ipotizzato essere un disco volante è  stato recuperato vicino a Roswell  in questa data. Il disco era di forma esagonale ed era appeso con un cavo ad un pallone, il cui diametro era approssimativamente di 20 piedi (6 metri n.d. A). –OMISSIS- in seguito ci informò che l’oggetto trovato assomigliava ad un pallone meteorologico d’alta quota con un riflettore radar, ma in quella conversazione telefonica tra il loro ufficio e Camp  Wright non si era evidenziata una simile convinzione. Il disco e il pallone vennero poi trasportati a Camp Wright con un aereo speciale per essere esaminati. Questo ufficio ha proceduto all’informativa per motivi di interesse nazionale. E di fatto mezzi di informazione nazionali, l’Associated Press e altri stanno cercando di scoprire dove si trovi ora il disco.-OMISSIS- ha consigliato di chiedere a Camp  Wright di riferire i risultati dell’esame all’ufficio di Cincinnati. Non sono state fatte ulteriori indagini in materia”.

Insomma, la versione di comodo del pallone meteo precipitato- diffusa dai vertici dell’Aeronautica americani nei giorni seguenti all’episodio, per mettere a tacere le troppe voci che si rincorrevano in merito alla vera natura del fenomeno- fu raccontata anche all’agente dell’Fbi. Che però- dal dispaccio- ne appare molto poco convinto, tant’è che trasmette all’ufficio centrale il comunicato urgente in cui parla esplicitamente di “oggetto ipotizzato essere un disco volante”, così come gli hanno riferito nella prima telefonata intercorsa con un portavoce dell’Ottava Air Force.

Altro mistero, altra informativa Fbi. Questa volta conosciamo anche il nome dell’agente, tale Guy Hottel. Quello che ha da riferire al direttore del servizio è ancora più incredibile. Perchè questa volta- siamo nel 1950- sempre dai cieli del New Mexico non solo sono caduti 3 oggetti volanti non identificati, ma al loro interno vengono scoperti i corpi di alcuni extraterrestri.

Leggiamo insieme.“22 marzo 1950. Da Guy Hottel, informazioni relative ad un disco volante. La seguente notizia è stata fornita all’agente speciale OMISSIS. Un investigatore delle forze armate ha stabilito che 3 cosiddetti dischi volanti sono stati ritrovati in New Mexico. Sono descritti di forma circolare con la parte centrale sollevata, con un diametro all’incirca di 50 piedi (15 metri). All’interno di ciascun disco, c’erano tre corpi di aspetto umano, ma alti solo 3 piedi (90 centimetri), vestiti con abiti metallici dalla trama molto sottile. Ogni corpo era avvolto in tute molto simili a quelle utilizzate da piloti impegnati nei test a velocità supersonica. Secondo l’informatore, il signor OMISSIS, i dischi volanti sono stati scoperti in New Mexico perché in quell’area il governo ha piazzato un radar ad altissimo potenziale e si ritiene che esso interferisca con la strumentazione di controllo dei dischi volanti. Nessun’ ulteriore valutazione sull’argomento è stata avanzata dall’agente speciale OMISSIS.”

Ecco dunque la descrizione stupefacente del ritrovamento di 9 alieni, tre per velivolo- non si specifica se vivi o morti, ma il senso del discorso fa pensare che si tratti di cadaveri. Umanoidi di piccole dimensioni, alti meno di un metro: non si fa riferimento ad altri dettagli fisici, ma sembra di riconoscere la classica fisionomia dei cosiddetti “grigi”, simili a bambini dalle teste molto grosse e con gli occhi tondi. Il tono della relazione è molto pacato, direi quasi indifferente, come se l’agente Hottel stesse raccontando un fatto di quotidiana normalità. E invece, sta riferendo del ritrovamento di 9 esseri provenienti da un altro mondo! Siamo di fronte ad un professionista dal grande sangue freddo oppure a qualcuno che ha già visto, ha già saputo e quindi non si meraviglia di quanto sta accadendo in New Mexico?

