Addio Gliese 581 d: “Quel pianeta non esiste”

La lista dei pianeti potenzialmente adatti ad ospitare la vita si riduce: dall’elenco è stato appena cancellato un mondo alieno individuato nel 2007. O almeno, si pensava di averlo individuato. Ora gli stessi scienziati ammettono che si è trattato di un errore nell’analisi dei dati. E così si apre il dibattito su quanti altri candidati possano essere effetto di valutazioni sbagliate.

I PIANETI CANDIDATI AD OSPITARE LA VITA

I PIANETI CANDIDATI AD OSPITARE LA VITA

Il pianeta depennato è Gliese 581 d e faceva parte della top ten dei quasi gemelli della Terra. Ma gli studi più recenti sul sistema solare al quale doveva appartenere, quello di Gliese 581, una nana rossa a circa 20 anni luce da noi, hanno appurato che i segnali interpretati come la presenza di due corpi planetari orbitanti  in realtà provenivano da macchie solari.

A parlare per primi di Gliese 581 d e di altri 3 compagni, in rotazione attorno alla stella, erano stati gli Svizzeri dell’Università di Ginevra, guidati da Stèphan Udry, utilizzando la tecnica chiamata velocità radiale. La debolissima attrazione gravitazionale di un pianeta sposta lo spettro della luce del suo sole; l’intervallo tra uno spostamento e l’altro rivela la lunghezza dell’orbita, mentre la grandezza della variazione dà informazioni sulla massa del pianeta.

Quelle osservazioni sembravano confortanti: il candidato risultava roccioso e alla distanza giusta per conservare acqua liquida sulla sua superficie- e quindi, forse, anche per ospitare la vita. Nel 2010, poi, altri ricercatori, hanno aggiunto al sistema solare di Gliese 581  altri nuovi mondi, arrivando fino a Gliese 581 g. Ora, la doccia fredda. A smorzare l’entusiasmo, è stato il team guidato da Paul Robertson, dell’Università Statale della Pennsylvania, a Philadelphia.

ECCO COME SI IMMAGINAVA IL SISTEMA SOLARE DI GLIESE 581

ECCO COME SI IPOTIZZAVA IL SISTEMA SOLARE DI GLIESE 581

La squadra di Robertson ha esaminato una parte diversa dello spettro di Gliese 581 misurandone il periodo di rotazione. Così ha trovato prove di regioni magnetiche, simili a macchie solari, che ruotano insieme alla stella e che- dicono- danno l’illusione della presenza di pianeti. In particolare, a non esistere sarebbero proprio  d e g. Invece, le nuove analisi  hanno ulteriormente confermato la presenza di b, c ed e . Peccato però che questi mondi non siano nella Fascia di Abitabilità e quindi non rientrino tra i candidati adatti alla vita aliena.

Non è la prima volta che gli scienziati sono costretti a fare marcia indietro e a rivedere, al ribasso, le loro rosee previsioni. Come nel caso del gigante gassoso Fomalhaut b, uno dei primi pianeti extrasolari ad essere fotografato: ora alcuni ipotizzano che si tratti solo di un enorme grumo di polvere cosmica. Oppure, per l’ esopianeta più vicino alla Terra, Alfa Centauri Bb: c’è il forte dubbio che gli astronomi abbiano registrato soltanto un  disturbo nei dati.

Da qui, la riflessione tra i ricercatori, sempre più  persuasi che serva maggior cautela prima di sbandierare risultati non definitivi che possono illudere l’opinione pubblica. Magari evitando di diffondere quelle suggestive rappresentazioni artistiche di mondi alieni di cui in realtà si sa poco o nulla. Di certo,  la bocciatura di Gliese 581 d ha colpito molto la comunità scientifica.

UN'IMMAGINE ARTISTICA DEL  PIANETA CHE NON C'È...

UN’IMMAGINE ARTISTICA DEL PIANETA CHE NON C’È…

“Molte squadre hanno lavorato all’analisi di quei dati. Se la nuova ricerca è esatta, il risultato è molto deludente”, ha detto ad esempio l’astronomo di Chicago Robin Wordsworth. “La scienza funziona così e va benissimo”, ha invece commentato Udry. “Non dobbiamo solo scovare i pianeti, vogliamo sapere di più su di loro. E le nostre conoscenze sono sempre maggiori. Tutto ciò è molto positivo, anche se il prezzo da pagare è dover rinunciare, di tanto in tanto, ad un buon candidato. “

SABRINA PIERAGOSTINI

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