‘Oumuamua è un asteroide o un’astronave aliena?

Alla fine il dubbio è venuto anche a loro. ‘Oumuamua, quell’oggetto celeste dalla forma insolitamente allungata che lo scorso ottobre è passato vicino alla Terra per poi proseguire il suo viaggio attraverso il sistema solare, potrebbe non essere solo un frammento di roccia e metallo proveniente da una costellazione lontana. Ecco perché ora gli astronomi vogliono verificare se- per caso- non sia il prodotto di una qualche civiltà dello spazio.

UNA RESA ARTISTICA DELL'ASTEROIDE INTERSTELLARE

UNA RESA ARTISTICA DELL’ASTEROIDE INTERSTELLARE

Gli scienziati che hanno aderito al Breakthrough Listen Project, promosso dal miliardario russo Yuri Milner per trovare prove di vita aliena entro i prossimi 10 anni- intendono infatti puntare il Green Bank Telescope, posizionato nel West Virginia, proprio verso quello stranissimo corpo sigariforme, che si muove alla folle velocità di 95mila chilometri all’ora e che è stato classificato come asteroide interstellare. Lo scopo è appurare l’eventuale presenza di segnali radio.

‘Oumuamua- “il messaggero giunto da molto lontano”, in lingua hawaiana- sarà monitorato per dieci ore di fila su quattro differenti bande di emissioni, da 1 a 12 GHz. “Molto probabilmente è di origine naturale, ma visto che è così particolare ci piacerebbe testare se possiede qualche traccia di origine artificiale, come un segnale radio”, ha dichiarato Avi Loeb, docenti di astronomia all’Università di Harvard e uno dei consulenti del progetto. “Se dovessimo captare un segnale che appare artificiale, lo sapremo immediatamente.”

L’asteroide extrasolare- il primo del genere mai avvistato– è stato individuato dal telescopio Pan-STARRS, che dalle isole Hawaii perlustra il cielo alla ricerca di rocce in avvicinamento alla Terra, potenziali minacce per il nostro pianeta. All’inizio gli studiosi pensavano potesse essere una cometa, poi invece le analisi e le osservazioni strumentali hanno indotto gli astronomi a considerarlo un asteroide proveniente dallo spazio profondo e dalle caratteristiche bizzarre: è lungo 400 metri e largo neanche 50, ha una superficie rossa ed una composizione prevalentemente metallica.

'OUMUAMUA RIPRESO DAI TELESCOPI

‘OUMUAMUA VISTO DAI TELESCOPI

Insomma, molto diverso dagli asteroidi ai quali siamo abituati, di forma tondeggiante o “a patata” e composti in gran parte da ghiaccio. Una stranezza che ha colpito anche il professor Loeb: “Curioso che il primo oggetto che vediamo provenire dall’esterno del sistema solare abbia questo aspetto”, ha detto al quotidiano britannico The Guardian. A renderlo straordinariamente affascinante è proprio la sua forma ad ago, perfetta- dicono i ricercatori del Breakthrough Listen Project- per un velivolo spaziale destinato a percorrere lunghe distanze perché l’architettura affusolata riduce al minimo il rischio di essere colpiti da gas e polvere interstellare.

“La presenza di ’Oumuamua nel nostro sistema solare offre al progetto Breakthrough Listen un’opportunità di dimostrare la nostra capacità di tracciare oggetti vicini in rapido movimento. Sia che si tratti di un oggetto artificiale o naturale, è un grande obiettivo per Listen”, ha affermato Andrew Siemion, direttore del centro di ricerca SETI di Berkeley. Come riporta il comunicato stampa di Breakthrough Initiatives,  i nuovi studi permetteranno in ogni caso di coprire porzioni dello spettro radio nelle quali l’oggetto non è stato ancora osservato e potrebbero dare importanti informazioni sulla sua struttura chimica.

Dopo aver oltrepassato la Terra ora ‘Oumuamua, nel suo percorso di allontanamento, si sta dirigendo verso Giove ed è già a due unità astronomiche da noi. Una distanza enorme, ma non per il telescopio di Green Bank che da lì , in meno di un minuto, è in grado di intercettare una trasmissione omnidirezionale debole quanto quella prodotta da un telefonino. Se quell’oggetto nasconde un segreto, come motori o strumentazioni tecnologiche, tra poco lo sapremo: i ricercatori si metteranno in ascolto a partire dal 13 dicembre.

IL PERCORSO DELLO STRANO CORPO CELESTE NEL NOSTRO SISTEMA SOLARE

IL PERCORSO DELLO STRANO CORPO CELESTE NEL NOSTRO SISTEMA SOLARE

Pur prevedendo che non saranno captati segnali alieni, il docente di Harvard è convinto che valga comunque la pena tentare. “Le possibilità che abbiamo di sentire qualcosa sono davvero minime, ma se accadrà lo riferiremo subito e poi cercheremo di capire”, ha spiegato Loeb, che ha aggiunto. “Se mai scoprissimo che è un artefatto abbandonato e senza segni di vita all’interno, sarebbe comunque il momento più elettrizzante che posso immaginare in tutta la mia vita. Ha davvero a che fare con una delle domande essenziali della scienza, forse la più fondamentale: siamo soli?

SABRINA PIERAGOSTINI

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