Un presunto Ufo avvistato in New Mexico

Le informative su Roswell e sul successivo episodio del New Mexico, tuttavia, non sono certo delle novità. Molti quotidiani e siti Internet nei mesi scorsi hanno infatti riportato stralci di alcuni dossier, limitandosi però quasi esclusivamente a quelli più famosi e già contenuti in svariati libri, come appunto il crash del 1947 e quello del 1950. D’altra parte, la quantità di materiale recentemente pubblicata è davvero enorme e non di comoda consultazione: ci sono fogli vergati a mano, altri scoloriti dal tempo, altri ancora oscurati da righe nere che coprono nomi e luoghi. Ci vogliono pazienza , tempo e curiosità per rintracciare anche altre testimonianze, relative ad avvistamenti e fenomeni meno noti, ma non meno interessanti.

In effetti, a quegli anni appena successivi la Seconda Guerra Mondiale risalgono decine di clamorosi avvistamenti, fedelmente testimoniati dai documenti riemersi dagli archivi segreti dell’Fbi.

Dal 1947 in poi, gli Stati Uniti sembrano infatti percorsi in lungo e in largo da Ufo che spesso, molto spesso, precipitano. Finendo persino nei cortili di case private. Come sembra essere successo, ad esempio, sempre nel luglio di quell’anno, in Idaho. A trovare il disco volante è un comune cittadino- racconta un agente scrivendo al direttore dell’Fbi in persona, il famoso John Edgar Hoover (che si dimostra molto sensibile all’argomento e più volte ringrazia gli agenti per le informative ricevute con lettere autografe). Vediamo la descrizione di questo oggetto misterioso piombato giù dal cielo con un rumore assordante a Twin Falls.

“E’ un disco di 30 piedi e mezzo di diametro (circa 9 metri, NdA) di forma circolare… sulla superficie è attaccata una cupola di plastica, larga circa 14 piedi (ovvero poco più di 4 metri, NdA) collegata con 8 bulloni… su un’altra superficie, c’è un’ altra cupola ma di metallo, di color oro all’esterno e all’interno coloro argento, come di latta… Dalla cupola di plastica si vedono dei tubi e una sorta di cablaggio…C’è un oggetto che sembra una batteria elettrica…Il cablaggio è bruciato e sembra che ne manchi una parte”.

La lettera – nella quale l’ipotesi dello scherzo di un burlone viene comunque presa in considerazione- aggiunge altri dettagli: la stampa è informata dell’incidente e il disco è stato portato nella locale stazione di polizia. Ma non basta. Stesso anno- 1947- stesso mese- luglio. Questa volta il disco volante appare a Shreveport, vicino a New Orleans, in pieno giorno, ad un testimone oculare in Texas Avenue. In volo il disco sembra avere un movimento vorticoso ed emettere fiamme, ma quando atterra il fuoco scompare e lascia il posto solo al fumo. Eppure l’oggetto, una volta recuperato, non risulta caldo al contatto. Ha l’aspetto di un disco d’alluminio, dal diametro di 16 piedi (pari a quasi 5 metri), con cavi, coppe in rame, batterie…

E poi ancora, negli stessi giorni di poco successivi al caso Roswell, arrivano segnalazioni dal Wisconsin, dal Maryland e da altri stati ancora: alcune molto dubbie, altre sicuramente dei falsi. Una sorta di psicosi-disco volante invade gli States e gli agenti dell’Fbi registrano tutto.
Non solo report, comunque. Nell’enorme archivio del Federal Bureau of Investigation dedicato agli avvistamenti di Ufo e divulgato online, dal 1947 in poi risultano catalogati anche articoli di giornale, telegrammi, fotografie, lettere scritte a mano e memorandum inviati all’Fbi da presunti esperti o da cittadini testimoni di fenomeni inspiegabili e ripetuti: nell’estate del famoso caso Roswell, praticamente ogni giorno-nei diversi stati dell’Unione- qualcuno dichiara di aver visto dei dischi metallici solcare i cieli americani.

Insomma, gli Stati Uniti si sentono osservati, dall’alto, da oggetti volanti non ben identificati. Il timore che quei mezzi altamente tecnologici non arrivino da altri mondi, ma semplicemente dall’altra parte della Cortina di ferro, spiega l’enorme attenzione che gli investigatori dedicano a tutte le segnalazioni: è una questione di sicurezza nazionale e non può essere sottovalutata. Ma il più delle volte, i rapporti lasciano intuire che una spiegazione di quanto visto e raccontato da un numero crescente di persone non sembra rientrare in una casistica nota. Tra i tanti avvistamenti frutto di psicosi, suggestione o ricerca di sensazionalismo, insomma, alcuni restano misteriosi.

