Occhio agli asteroidi: “Prima o poi uno grosso ci colpirà…”

Non sappiamo quando accadrà, ma sappiamo che prima o poi accadrà. Si può riassumere in questo modo l’intervento- per nulla rassicurante- di Bill Nye, noto divulgatore scientifico della tv americana e ora a capo dell’associazione no profit Planetary Society. La data ancora da destinarsi , ma in ogni caso certa, è quella del prossimo impatto con un asteroide grande, grosso e cattivo, almeno quanto quello che ha sterminato i dinosauri. Non è la prima volta che ce lo sentiamo dire, ma l’occasione in cui ce l’hanno ripetuto era piuttosto ufficiale.

BILL NYE HA PER ANNI CONDOTTO IL PROGRAMMA TV "THE SCIENCE GUY"

BILL NYE HA PER ANNI CONDOTTO IL PROGRAMMA TV “THE SCIENCE GUY”

Nye lo ha detto infatti  il 2 maggio alla “Planetary Defence Conference”, la conferenza internazionale promossa ogni due anni dall’Accademia di Astronautica degli Stati Uniti e incentrata proprio sulla minaccia costituita da queste rocce vaganti nello spazio. “La Terra sarà colpita da un altro grande asteroide”, ha dichiarato il conduttore televisivo davanti ad un pubblico di esperti e addetti ai lavori. “Il problema è che non sappiamo quando. C’è una probabilità molto bassa che avvenga durante la nostra vita, ma è un evento che avrà conseguenze molto importanti. Se avviene, sarebbe come il tasto “alt-control-canc” per tutto.”

Ma a differenza dei dinosauri, ignari del destino che incombeva su di loro, noi almeno siamo consci del pericolo e soprattutto siamo nelle condizioni di poter prevenire il disastro. Su questo Nye ha insistito: dobbiamo prepararci fin da ora, per evitare danni poi difficilmente reparabili. Primo passo è il censimento dei sassi spaziali più pericolosi. Proprio quello che la NASA sta facendo ormai da anni. A quanto pare, il 90% degli asteroidi capaci di annientarci- ovvero quelli lunghi almeno un chilometro-sono già stati individuati e monitorati. E a quanto pare, finora, nessuno di essi sembra in rotta di collisione con il nostro pianeta nel prossimo futuro. Ma rimane quel 10% ancora di trovare e che non fa fare sonni tranquilli agli astronomi.

GLI ASTEORIDI POTENZILAMENTE PERICOLOSI SONO TENUTI SOTTO MONITORAGGIO

GLI ASTEORIDI POTENZILAMENTE PERICOLOSI SONO TENUTI SOTTO MONITORAGGIO

Non solo. Esistono centinaia, migliaia di altre rocce più piccole in movimento attorno a noi: vengono chiamati NEOs, una sigla per il termine inglese Near Earth Objects, oggetti vicini alla Terra. Hanno un diametro minore, è vero, e se ci centrassero non sterminerebbero l’intera umanità, ma molti NEOs hanno un potenziale distruttivo molto elevato: potrebbero radere al suolo un’ intera regione o addirittura uno Stato. Ma anche in questo caso- ha ribadito il CEO di Planetary Society- sta a noi trovare gli strumenti migliori per potenziare la caccia e scoprire tutti gli  asteroidi che ci minacciano.

Come ricorda l’articolo di Space.com, uno di questi strumenti potrebbe essere il Large Synoptic Survey Telescope che entrerà in funzione l’anno prossimo in Cile: puntato verso il cielo stellato, riuscirà (si spera) a trovare e catalogare tra l’80 e il 90% degli asteroidi dai 140 metri in su. Ma anche la NASA sta progettando di lanciare un telescopio spaziale con questo specifico compito: si chiamerà Near-Earth Object Camera. Utilizzando gli infrarossi, dovrebbe riuscire a vederli e a seguirli grazie alle loro tracce di calore anche nel buio e freddo spazio. Ma sapere dove sono e tenerli sotto controllo non basta, serve anche capire cosa fare in caso di pericolo di impatto.

IL RISCHIO DI UN IMPATTO , SECONDO GLI ESPERTI, È REALE

IL RISCHIO DI UN IMPATTO , SECONDO GLI ESPERTI, È REALE

Immaginiamo il caos che scoppierebbe all’annuncio che il telescopio X o il ricercatore Y prevede l’arrivo di un asteroide dritto dritto contro la Terra. Sarebbe un’emergenza globale e tutti- senza esclusione- dovrebbero collaborare alla ricerca della soluzione migliore per scongiurare la catastrofe. Avremmo più opzioni da valutare. Se l’allarme verrà dato con un buon anticipo- anni o meglio decenni- potremmo decidere di inviare una sonda che affianchi quell’enorme proiettile vagante e spostarlo quel poco che basta dalla rotta di collisione con uno “strattone” gravitazionale. Un metodo che la NASA- ha confermato Jim Green, capo scienziato dell’ente spaziale americano, anche lui presente al convegno- ha già preso in esame.

Ma se il tempo stringesse? Andrebbero usate le maniere forti: potremmo far schiantare sulla roccia spaziale una o più sonde, spingendola così fuori dalla sua traiettoria in un modo più brusco e veloce. E poi c’è la solita, vecchia possibilità che Hollywood ci ha già mostrato: un bella bomba nucleare da far esplodere lì vicino, distruggendo integralmente o quanto meno riducendo all’istante la pericolosità dell’intruso. Bill Nye però ha aggiunto anche un’altra strategia, che ha definito “Laser Bees”, ovvero l’invio di uno sciame di piccoli veicoli spaziali dotati di un raggio laser che concentrerebbero sullo stesso punto della roccia, vaporizzando il materiale e provocando l’emissione di un getto. Questa esplosione funzionerebbe come una specie di motore a reazione e porterebbe l’asteroide su un percorso diverso.

ECCO COME DOVREBBERO AGIRE LE "LASER BEES"

ECCO COME DOVREBBERO AGIRE LE “LASER BEES”

Nel suo intervento, Green ha sottolineato anche gli aspetti positivi degli asteroidi. In fondo, se c’è vita sulla Terra, è molto probabilmente merito loro e dei composti organici che hanno disperso sulla superficie del nostro pianeta primordiale durante il loro bombardamento  durato per milioni di anni. E analizzarli è molto importante per i ricercatori, perché sono, ha detto, “capsule del tempo arrivate dall’alba del sistema solare.” Eppure, anche lo scienziato della NASA si è trovato d’accordo con la terribile profezia di Nye: la minaccia di un impatto con asteroidi o comete nell’imminente futuro è reale. “Non è una questione di se, è solo una questione di quando avverrà.”

SABRINA PIERAGOSTINI

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