Il “Meccanismo di Anticitera”, una tecnologia in anticipo di 1500 anni

Un nuovo esame ai raggi X e la ricostruzione grafica in 3D hanno aiutato i ricercatori a capire meglio la complessità del “Meccanismo di Anticitera”, la strumentazione per molti versi ancora enigmatica che da oltre un secolo intriga storici ed archeologi. Le ultime analisi hanno confermato che si tratta di un oggetto davvero fuori dal tempo, dalla tecnologia in anticipo di almeno 1500 anni.

IL MECCANISMO DI ANTICITERA È ESPOSTO AL MUSEO ARCHEOLOGICO NAZIONALE DI ATENE

La sua storia inizia nel 1900. Nelle acque di Anticitera (detta anche Cerigotto in italiano),  un’ isoletta greca del mar Egeo, tra il Peloponneso e Creta, alcuni pescatori di spugne fanno una scoperta straordinaria: nel relitto di una nave romana affondata tra il II e il I secolo a.C c’è un tesoro d’arte. Ma tra le statue di marmo, spunta anche un blocco di pietra tutto incrostato. Due anni dopo, mentre esamina quello strano reperto, l’ex ministro della Cultura Spyridon Stais si accorge che si tratta  in realtà di un oggetto composto da vari ingranaggi corrosi dall’acqua marina.

Quelle ruote dentate, ricoperte di iscrizioni, sono parte di un elaborato meccanismo ad orologeria, in origine montato in una cornice di legno.  Altri pezzi metallici più piccoli vengono recuperati in seguito nel relitto. Ma per decenni il suo scopo rimane misterioso. Solo negli anni ’50, il ricercatore Derek J. De Solla Price avanza per primo l’ipotesi che l’oggetto seguisse il ciclo Metonico, un modello di 235 mesi lunari usato nel mondo antico per predire le eclissi.

Ma la perfezione di questa macchina incredibile e le sue varie, complicate funzioni sono state comprese del tutto solo di recente, grazie ai progressi scientifici. Innanzi tutto gli ingranaggi sono stati fotografati usando una tecnica particolare che espone la superficie a diversi livelli di luminosità: si creano così dei contrasti che rendono più leggibili, come mai in precedenza, le scritte in greco. Poi l’immagine ai raggi-x è stata utilizzata per creare un modello in 3D al computer, che per la prima volta ha rivelato i minimi dettagli di quelle rotelle precise al millimetro.

L'ESAME AI RAGGI X

Infine, il Museo Archeologico Nazionale di Atene– dove il prezioso reperto è conservato- ha ritrovato nei propri magazzini alcune scatole contenenti 82 minuscoli componenti della strumentazione di Anticitera mai esaminate prima e molto utili per comprenderne meglio il funzionamento. Adesso – scrivono gli autori dello studio,  pubblicato sulla rivista Nature- lascia ancora più sbigottiti sapere che venne costruito nel 150 a.C , perchè la prima strumentazione a noi nota somigliante a questa comparve solo 15 secoli più tardi.

Utilizzando un ingegnoso sistema di ingranaggi, messi in moto da una semplice manovella, il Meccanismo di Anticitera poteva indicare il momento esatto nel quale si sarebbe verificata un’eclissi. Calcolava gli anni bisestili, prevedeva la posizione del Sole e della Luna nelle costellazioni dello Zodiaco e mostrava le orbite dei pianeti noti agli Antichi, ovvero Mercurio, Venere, Marte, Giove e Saturno. Una pietra bianca, muovendosi all’interno dell’apparecchiatura, indicava le  fasi lunari.

Dunque, era insieme un sofisticato planetario, un calendario astronomico e un dispositivo astrologico. Ma non solo. Aveva anche un’importante funzione sociale e religiosa: serviva infatti per stabilire la data di inizio delle competizioni sportive, che nell’Antica Grecia avevano un’importanza vitale- venivano persino sospesi i conflitti più sanguinosi, pur di permettere agli atleti di prendervi parte. I Giochi Panellenici– che comprendevano i giochi Olimpici, Pitici, Nemei e Istmici- erano dedicati a specifiche divinità e si svolgevano secondo una precisa cadenza basata su un ciclo di 4 anni detto Olimpiade.

LA RIPRODUZIONE AL COMPUTER DELLA MACCHINA ANTICA

Come se non bastasse, la mente geniale che ha creato questa macchina ha introdotto degli ingranaggi particolari- detti epicicloidali o ingranaggi planetari – in grado di imitare l’apparente alterazione del moto lunare. Gli Antichi infatti avevano notato che il nostro satellite a volte accelerava e a volte rallentava mentre si muoveva tra i segni dello Zodiaco. Effetto della sua orbita ellittica- all’epoca, però, non ancora nota. Ma pur non conoscendo l’origine del fenomeno, esso è stato perfettamente riprodotto nel meccanismo. Anche in questo caso, in anticipo di molti secoli.

Ma se la strumentazione scientifica- non a caso, definita un computer del tempo antico– ha rivelato la sua complessa natura, nulla si sa ancora su chi l’ha costruita. Alcuni ricercatori hanno avanzato il nome di Archimede di Siracusa– fisico, matematico ed inventore ( di lui si ricordano i famigerati specchi ustori di cui gli invasori Romani sperimentarono le conseguenze). Ma Archimede morì nel 212 a. C. , dunque prima della costruzione del meccanismo futuristico. Come conciliare queste date diverse?

Le nuove foto hanno permesso di leggere tutte le parole incise sulle rotelle dentellate, collocando l’origine dell’oggetto a Corinto o in una sua colonia. Proprio come lo era, in Sicilia, Siracusa, dove viveva il grande scienziato. Forse,  lo strumento venne costruito- in un momento successivo- sulla base di un progetto disegnato da Archimede. Oppure, quello che noi abbiamo ritrovato era una copia di epoca romana dell’originale più vecchio di qualche decennio. Lo proverebbe un passo di Cicerone, nel quale viene citata una “macchina circolare” che i Siracusani utilizzavano per calcolare i movimenti celesti e predire le eclissi.

ARCHIMEDE DA SIRACUSA, RAFFIGURATO DA RAFFAELLO PER LA "SCUOLA DI ATENE"

Resta un altro interrogativo da risolvere. Considerando le straordinarie funzionalità della macchina, stupisce che non se ne siano costruite decine e decine di repliche e che non ne siano state ritrovate altre, magari proprio nei numerosi vascelli naufragati nei secoli passati. Quello di Anticitera risulta un unicum e solo per una fortunata, anzi fortunatissima circostanza, è riemerso dalle profondità del mare.  Chissà quanti altri miracoli dell’ingegneria, della tecnica e della scienza antica sono andati perduti. Cancellati dalla storia, solo perchè finiti nell’oblio. O dimenticati, perchè non ne è stato compreso il significato.

SABRINA PIERAGOSTINI

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