Come nel caso dello strano episodio avvenuto il 4 aprile 1949 nei cieli dello Utah, nella zona di Logan, sopra il Sardine Canyon, sotto gli occhi di decine di testimoni: tra loro anche un militare di guardia ad un deposito e un agente della stradale. Tutti raccontano una storia molto simile: hanno osservato un’esplosione in aria. Il velivolo enigmatico , scoppiando, ha prodotto un violento bagliore, seguito dalla caduta di vari oggetti color argento. Forse- azzarda chi scrive- si è trattata di un ‘esercitazione militare con due B-29 impegnati a sganciare bombe in quell’area desertica. Una spiegazione poco plausibile: sicuramente non per il soldato e per l’ agente che, pur esperti in fatto di armi, sono rimasti così stupiti di quello che hanno visto da raccontarlo, anche a rischio di non essere creduti. Ad osservare questi eventi inusuali, infatti, sono spesso testimoni al di sopra di ogni sospetto. Bambini e studenti, piloti militari e civili, cittadini-modello di cui il relatore dell’informativa si premura di specificare la buona fama e la specchiata onestà- come prova della loro attendibilità…

Dopo l’exploit del 1947, gli incontri a tu per tu con presunti Ufo proseguono, negli anni successivi, a ritmo serrato. L’anno del boom di avvistamenti- secondo un documento ufficiale- è il 1952: sono esattamente 1501 le segnalazioni di oggetti volanti e di questi ben 333 vengono classificati come “non identificati”.

Spulciando tra le centinaia di pagine, compare ad esempio un documento del 10 maggio 1952. In quella data, l’ufficio Fbi di Baltimora verbalizza il racconto del signor Franklin Stewart, testimone di un avvistamento mentre percorreva un’autostrada. All’improvviso, vede alta nel cielo un‘ astronave, che descrive come un disco con una cupola centrale e un oblò. E ancora: “Ha poi aggiunto che l’oggetto era di un brillante color argenteo ed emetteva un’intensa luce sulla sommità, simile a quella emessa dai neon. – OMISSIS- per tutta la durata dell’evento, egli è rimasto fuori dall’auto e ha camminato intorno alla macchina varie volte”.

Il signor Steward annota nella mente molti particolari che riferisce poi all’agente che lo interroga. Ricorda l’altezza alla quale il disco si è fermato sopra di lui per circa 3 minuti, emettendo un suono “simile ad un aspirapolvere”, per poi incominciare a ruotare vorticosamente su se stesso sparendo nel cielo “ad una velocità superiore a quella di un jet”. Una visione condivisa dall’amico che era in auto con lui e dai passeggeri dell’unico, altro veicolo presente in quel momento sulla strada. Fermo anch’esso, perché- rivela il testimone- l’episodio ha avuto effetti sull’automobile, provocando l’improvviso spegnimento del motore e dell’apparato elettrico. Non solo, anche la verniciatura ne è stata danneggiata. E l’agente annota: “Un’ispezione alla macchina di Stewart ha rivelato che è stata di recente ridipinta” .

Un breve salto in avanti nel tempo, eccoci nel 1960. Ormai Hollywood si è impossessata degli Ufo e le invasioni di creature extraterrestri, almeno al cinema, sono all’ordine del giorno. Spuntano un po’ ovunque riviste di settore e vengono pubblicati i primi libri sull’argomento. In varie città americane si organizzano cineforum e conferenze: un pubblico sempre più vasto (“in gran parte femminile”, si legge nei memorandum dell’Fbi) segue con attenzione le teorie che fioriscono in merito a questi presunti visitatori alieni. Cresce la curiosità su un tema ormai sdoganato dal cinema e dalla tv. Non solo: nel frattempo, anche la conquista spaziale non è più un miraggio alla Jules Verne. La Nasa e gli scienziati sovietici hanno già iniziato la gara per chi porterà , per primi, un essere umano nello spazio e poi sulla Luna. In questo contesto di rapidissimo progresso tecnico, che permetterà in breve tempo di arrivare a risultati fino a pochi anni prima solo sognati, anche la possibilità di astronavi in viaggio da pianeti lontani non appare poi così assurda…
Nella documentazione di quell’anno-1960- la vicenda più degna di nota è quella di tale Joseph Perry, un ristoratore del Michigan, astrofilo con l’hobby della fotografia che una notte dal suo telescopio scatta alcune diapositive alla Luna. Quando le sviluppa, nota  la silouette di un’ astronave che si staglia davanti al satellite. Foto che il buon cittadino fornisce all’Fbi e che poi evidentemente spariscono. L’Fbi afferma di averle consegnate all’Osi (Office Special Investigation- Ufficio Investigazioni Speciali dell’aeronautica): tutte le insistenze del signor Perry- lettera dopo lettera, scrive persino al Presidente Eisenhower…-non bastano a fargli riavere le immagini. Chissà, forse quelle diapositive sono tuttora custodite negli archivi-quelli sì, ancora ben sigillati- dell’Air Force Usa, depositaria –per i seguaci sempre più numerosi della “Teoria del complotto”- di segreti inenarrabili e principale artefice del “cover up” iniziato da Roswell e mai sospeso.

