KIC 8462852 e la civiltà aliena: sì, no, forse…

Ci potrebbe essere una mega struttura aliena attorno ad una stella dal comportamento anomalo: ne hanno parlato tutti- ma proprio tutti…- i mezzi di informazione sparsi per il globo (e l’abbiamo fatto anche noi). Troppo affascinante come ipotesi per non finire in prima pagina sui giornali online o per non essere trattata nei programmi tv. Ma di fronte all’enorme eco mediatica prodotta dalle dichiarazioni degli astronomi coinvolti in questa ricerca,  altri studiosi hanno pensato di dover intervenire per smorzare gli entusiasmi.

LA MISTERIOSA STELLA AL CENTRO DELLA QUERELLE

LA MISTERIOSA STELLA AL CENTRO DELLA QUERELLE

Non si può sostenere e nemmeno ipotizzare un’eventualità del genere con i dati a disposizione, dicono in sostanza i colleghi assai più cauti. Uno di loro è Steve Howell, ricercatore della NASA impegnato nella missione Kepler. E proprio il telescopio spaziale, con le sue rilevazioni delle strane alterazioni della luce emessa da KIC 8462852, è all’origine di questa querelle tra scienziati. “Quella stella misteriosa ha effettivamente un’insolita curva di luminosità. Non sembra prodotta da un normale esopianeta o da un sistema binario. Tuttavia, dire immediatamente che c’entrino gli Alieni mi sembra un’ esagerazione”, ha detto Howell all’agenzia di stampa France Press.

La questione centrale è la quantità di luce “coperta” da qualcosa non ben definito. Se c’è un pianeta in orbita attorno ad un astro, la blocca al massimo per l’1% e ciò si verifica in determinati momenti con cadenza regolare- cioè ogni volta che, ogni tot giorni, quel mondo lontano passa di fronte al suo sole oscurandolo in minima parte. Non è però questo il caso di KIC 8462852, situata a 1500 anni luce da noi nella Costellazione del Cigno: il calo nella luminosità varierebbe dal 15 al 22% e in modo non costante.

Ecco perché l’astronoma che ne ha discusso in un articolo scientifico da poco pubblicato, ovvero Tabetha Boyajian, dopo aver preso in considerazione (ed escluso) varie possibili spiegazioni, considera plausibile– per quanto poco probabile- solo l’ipotesi che Kepler abbia ripreso, con una straordinaria dose di fortuna, l’esatto momento del passaggio di un grandissimo sciame cometario davanti alla stella. Ma evidentemente è una possibilità che non la convince, visto che ha poi affermato di essere pronta a prendere in esame spiegazioni meno “naturali”.

UN'IPOTETICA MEGA STRUTTURA ALIENA

UN’IPOTETICA MEGA STRUTTURA ALIENA

Come quella prospettata da Jason Wright, della Penn State University. Lo studioso si è lanciato in quelle dichiarazioni che hanno fatto sobbalzare sulla sedia tantissimi colleghi e sognare milioni di lettori. Ha detto che attorno a KIC 8462852 potrebbe esserci un immenso collettore di luce solare,  realizzato da una qualche civiltà aliena per catturare e utilizzare tutta l’energia di quel sole lontano. Un’ipotesi che sembra fantascienza e che invece è stata formulata dallo scienziato britannico Freeman Dyson.

Lo aveva fatto nel 1959, con un articolo pubblicato sulla rivista Science. Nel suo studio, l’astronomo teorizzava la possibilità che società molto sviluppate tecnologicamente potessero circondare completamente la propria stella con una mega struttura artificiale- una sorta di sfera- per massimizzare lo sfruttamento dell’ energia. Una volta creato quell’ involucro, sarebbe possibile intercettare tutte le lunghezza d’onda della luce nello spettro del visibile, mentre il resto verrebbe rilasciato all’esterno sotto forma di radiazione infrarossa. Misurandola, sarebbe possibile individuare la presenza di una civiltà extraterrestre.

Ospite della rete televisiva americana CBSN, il famoso fisico teorico Michio Kaku ha confermato che l’ipotesi non è affatto peregrina.”Questa stella sta infrangendo tutte le regole. C’è un qualche tipo di oggetto colossale, mostruoso, che blocca la sua luce. La megastruttura aliena è un’ipotesi al vaglio. Abbiamo scartato tutti i sospettati tradizionali: pianeti vaganti, comete, asteroidi…”

IL FISICO TEORICO MICHIO KAKU

IL FISICO TEORICO MICHIO KAKU

Kaku ha poi spiegato un concetto a lui molto caro,  espresso nei suoi libri di divulgazione scientifica: la differenza tra una Civiltà di Tipo 0 (ad esempio la nostra, che usa ancora energia fossile come petrolio e carbone), una Civiltà di Tipo 1 ( stile Buck Rogers, capace di sfruttare tutte le risorse planetarie) e una Civiltà di Tipo 2, quella stellare. “Qui stiamo parlando di una civiltà del genere, in grado di costruire una gigantesca Sfera di Dyson, forse più grande di Giove, per assorbire la luce solare. Sembra tanto una storia uscita da un film, ma dobbiamo valutarla: non abbiamo altre logiche spiegazioni. Forse- solo forse- è stata realizzata da un civiltà più avanzata di noi di almeno 2 mila anni.

E alla domanda della giornalista in studio: “Questa stella è stata osservata già nel 2009, perché ne stiamo parlando solo ora?”, il fisico ha ribattuto:”Perchè annunci eccezionali richiedono prove eccezionali” e ha paragonato l’eventuale conferma della presenza di strutture extraterrestri come la notizia più straordinaria degli ultimi 500 anni, dopo la scoperta dell’America ad opera di Colombo. Poi, con la sua solita ironia, ha escluso la possibilità di entrare in contatto con questa potenziale società tanto più evoluta. “Costruiscono strutture grandi come Giove, noi cosa mai potremmo offrire?”, si è chiesto. Per loro, sarebbe una perdita di tempo, come cercare di spiegare cosa sia l’energia nucleare ad un gruppo di formiche

In conclusione, Kaku ha ribadito la necessità di puntare i nostri radiotelescopi più potenti lassù, concentrandoli su KIC 8462852, alla ricerca di segnali intelligenti. Così come ha chiesto Wright e come ha promesso di fare Seth Shostak, astronomo dell’istituto SETI, il Search for Extra Terrrestial Intelligence in California. “La osserveremo con l’Allen Telescope Array”- ha detto a Space.com, aggiungendo subito però, a scanso di equivoci:”La gente dovrebbe controllare il proprio entusiasmo. La storia insegna che scopriremo una spiegazione che non coinvolge i Klingon”.

I RADIOTELESCOPI DEL SETI

I RADIOTELESCOPI DEL SETI

Sulla stessa lunghezza d’onda il già citato Howell, che ha portato come esempio un’altra stella scoperta in passato, ovvero KIC 4110611, anch’essa con una strana curva nella luminosità. “Ma dopo alcuni anni di studio abbiamo capito il perché: è risultato che faceva parte di un sistema stellare formato da 5 astri. Certo, forse un caso unico, ma non c’era una struttura aliena. Credo che noi scienziati dovremo effettuare ulteriori osservazioni di questa stella misteriosa e magari, quasi sicuramente, scoprire che è solo un segnale stellare, per quanto insolito.” Insomma, parola d’ordine: indietro tutta.

SABRINA PIERAGOSTINI

Condividi su:
Facebook Twitter Email

I commenti sono chiusi.