“Nei laboratori stanno esaminando i frammenti degli UFO”

Nessuna prova certa, nessun elemento analizzabile, nulla di concreto. L’ufologia è rimasta sempre ai margini della ricerca proprio per questa carenza di dati oggettivi, verificabili e riproducibili, gli unici sui quali la scienza accetta di confrontarsi. Così tutto quello che è stato detto, ammesso e rivelato sugli UFO (spesso da addetti ai lavori in posizioni molto elevate nella catena del comando) è sempre stato archiviato come frutto della fantasia, del tutto priva di fondamento. Ma cosa accadrebbe se un giorno un laboratorio scientifico dimostrasse la provenienza non terrestre di un oggetto scoperto sul nostro pianeta?

FINORA NON ESISTONO PROVE OGGETTIVE DELL'ESISTENZA DEGLI UFO

FINORA NON ESISTONO PROVE OGGETTIVE DELL’ESISTENZA DEGLI UFO

È  l’obiettivo dichiarato  del progetto ADAM (acronimo di Acquisition & Data Analysis of Materials), lanciato lo scorso anno dal gruppo To The Stars Academy, la “società di pubblica utilità” fondata dall’ex rockstar Tom DeLonge con lo scopo di creare una sinergia tra i vari settori della scienza, la ricerca aerospaziale e il campo dell’intrattenimento per indagare su quelle tecnologie insolite e misteriose della cui esistenza non abbiamo ancora certa dimostrazione. È stata TTSA, lo ricordiamo, a far conoscere l’ Advanced Aerospace Threat Identification Program (AATIP), il programma segreto per studiare le potenziali minacce aeree condotto per anni dal Pentagono,  e a diffondere i video dei caccia americani invano all’inseguimento di bizzarri oggetti volanti.

All’iniziativa di DeLonge hanno aderito personalità molto in vista: co-fondatore e vicepresidente è Hal Puthof, fisico con decine di articoli pubblicati e numerosi brevetti nel campo dei laser, delle comunicazioni e della propulsione nello spazio; l’ex direttore del già citato programma del Pentagono, Luis Elizondo, ufficiale dell’Intelligence che ha supervisionato indagini su spionaggio e terrorismo, ora è a capo dei progetti speciali di To The Stars Academy; nelle vesti di consigliere per la sicurezza nazionale, c’è Chris Mellon, per 20 anni nel governo federale (è stato  vice segretario alla Difesa per l’intelligence nelle amministrazioni Clinton e Bush figlio).

UN FOTOGRAMMA DI UNO DEI VIDEO DEL PENTAGONO

UN FOTOGRAMMA DI UNO DEI VIDEO DEL PENTAGONO

ADAM è stato promosso per raccogliere e valutare campioni di materiale che si ritiene provenire da veicoli di natura sconosciuta: ad esempio,  frammenti di potenziali oggetti non terrestri rinvenuti sui luoghi di presunti UFO crash. Materiale da far  sottoporre ad esami approfonditi, per stabilirne composizione e origine, nei laboratori di Earth Tech International, società creata da Puthof per esplorare le scoperte più all’avanguardia della scienza e della tecnologia. Ma a quanto pare, non è solo TTSA ad essere focalizzata su questa ricerca “di confine” che sembra uscita dalla serie tv Fringe. Anche altri scienziati, anche altri laboratori stanno lavorando nella stessa direzione e con risultati- pare- sconvolgenti.

Ad affermarlo qualche giorno fa, durante una intervista radiofonica, è stato il giornalista Lee Speigel, firma del noto quotidiano Huffington Post e da decenni interessato alla questione aliena. Durante una puntata della trasmissione radiofonica Open Minds Radio News, condotto da Alejandro Rojas , ha parlato del nuovo documentario sugli Oggetti Volanti Non Identificati di cui è autore e produttore insieme a James Fox rivelando ciò di cui lui stesso è stato testimone. “Di recente ho avuto l’opportunità unica di vedere e tenere in mano del materiale che si dice provenire da un vero UFO e che sta venendo analizzato da scienziati. Non sono ancora pronti a presentarsi all’opinione pubblica con le loro incredibili scoperte, ma lo faranno. Lo posso dire con totale certezza perché io ero lì, nei loro laboratori”

