Svezia, terra di misteri. Ora è caccia ai “Ghost Rocket”

Non solo Baltico. La rassicurante e tranquilla Svezia si scopre terra ricca di enigmi. Così dopo la spedizione inviata alla ricerca dell’anomalo oggetto adagiato sul fondale del Golfo di Botnia, ora un’ altra missione è partita da Jokkmokk,  nel nord del Paese, per individuare un esemplare di “Ghost Rocket”, ovvero un “Razzo Fantasma” avvistato nel 1980.

UN "GHOST ROCKET" DALLA NATURA ANCORA DA ACCERTARE

Capo del team è Clas Svahn, vero esperto in materia. Con sè porta un gruppo variegato formato da subacquei, cineoperatori, collaboratori e anche i testimoni oculari che 32 anni fa osservarono quello strano oggetto immergersi in acqua. “Mi aspetto di rimanere sorpreso” ha detto l’uomo parlando alla stampa locale. “Io non sono un credente, semplicente spero che questo viaggio possa darci alcune soluzioni ai nostri interrogativi“.

Svahn, che in patria è uno dei più noti ufologi, ha voluto sottolineare l’errore più comune. “La gente confonde gli Ufo con i dischi volanti. In realtà ci sono moltissimi resoconti di oggetti anomali avvistati in cielo di cui ignoriamo tutto. Ecco, noi siamo interessati a capire di cosa si tratti, qualsiasi risposta è una buona risposta.”

L’Ufo che la missione sta cercando di ritrovare venne visto scomparire nel lago Muddus il 31 luglio del 1980. I testimoni, Bo e Liz Berg, lo descrissero come un oggetto dalla forma allungata, simile ad un sigaro, con due sporgenze ai lati. Notarono anche la traiettoria: il misterioso mezzo volante virò di 180 gradi  per poi planare sulla superficie del lago, nel quale sprofondò tra alti schizzi d’acqua.

L'UFOLOGO SVEDESE CLAS SVAHN

La descrizione dell’oggetto ha convinto i ricercatori di essere di fronte ad un classico caso di “razzo fantasma”, uno dei più grandi misteri ufologici del mondo, che da decenni cattura l’attenzione sia degli investigatori alternativi sia delle autorità militari. Un fenomeno osservato a partire dal 1946 in Svezia: in quell’anno, ci furono circa mille avvistamenti e da allora, nei cieli del nord europa, ne sono stati segnalati ben 20mila.

Un numero così elevato da spingere anche l’esercito a mandare propri uomini ad indagare. All’inizio, queste luci che solcavano da una parte all’altra l’orizzonte per poi scomparire nel nulla furono spiegati come test effettuati dall’Urss con i razzi V-1 e V-2 sottratti al nemico nazista dopo la fine della Seconda Guerra Mondiale. Un’ipotesi presto smentita dalla totale assenza di frammenti: nè i militari svedesi, nè quelli britannici ed americani- coinvolti nell’inchiesta- ne hanno mai trovati.

 Le uniche prove concrete a sostegno dei racconti dei tanti testimoni oculari, nel corso degli anni, sono stati  i crateri da impatto trovati sui fondali di alcuni laghi e i danni riscontrati alla vegetazione lacustre. Ma non si è mai arrivati ad individuare uno di questi misteriosi bolidi. Eppure, dove hanno fallito le Intelligence militari, Clas Svhan crede invece di poter aver successo.

UNA FOTO D'EPOCA DI UN GHOST ROCKET NEI CIELI SVEDESI

Pur ignorando, ovviamente, la vera natura dei Ghost Rocket, l’ufologo svedese crede che quello avvistato sul lago Muddus fosse costruito in acciaio e disponesse di comandi. La descrizione di chi ha assistito ai suoi spostamenti nell’aria gli fa credere che l’oggetto fosse controllato da un essere intelligente. “C’era qualcuno seduto lì dentro”, ha detto ai giornali. “Anzi, visto che è l’unico razzo, per quanto ne sappiamo, che sia arrivato a terra senza esplodere, abbiamo la grande opportunità di trovarlo intatto…”

La squadra ha iniziato le ricerche proprio oggi  e proseguirà con le immersioni sul fondo del lago fino a lunedì. Il tutto, sotto il costante sguardo delle telecamere, perchè sull’intera vicenda verrà realizzato un documentario per la tv. Insomma, l’anomalia del Baltico ha fatto scuola: gli Ufo, anche quando non ci sono, sono sempre un bel business…

SABRINA PIERAGOSTINI

 

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