Il “caso Roswell” al Simposio di San Marino

Cosa cadde dal cielo, nella notte tra il 2 e il 3 luglio 1947, nel terreno dell’allevatore William Mac Brazel, in New Mexico? A cosa appartenevano i rottami metallici sparsi nel suo ranch e prontamente recuperati dai militari della vicina base aerea di Roswell? Erano solo i resti di un normale pallone meteo, come fu sostenuto per anni dalle autorità? O era piuttosto un modulo Mogul, usato per spiare l’Unione Sovietica,  come ammesso invece dall’Air Force americana negli anni ’90? Oppure era un oggetto sconosciuto di provenienza extraterrestre, come molti si ostinano ancora a pensare?

IL GIORNALE DELL'EPOCA, CON LA NOTIZIA DEL CRASH

IL GIORNALE DELL’EPOCA, CON LA NOTIZIA DEL CRASH

A distanza di 70 anni, il crash di Roswell resta uno degli argomenti più dibattuti dall’Ufologia. Se ne parlerà anche al prossimo Simposio organizzato dal CUN a San Marino, il 13 e 14 maggio. E a farlo, sarà un vero esperto della materia, uno dei ricercatori più famosi al mondo e che ha più a fondo studiato il caso: il fisico americano Stanton Terry Friedman. Proprio Friedman, nel 1980,  ha contribuito a riportare all’attenzione dell’opinione pubblica l’incidente del New Mexico svolgendo il ruolo di consulente per Charles Berlitz e William Moore,  autori del libro “The Roswell Incident”.

Il suo interesse per il fenomeno UFO era iniziato però molto prima, negli anni ’50, subito dopo la sua laurea in scienze e il master in fisica nucleare, ai tempi del progetto Blue Book. Ma solo negli anni ’70  la ricerca alternativa ha poi preso il sopravvento su quella più tradizionale e Friedman è diventato uno dei nomi più conosciuti nel campo dell’Ufologia. Nel frattempo, ha scritto 5 libri e decine di articoli nei quali ha esposto le sue tesi, che possiamo riassumere così: una parte degli oggetti volanti non identificati sono effettivamente di provenienza aliena e svolgono un’attività di controllo sulla Terra.

Proverrebbero da stelle relativamente vicine, come ad esempio dal sistema binario di Zeta Reticuli, lo stesso ricordato durante le sedute di ipnosi regressiva da Betty Hill, una delle prime “addotte” della storia insieme al marito Barney ormai 56 anni fa. I dischi volanti sarebbero navette trasportate fino al nostro sistema solare da astronavi-madri in grado di compiere viaggi interstellari. E uno di questi piccoli oggetti volanti sarebbe effettivamente precipitato a Roswell nel 1947. Su questo e su altri episodi simili, sostiene il fisico, il Governo americano ha messo in atto una politica di insabbiamento da lui definita “un Watergate cosmico”.

IL FISICO STANTON T. FRIEDMAN

IL FISICO STANTON T. FRIEDMAN

Ma Stanton T. Friedman è solo uno degli ospiti del Simposio, che prenderà il via sabato 13 maggio, con la mattinata dedicata al tema “Gli Extraterrestri e noi”: tra i relatori, il biologo Giorgio Pattera, Gianfranco Lollino, astrofilo dell’osservatorio astronomico “Copernico” di Saludecio (Rimini), e il fisico dell’Accademia delle Scienze di Bulgaria Lachezar Filipov. Nel pomeriggio,  dopo gli interventi di Roberto Pinotti e Vladimiro Bibolotti- rispettivamente, segretario e presidente del Centro Ufologico Nazionale- prenderà la parola proprio Friedman. La serata proseguirà con l’intervento del  documentarista Piergiorgio Caria e con una tavola rotonda sul tema “UFO, miti e religioni: dagli dei dell’antichità alle religioni del libro”.

Il dibattito riprenderà poi domenica 14 con altri relatori di primo piano. Tra loro, ricordiamo Syusy Blady (al secolo, Maurizia Giusti), nota al grande pubblico come comica e presentatrice, ma anche appassionata di misteri e ufologia; l’ingegnere francese Jean Jacques Velasco, membro del CNES  (Centre National d’Estudes Spatiales) e direttore del GEPAN ( il gruppo di studio di fenomeni aerospaziali non identificati) e il fisico ed ingegnere elettronico Clarbruno Vedruccio.  Il simposio, incentrato sull’anniversario del Caso Roswell e dal titolo  “70 anni di UFO e ufologia”, si fa promotore di una richiesta di chiarezza e verità sul fenomeno extraterrestre.

LA LOCANDINA DEL SIMPOSIO DI SAN MARINO

LA LOCANDINA DEL SIMPOSIO DI SAN MARINO

Al di là del cover upsi legge nel manifesto che presenta il programma– ritenendosi in diritto di saperne di più di quanto non possano e vogliano dire le autorità e più che mai decise ad affrontare il problema con serietà, centinaia di migliaia di persone si sono costituite in tutto il mondo in centri di ricerca che- in chiave scientifica-si rivolgono allo studio del fenomeno sfrondandolo da ogni frangia mitica e sensazionalistica”. E conclude: “La collaborazione internazionale tra gli ufologi e l’analisi dei casi pregressi con la loro comparazione si dimostrano sempre di più la chiave determinante per la soluzione del problema.”

SABRINA PIERAGOSTINI

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