IL GIORNALISTA STATUNITENSE LEE SPEIGEL

IL GIORNALISTA STATUNITENSE LEE SPEIGEL

Speigel non ha potuto né voluto entrare nei dettagli, evitando nomi e località, ma ha ribadito che non si tratta del team al lavoro per ADAM. Dunque, da qualche altra parte, probabilmente sempre negli Stati Uniti,  ci sono esperti che avrebbero già trovato risposte- immaginiamo, sconcertanti, visto che non se la sentono ancora di comunicarle al mondo- su un mistero sul quale sono stati versati fiumi di inchiostro. Il podcast è stato caricato online (http://www.blogtalkradio.com/ufo_radio/2019/01/08/2018-ufo-year-in-review) e il punto centrale dell’intervento di Lee Speigel è stato fedelmente trascritto dal blog www.ufojoe.net. Nella sua chiacchierata, il giornalista ha spiegato che alcuni campioni presi in esame proverrebbero dall’UFO che sarebbe precipitato nel 1957 a Ubatuba, in Brasile.

Secondo le testimonianze dell’epoca, nel settembre di quell’anno un oggetto a forma di disco esplose in cielo e una pioggia di frammenti precipitò sul mare e sulla spiaggia. Un pescatore ne raccolse alcuni e li inviò al giornale O globo, che pubblicò la storia. In seguito, quelle scorie metalliche vennero esaminate più volte anche negli Stati Uniti: fu appurato che si trattava di magnesio con una piccola percentuale di stronzio, alluminio, silicio e ferro. Non come il magnesio usato per usi commerciali, ma nulla che potesse far propendere per un’origine non terrestre, sentenziò il famoso Rapporto Condon. Anche gli ufologi esclusero che quei frammenti potessero essere delle prove. Ma adesso- secondo quanto dice Speigel- le cose potrebbero andare diversamente.

UN FRAMMENTO RECUPERATO NEL 1957 IN BRASILE

UN FRAMMENTO RECUPERATO NEL 1957 IN BRASILE

“Come fai ad analizzare ciò che la scienza non sa di cosa sia composto? Be’, devi  inventare nuove tecnologie che possano analizzare quel materiale. Ed è esattamente quello che questi scienziati di cui io sono a conoscenza  hanno fatto. Hanno sviluppato una tecnologia nuova di zecca. Io ero lì, l’ho visto, l’ho ripreso.  È incredibile quello che possono fare adesso. Sono rimasto senza fiato.” Non si tratterebbe solo di quel che rimane di quell’oggetto misterioso apparso nei cieli del Brasile. In piccoli contenitori speciali, che il reporter dice di aver toccato con mano, ci sarebbero frammenti raccolti in ogni parte del mondo dagli anni ’40 del secolo scorso in poi. “Continuavo a dire a James, il mio co-produttore: ‘Dammi un pizzicotto, per favore, non posso credere di assistere a tutto questo, è semplicemente pazzesco’”

Tra l’altro, tutto è stato ripreso dalle telecamere. Il documentario in lavorazione lo mostrerà. Per fugare il dubbio che questo proclama sia solo un modo per fare pubblicità al film, Lee Speigel ha poi aggiunto: “Non sto dicendo di credermi sulla parola. Sto dicendo, siate pazienti. Siate pazienti perché credo che alla fine, anche se non saranno queste persone di cui sono stato testimone io, sarà qualcun altro, ma alla fine sono convinto che queste prove usciranno. L’esperienza che ho vissuto andando in questo luogo- e non dirò dove si trovi- mi ha fatto capire in modo abbastanza ovvio che gira molto denaro dietro a questa ricerca. È completamente sovvenzionata. Basta guardare le strumentazioni che stanno usando per fare le analisi , è roba strabiliante.”

UN GIORNALE BRASILIANO RACCONTAVA LA NOTIZIA DEL DISCO VOLANTE

UN GIORNALE BRASILIANO RACCONTAVA LA NOTIZIA DEL DISCO VOLANTE

Se l’annuncio del giornalista è fondato, se è vero quello che ha visto, sarebbe davvero una notizia clamorosa, non solo la più sorprendente del 2019, ma una di quelle capaci di cambiare la nostra storia. Ora resta da capire se e quando questi risultati saranno divulgati. La convinzione di Lee Speigel è che accadrà presto. “Nulla sarà nascosto perché vogliono che questa informazione venga fuori. E vogliono condividerla con la scienza. E vogliono darla a tutti coloro che già ci credono o sono totalmente scettici o fanno i debunker. Questa gente vuole dire: ‘ Ecco, prendi le informazioni che abbiamo appena ricavato. Adesso, procedi con la tua analisi e facci sapere cosa trovi…’” Insomma, una sfida aperta, da alcuni scienziati al resto della scienza.

SABRINA PIERAGOSTINI

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