Di fatto, praticamente in tutte le relazioni scritte dagli agenti del Federal Bureau, si fa accenno all’intervento delle forze armate-in modo specifico, dell’aeronautica. Sono sempre i militari ad intervenire per visionare, sequestrare e conservare i dischi volanti precipitati a terra; e a parlare con la stampa, per dare versioni ufficiali dell’accaduto, sono sempre loro, i soldati. Più volte, nei documenti dell’Fbi viene espressamente indicato in calce “no further investigation in this matter” (“nessun ulteriore indagine su questo argomento”) e gli stessi direttori dell’Agenzia (Hoover e i suoi successori), rispondendo a richieste di chiarimenti da parte di ufologi o di semplici cittadini, affermano che lo studio degli Ufo non è e non è mai stata sotto la giurisdizione dei Federali. Insomma, gli agenti riferiscono quanto saputo dai testimoni oculari, mettono per iscritto i racconti , confrontano le versioni, ma non vanno oltre: la parte investigativa è pertinenza esclusiva dell’Aeronautica. E in particolare degli “men in black suits” (“uomini in abito nero”) che –per la prima volta, in un libro della fine degli anni ’50- vengono citati come i responsabili dell’insabbiamento: sono coloro che- con l’intimidazione- riducono al silenzio i testimoni oculari.
Ma vediamo nel dettaglio  i numeri che emergono: 1501 avvistamenti nel 1952; 1006 nel 1956; 1112 nel 1969. E poi centinaia e centinaia di altre segnalazioni , per un totale- tra il 1947 e l’anno che vide l’Uomo metter piede sulla Luna- di 12.618. Di questi, la maggioranza hanno avuto spiegazione. Ma per 701 -il 5,5%- invece, resta la classificazione “unidentified”, non identificato. Lo scrive la stessa Aeronautica degli Stati Uniti, chiudendo ufficialmente il progetto “Blue Book”, il programma di indagini sugli Ufo. Uno studio durato due decadi e dichiarato terminato per tre motivi principali: 1) nessun Ufo sottoposto ad inchiesta si è dimostrato una reale minaccia alla sicurezza nazionale; 2) nessun avvistamento catalogato sotto la dicitura “non identificato” si è rivelato essere il prodotto di una tecnologia superiore a quella corrente; 3) non esistono prove che gli Ufo siano di provenienza extraterrestre. Per questo, l’Air Force- nell’annunciare la sospensione delle ricerche – assicurava anche non le avrebbe proseguite neanche in futuro: ”Dalla conclusione del progetto “Blue Book”, non è emersa alcuna prova che giustifichi ulteriori indagini da parte dell’Aeronautica. Considerando il notevole dispiego di risorse in passato e l’estremo impegno economico al giorno d’oggi, è altamente improbabile un nuovo coinvolgimento dell’Aeronautica in questo settore”
Difficile credere che le cose siano andate proprio così. Però da un primo esame delle centinaia di carte di natura “confidential” che compongono il ricco dossier Ufo dell’Fbi- come dicevamo, non tutte ben leggibili, vuoi per l’effetto del tempo, vuoi perché scritte con grafie poco chiare- i Federali , dalla fine degli anni ’60, sembrano disinteressarsi al fenomeno Ufo. O almeno non compaiono documenti posteriori a quella data. Forse – ipotizziamo- perché la competenza passa integralmente sotto il controllo dell’esercito, nella fattispecie dell’Aviazione militare, che avoca a sé la competenza anche nelle indagini di tutto ciò che in cielo si muove e dal cielo cade…

