“Platone non si sbagliava, Atlantide era in Spagna”

L’hanno cercata a Santorini e ai Caraibi, immaginata in mezzo all’oceano o  in Antartide. Ma Atlandide– la mitica città  descritta nei dialoghi platonici “Timeo” e “Crizia”, distrutta da un disastro apocalittico “in un sol giorno e in una notte”-  si troverebbe in Spagna. 

Un'immaginaria raffigurazione di Atlantide

Un team composto da studiosi americani, canadesi e spagnoli si dice sicuro di aver individuato le tracce di questa leggendaria civiltà esattamente dove  l’aveva collocata il filosofo greco. Platone infatti ci ha lasciato l’unica testimonianza antica su Atlantide- “un’isola di fronte alle Colonne di Ercole, davanti alla città di Gadara”,  scriveva nel IV secolo a.C. Le Colonne di Ercole corrispondono allo Stretto di Gibilterra e Gadara è il nome antico di Cadice: ebbene, proprio in questa zona, nell’estremo sud della penisola iberica, alla foce del fiume Guadalquivir,  sarebbe veramente sorto, in epoche remote, un vasto insediamento umano.

L’equipe che avanza questa tesi- guidata dall archeologo dell’Università di Hartford (Connecticut) Richard Freund- è ora protagonista dell’ultimo documentario del National Geographic Channel intitolato “Finding Atlantis” (Sulle tracce di Atlandide). I ricercatori hanno utilizzato tecniche ultramoderne- come il telerilevamento, la risonanza magnetica virtuale, il radar  a penetrazione e la cartografia digitale- in abbinamento ai più tradizionali controlli incrociati dei dati storici e archeologici.

 È stata una foto satellitare a far suonare il campanello di allarme. L’immagine scattata sopra il Parco Doñana, una vasta area paludosa dell’Andalusia, ha mostrato infatti singolari strutture geometriche regolari  al di sotto del terreno che hanno fatto subito pensare ad una città sepolta. Così è stato chiesto al professor Hartford il suo contributo per approfondire gli esami. La campagna archeologica, iniziata nel 2009 , sta dando risultati interessanti.

Le prime immagini sottomarine della città sommersa in Spagna

Nelle acque di fronte a Cadice, ad esempio, geologi e archeologi marini hanno scoperto rovine  risalenti all’Età del bronzo (dal 3500 al 1200 a. C). Nel delta del Guadalquivir, dove  gli scienziati hanno inviduato resti di mura circolari (ed Atlantide- racconta Platone- era circondata da fortificazioni concentriche ), si sta tentando di accertare se e quando un antico cataclisma abbia sepolto una fiorente civiltà sotto metri e metri di acqua e fango. Questa è una zona che, nel corso della storia, è stata più volte colpita da violenti tsunami: l’ultimo episodio risale al 1755, quando un maremoto con “onde alte fino a 10 piani” devastò la vicina costa del Portogallo. Quindi immaginare un evento apocalittico capace di sommergere un’intera città fino a 50-60 km nell’entroterra non è affatto improbabile.

Non solo. I ricercatori hanno anche effettuato la più intrigante scoperta archeologica mai avvenuta in connessione ad Atlantide. È da poco tornata alla luce, tra le rovine  risalenti a 2800 anni fa, un’immagine scolpita nella pietra che sembra raffigurare un guerriero atlantideo posto di guardia all’ingresso della città. Una conferma indiretta che l’equipe al lavoro potrebbe essere proprio sulla buona strada è arrivata poi da un altro rinvenimento- non sulla costa, ma ad oltre 200 km nell’interno. Il geofisico canadese Paul Bauman ed il geografo americano Philip Reeder hanno infatti annunciato di aver individuato delle “città della memoria” costruite su modello di Atlantide nel centro della Spagna. Sarebbero gli insediamenti edificati dai sopravvissuti alla distruzione della mitica civiltà che, trovando rifugio nell’entroterra, avrebbero perpetuato il ricordo della terra natale perduta.

Platone, il filosofo greco che ha parlato di Atlantide

 Nei prossimi mesi, inizieranno le campagne di scavo per riportare in superficie questi antichi siti, per studiare la costruzioni e datare i manufatti. Forse il mistero di Atlantide, uno dei più affascinanti e dibattuti degli ultimi 2500 anni,  è vicino alla soluzione.

