Alaska, alla caccia del mostro del Lago Iliamna

C’è un mostro nel lago. Anzi, no. Ancora una volta, gli studiosi sono partiti da una leggenda locale, per cercare di dare una spiegazione plausibile- ma molto meno affascinante- agli avvistamenti di creature misteriose avvenuti nel corso degli anni. A farne le spese, potrebbe essere il mitico abitante del lago di Iliamna.

NEL LAGO ILIAMNA, IN ALASKA, VIVREBBE UN ANIMALE MOSTRUOSO

Questo specchio d’acqua si trova in Alaska, nelle prossimità di un villaggio di pescatori popolato da circa cento abitanti. Cento più uno: Illie. Così la gente del posto ha soprannominato l’essere che da sempre popola le favole delle tribù locali: un grosso animale che si aggirerebbe in quelle acque. Un tipo piuttosto vorace, visto che gli si attribuiscono vari assalti mortali. La tradizione lo vuole tra i 3 e i 9 metri, con una testa piatta che usa come corpo contundente per colpire le barche.

In epoche recenti, il primo ad aver raccontato di averlo avvistato dall’alto è stato un pilota nel 1942. Altre segnalazioni sono arrivate in seguito: la maggior parte dei testimoni lo ha descritto come un enorme pesce di color argento. Negli anni ’70 un quotidiano ha offerto 100mila dollari a chiunque dimostrasse la sua esistenza (soldi mai pagati). Di recente, il programma “Mostri acquatici” del canale  “Animal Planet” si è interessato del caso di Illie, ipotizzando che si potesse trattare solo di uno storione extralarge.

 

UN ESEMPLARE DI SOMNIOSUS PACIFICUS CATTURATO

L’ultimo ad affrontare il mistero del mostro del lago Iliamna è ora il biologo Bruce Wright, convinto di aver trovato la soluzione per questo e per un altro famosissimo enigma: quello del lago scozzese di Lochness. In entrambi i casi, infatti, a suo avviso le mitiche creature lacustri non sarebbero altro che un tipo particolare di squalo: il Somniosus Pacificus, in italiano Lemargo del Pacifico noto anche come “squalo della Groenlandia”.

Non è raro vedere questo pesce al largo dell’Alaska. Di solito, raggiunge i 3 metri e mezzo di lunghezza. “Ma se ha raggiunto il Lago Iliamna, ha trovato cibo in abbondanza e nessun predatore naturale, quindi può aver proliferato”, sostiene il biologo. “Certo però- ammette-  forma, dimensioni ed aspetto riferiti ad  Illie possono corrispondere ad un sacco di animali.”

Non solo.  Lo stesso Wright è consapevole che raramente i lemarghi emergono in superficie, preferendo le acque profonde. E soprattutto, dettaglio ancora più importante, non è appurato che essi possano sopravvivere nelle acque dolci per lunghi periodi di tempo, come fa ad esempio lo squalo toro. Eppure per il biologo questi grandi pesci hanno già dimostrato di sapersi ben adattare ai nuovi ambienti e anche ai cambiamenti climatici.

UNO SQUALO DELLA GROENLANDIA IN ACQUE PROFONDE

Il lemargo solitamente vive nelle profondità  freddissime dell’Artico, eppure di recente alcuni esemplari sono stati avvistati nelle più temperate acque della baia di Comeau, in Quebec, e sono penetrati fino alla foce del fiume Saint Lawrence, dove sono stati chiamati “coccodrilli canadesi”. Forse- sospetta il biologo americano- altri squali della Groenlandia, anche in passato, sono riusciti a penetrare nel lago di Iliamna, riproducendosi in questo ambiente protetto.

Lo stesso potrebbe essere successo a Lochness: anche nel lago scozzese si narra di una creatura dal corpo affusolato lungo alcuni metri e di color argento. Questa estate, Wright pianifica una spedizione in Alaska, per cercare tracce di lemarghi. Se la sua teoria sarà suffragata da prove, un’altra leggenda perderà tutta la sua aurea magica…

SABRINA PIERAGOSTINI

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2 risposte a Alaska, alla caccia del mostro del Lago Iliamna

  1. Pingback: In Alaska caccia al mostro del lago Iliamna | Pianetablunews

  2. fabio scrive:

    …Selachimorpha…

    non credo che abbiamo a che fare con degli squali moderni…mmmh!..

    quello di Loch Ness ha la zampa, probabilmente tutte e 4, pinnata COME o simile a quella di un plesiosauro o di un parente stretto del Giurassico…anche il collo è abbastanza lungo per rientrare in quella famiglia…

    quello africano, il Mokele-mbembe, è un sauropode della specie dei brontosauri (Apatosaurus) probabilmente dalle misure più ristrette rispetto gli “originali” del Giurassico e questo dovuto, come già detto, alla mutata gravità e pressione atmosferica terrestre rispetto al periodo delle origini…oggi probabilmente anfibio…

    questo del lago Iliamna dell’Alaska potrebbe essere riconducibile ad un discendente della famiglia degli ittiosauri predatori del Triassico…COME uno di quelli che si vedono nel film per bambini “L’Era Glaciale” ah!ah! uscire da l’ibernazione dei ghiacci artici…tra mia figlia prima e l’ultimo nato (4) mi sono fatto “una cultura”…

    in questi casi ovviamente NON si parla di decongelamento ma di evoluzione delle relative specie SOPRAVVISSUTE ed adattatesi alle nuove condizioni dei relativi ecosistemi…

    “guarda caso” tutti hanno a che fare con l’acqua…dolce…forse che agli “altri”, SCOMPARSI per sempre dalla storia, sia MANCATA “un pò” d’acqua da bere?..

    e che dice Francesco O. in proposito?..
    un saluto…

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