I rottami dell'UFO precipitato a Roswell il 2 luglio 1947

Ed è il momento di farci qualche domanda… La prima, la più ovvia: da questi incartamenti emergono prove sull’esistenza aliena? Secondo me, no. Nell’enorme volume di testimonianze e segnalazioni, non compare nulla che non sia più di un “si dice”, una sorta di “relata refero”. Gli agenti federali si fermano sempre ad un certo punto- alla raccolta dei dati e dei racconti- senza mai andare oltre. La verità- se davvero finora ci è stata nascosta- è ancora celata altrove, ad esempio nei luoghi in cui i reperti venivano posti sotto sequestro ed analizzati- ovvero nelle basi dell’aeronautica. Ma di certo i faldoni variegati e minuziosi dell’archivio del Bureau hanno un merito: cristallizzano e mettono nero su bianco decine e decine di casi, a volte sospetti, a volte palesemente falsi, a volte apparentemente inspiegabili, di cui avremmo perso la memoria. Oltre Roswell, considerato una sorta di “sparti-acque” che per molti ha segnato l’inizio della moderna ufologia, tanti altri episodi avrebbero bisogno di un approfondimento.

Lo ribadiamo, la maggior parte di questi documenti era già stata resa disponibile a ricercatori e studiosi negli anni passati. Ma resta comunque la curiosità di capire perché, proprio ora, gli archivi sono stati aperti al grande pubblico di Internet, ovvero ad una massa indiscriminata di persone. Ufficialmente, è la conseguenza diretta del “Freedom of Information Act” (FOIA) emanato nel lontano 1966 da Lyndon Johnson e di recente rispolverato da Obama. E’ una legge che garantisce la libertà di informazione e l’accesso ai dati, anche i più sensibili, in nome della trasparenza della pubblica amministrazione e che l’attuale Presidente ha interpretato nel modo più esteso, favorendo così la divulgazione via web.

Un passo in più in direzione della “disclosure”, la grande rivelazione- auspicano i teorici del complotto che da sempre nutrono grandi aspettative su Obama. Ricorderete, forse, il tam-tam corso in rete nel novembre 2009, quando si dava per certa una conferenza stampa con la quale la Casa Bianca avrebbe riconosciuto di fronte al mondo intero che non siamo soli nell’ Universo. Inutile dire che la data fatidica è passata senza alcuna clamorosa ammissione. Mi sembra che anche stavolta le attese rischino di rimanere deluse. Ma sul web, c’è già chi fissa il prossimo appuntamento con la Verità: entro quest’anno, il Presidente degli Stati Uniti lo farà, annuncerà al mondo che ci sono stati contatti con civiltà aliene. Chissà…

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Una risposta a Gli Ufo dell’FBI: non solo i crash di Roswell e New Mexico

  1. fabio scrive:

    …beh…se tutto ciò avveniva più di 60, 50, 40, anni fa sorge spontanea la domanda…cosa starà accadendo ora?… se prima precipitavano (raramente) le Loro “macchine” e dei “soldatini”, vestiti di nero, “bianchi” e scalamarati, magri e dai movimenti impacciati, “muti” o di poche parole, si preoccupavano di far sparire le “prove” e/o zittire le chiacchiere di quartiere (il film MIB ci riporta volutamente, con le atmosfere ricreate, agli anni 50/60), oggi che ciò non avviene più, che il “progetto B.B.” (non è l’attrice) è UFFICIALMENTE CHIUSO da più di 40 anni, che la declassificazione programmata (negli stati allineati) avviene da più di dieci anni perchè, OVVIO, gli “ufo” e gli “alieni”, che esistano o no (e conosciamo la risposta), NON SONO UN PROBLEMA PER LA SICUREZZA NAZIONALE !!! Ora quei mib (e sono stati tanti) e i loro amici e parenti, oramai in pensione, dove saranno?…e…dato che tranne qualche raro caso negli ultimi vent’anni (più per errore o “necessità”…penso…) non precipitano più “navi”, dove “sbarcano” tutti questi visitatori (decine di avvistamenti giornalieri) che trovano così “piacevole e vivibile” il nostro mondo?…yes!..THEY can!..

    un saluto

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