Sabrina Pieragostini

 

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5 risposte a “Platone non si sbagliava, Atlantide era in Spagna”

  1. fabio scrive:

    …quella di Cadice dovrebbe essere una cultura che nulla (come origine) dovrebbe avere a che vedere con l’atlantidea di Platone…chi ha studiato il Timeo e il Crizia, entrambi testi non di “esame” (e tu lo sai), a meno di “studi specifici” (non so in che discipline compresi), sono esclusi nelle superiori ed oltre (se non erro…)…tralaltro chi approfondisce l’agomento non può fare a meno di “consultare” le oramai centinaia di testi sul mercato (la maggiorparte rifusi e rimpasto di precedenti pubblicazioni) che poco apportano di nuovo (tranne qualcuno) ai “veri dati Egiziani”, e non quelli probabilmente “traslati” dagli “interpreti” platonici (riducenti i tempi a ritroso), che fanno risalire la definitiva (graduale nei millenni) sommersione del “continente atlantideo” (non solo la città) nel periodo della deglaciazione ultima tra il 13.000 e l’8.000 b.c (quando l’acqua di “vari diluvi” inondò la Terra)…non si può “RIDURRE” una descrizione platonica molto precisa e dettagliata nelle misure e grandezze tanto da
    “ADATTARLA” allo “scienziato” di turno…la cultura di Cadis probabilmente è da far risalire al periodo che tu descrivi (2.500-3.500 b.c.) sopra e forse è (vista l’ “opera poligonale in foto) un “RESIDUO” sopravvissuto di quella atlantidea (in parte) fusa con quelle autoctone…negli anni 40′ un certo E. Cayce (e quì ci sarebbe molto da dire…) fece delle predizioni su “Atlantide” che _”sarebbe risalita dalle acque a partire dalla seconda metà del 20° secolo”_ alla fine degli anni 60′ (forse 69-71 ) “un certo” J. Cousteau, in una delle sue spedizioni di esplorazione “alla ricerca di atlantide” in tutto il mondo, scoprì in quel di “Bimini”, arcipelago all’interno del “TRIANGOLO DELLE BERMUDA” (non i boxer), una “strada” ed altri manufatti (un altro ricercatore scoprì e visitò una piramide) sommerse a pochi metri di profondità, costruite con “opera poligonale” megalitica…un altro “AVAMPOSTO” di Atlantide? Può darsi!.. di fatto a tutt’oggi è IMPOSSIBILE attribuire un “sito” al “CONTINENTE” atlantideo perchè…NON C’E’…e la ” nostra scienza geologica” ci dice che E’ IMPOSSIBILE!!! (vista la linea di faglia vulcanica) che esso sia mai stato (come gli Egizi scrissero) nel mezzo dell’Oceano Atlantico (regno di Poseidone, Nettuno, Atlante, Enki ecc…che “sorregge il mondo”…tutt’oggi…) come Platone riportò (diligentemente e senza errori!) nelle sue opere in base alle traduzioni dei geroglifici dei “sacerdoti di Sais”…

    un cordiale saluto

    • fabio scrive:

      …scusate!..ma nello scritto manca un “non” all’altezza della frase…_che NON fanno risalire la definitiva…_ invertendo il senso della stessa!

      saluti

  2. manuel scrive:

    Io credo che impossibile non ci sia nulla…anzi tutto e possile,500 anni fa si pensava che la terra era piatta ecc.ecc
    Io non scarterei a priori l ipotesi che sia atlandide…aspettiamo e vediamo le evoluzioni degli scavie.
    Ho letto anche io tempo fa del triangolo delle bermuda,ma anche li non ci sono conferme.

    Non se ne perla mai ma le piramidi in Bosnia? Vabe non centra nulla con Atlantide ma non vedo l’ora che gli scavi ci regalino delle sorprese

    • fabio scrive:

      …certo…sono daccordo con te…il mio IMPOSSIBILE è ovviamente “provocatorio” nei confronti della “Scienza” ufficiale costituita…ti sembro uno da…”impossibile”?!?…
      …resta comunque il fatto che tra la cultura di Cadis e quella di Atlantis ci sono dai 5.000 ai 10.000 anni di distanza b.c…and over…

      un caro saluto

  3. Dorotea Assenova Trifonova scrive:

    C’è anche un’altra scrittura che parla di Atlantide – “Codice DAT” –
    Dorotea Assenova Trifonova tramite il “Codice DAT” in un testo che riguarda Atlantide, arriva ad evidenziare il posto di Atlantide in Spagna.

    Per informazioni – email: aldora2006@libero.it

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