Marte, dove c’è acqua c’è anche vita?

Acqua, tanta acqua. Sotto la superficie di Marte ce ne sarebbe un’enorme quantità. Non solo ai poli, dove già si conosceva la presenza di calotte congelate. Ma si trova in forma di ghiaccio anche in zone più meridionali, per l’esattezza nella regione di Utopia Planitia: pochi metri sottoterra, ci sarebbe un vero e proprio tesoro, in vista di una futura colonizzazione umana del Pianeta Rosso.

L'AREA DI UTOPIA PLANITIA

L’AREA DI UTOPIA PLANITIA

Utilizzando un radar in grado di analizzare il sottosuolo, SHARAD, montato sulla sonda Mars Reconnaissance e di tecnologia italiana, i ricercatori della NASA hanno individuato questo deposito di ghiaccio che li ha davvero sorpresi. È grande quanto l’intero stato del New Mexico. È così gigantesco che -se si sciogliesse- potrebbe riempire il Lago Superiore, il bacino più vasto delle Americhe con i suoi quasi 85 mila km quadrati di superficie.

“Questa riserva è molto probabilmente la più accessibile dell’intero pianeta, perché è ad una altitudine relativamente bassa e giace in un’area pianeggiante e regolare, nella quale sarebbe più semplice far atterrare una navicella spaziale rispetto ad altre zone nelle quali c’è del ghiaccio sepolto”, ha spiegato Jack Holt, uno degli scienziati autori dell’articolo pubblicato dalla rivista Geophysical Research Letters.

Il team, guidato da Cassie Stuurman, dell’Istituto di Geofisica dell’Università di Austin, ha puntato l’attenzione proprio su Utopia Planitia per la sua somiglianza al paesaggio dell’artico canadese, ricco di strati superficiali ghiacciati. E il radar- in grado di distinguere tra acqua liquida e acqua congelata– ha scoperto uno deposito spesso tra gli 80 e i 170 metri, ad una profondità piuttosto limitata (compresa tra 1 e 10  metri).

IN EPOCHE REMOTE, ANCHE MARTE ERA UN PIANETA BLU

IN EPOCHE REMOTE, ANCHE MARTE ERA UN PIANETA BLU

Al momento i ricercatori non sanno spiegare la concentrazione di tanto ghiaccio in questa area di Marte, ma credono che la scoperta possa essere utile per comprendere i mutamenti climatici avvenuti sul pianeta. L’accumulo di neve- poi diventato strato ghiacciato- dovrebbe essersi formato durante una fase di massima inclinazione. Infatti Marte presenta forti variazioni dell’ asse di rotazione: ben 50 gradi ogni 120 mila anni. Oggi ha un’inclinazione di circa 25°.

Ma comunque l’acqua su Marte non è liquida da svariati milioni di anni, se non di più. Un punto a sfavore della possibilità che sul pianeta più simile al nostro si sia formata la vita. Tuttavia non si può ancora dire con certezza, visto che altre osservazioni recenti hanno appurato la presenza di rugiada e di piccoli rivoli di acqua corrente. E la vita, che sa adattarsi a tutto, potrebbe essersi sviluppata anche in condizioni proibitive, sfruttando al massimo le poche risorse disponibile.

Così non si può ancora escludere che forme viventi elementari si nascondano nel sottosuolo marziano. Le prove, secondo alcuni ricercatori,  sarebbero già state individuate- senza essere però capite- da precedenti missioni di ricerca. Per questo, stanno per essere riesaminati i campioni di roccia raccolti dal rover Spirit arrivato su Marte nel 2004. Come ad esempio le formazioni silicee trovate nel cratere Gusev:  sulla Terra, sono dovute all’interazione di sorgenti calde e microorganismi. Potrebbero dunque essere “biofirme” di una vita passata, secondo Steven Ruff e Jack Farmer, dell’Università dell’Arizona.

LA SONDA VIKING SU MARTE NEL 1976

LA SONDA VIKING SU MARTE NEL 1976

Allo stesso modo, vengono riletti anche i dati della missione Viking del 1976 che effettuò vari esperimenti sul suolo marziano. I risultati sono oggi considerati molto interessanti, perché praticamente identici a quelli ottenuti da campioni di terreno prelevati sulla Terra. Tanto che i due ricercatori che hanno ripreso in mano quei dati di 40 anni fa, Gilbert V. Levin e Patricia Ann Straat, sostengono che i risultati siano “coerenti con una spiegazione biologica.”

Mentre la scienza, però,  procede con i piedi di piombo, ben coscia di quanta eco avrebbe la scoperta anche di un solo organismo monocellulare extraterrestre tra questa polvere rossa, i ricercatori fai-da-te del web sono già certi di aver individuato una vasta serie di reperti che dimostrano l’esistenza, un tempo e persino oggi, di forme di vita sul Pianeta Rosso. Analizzando ogni minimo dettaglio delle foto scattate da Curiosity e postate dalla NASA, hanno trovato davvero di tutto.

PER IL WEB, ECCO UN ANIMALE MARZIANO

PER IL WEB, ECCO UN ANIMALE MARZIANO

Uno degli ultimi animaletti marziani balzato agli onori di Internet è una specie di anfibio o di rettile, grande circa 3 centimetri, con tanto di corna, avvistato tra le rocce di una immagine scattata nel 1433° giorno di missione. Altri utenti hanno invece scovato, in un’altra foto, delle sagome che ricordano delle cavallette. E ancora, c’è un video nel quale vicino a Curiosity sembrano muoversi due insetti. Strane rocce? Illusioni ottiche? Suggestione? Chissà.

SABRINA PIERAGOSTINI

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