I pianeti più bizzarri (e interessanti) scoperti nel 2019

Il 2019 è agli sgoccioli ed è tempo di bilanci per tutti. Anche per chi trascorre la vita a cercare i pianeti extrasolari- minuscoli granelli di sabbia nell’infinito universo che ci circonda. La lista si allunga di continuo: i mondi alieni che oggi conosciamo non solo sono sempre più numerosi, ma anche sempre più vari. Ecco allora quali sono state le 10 scoperte più interessanti e più curiose dell’anno che sta finendo.

UNO DEI SISTEMI PLANETARI SCOPERTI NEL 2019

UNO DEI SISTEMI PLANETARI SCOPERTI NEL 2019

A stilare la classifica è stato il sito online Livescience.com che piazza al decimo posto la Stella di Teegarden, una nana rossa nella costellazione dell’Ariete a soli 12,5 anni luce da noi che ospita due esopianeti terrestri. Compiono un’intera rivoluzione in pochissimi giorni – tra i 5 e gli 11- perché sono molto vicini al loro sole, ma nonostante questo si troverebbero comunque nella cosiddetta Fascia di Abitabilità– dove la temperatura superficiale è adatta alla vita – perché la luce che ricevono è molto debole. Secondo gli studiosi, questo sistema planetario potrebbe riservare ancora qualche sorpresa.

Al 9° posto, troviamo una novità ipotizzata dallo studio di un gruppo di astrofisici pubblicato lo scorso luglio su ArXiv: nello spazio esisterebbero dei corpi rocciosi a metà tra pianeti e satelliti denominati con un nome quasi spiritoso – ploonet (una fusione tra  planet e moon). Secondo gli autori di questa ricerca, le esolune talvolta potrebbero essere sottratte alla forza gravitazionale dei loro pianeti per essere attirate dalle stelle ospiti, fino ad esserne inghiottite. Per ora, i ploonet sono puramente teorici– nessuno ne ha mai visto uno- ma l’articolo sostiene che il lento viaggio che li porta a morire lascerebbe una traccia luminosa riconoscibile, con la quale sarebbe possibile spiegare alcuni fenomeni astronomici fino ad oggi senza un perché.

I PLOONET SAREBBERO LUNE STRAPPATE AI LORO PIANETI DALL'ATTREZIONE DELLA STELLA OSPITE

I PLOONET SAREBBERO LUNE STRAPPATE AI LORO PIANETI DALL’ATTRAZIONE DELLA STELLA OSPITE

Tra le stranezze rilevate negli scorsi mesi, poi, rientra anche un insolito sistema stellare formato da tre soli che illuminano un esopianeta. LTT 1445Ab, a oltre 22 anni luce dalla Terra,  orbita soltanto attorno ad una di queste stelle- e in appena 5 giorni- ma anche le altre due nane rosse compaiono nel suo cielo. Quindi, immaginiamo lo spettacolo visibile dalla sua superficie- una triplice alba e un triplice tramonto. LTT 1445Ab è stato trovato grazie a TESS, il Transiting Exoplanet Survey Satellite. Gli scienziati  lo ritengono un candidato perfetto per una futura indagine sulla atmosfera con i telescopi posizionati a terra proprio in virtù della sua posizione. Ma non ci sono molte speranze di trovare vita quassù: la temperatura superficiale dovrebbe aggirarsi sui 160 °C.

Sempre grazie al telescopio spaziale americano, la scorsa primavera è stato individuato un altro mondo che incuriosisce molto gli esperti del settore, perché- astronomicamente parlando– è un neonato. Si tratta di DS Tuc Ab, un pianeta gassoso che secondo le stime avrebbe appena 43 milioni di anni– nulla, rispetto alla storia dell’universo e anche del nostro sistema solare, vecchio di 4,5 miliardi di anni. Proprio questa sua giovinezza lo rende estremamente utile per capire le fasi di formazione planetaria: DS Tuc Ab sta subendo notevoli perdite del suo gas atmosferico a causa delle radiazioni della stella ospite. Gli astrofisici sperano di ricavare dati e informazioni per capire cosa potrebbe accadere alla Terra e ad altri pianeti a noi più vicini se perdessero le loro atmosfere.

UN TRAMONTO CON TRE SOLI SU LTT 1445Ab

UN TRAMONTO CON TRE SOLI SU LTT 1445Ab

Sesto in questa classifica delle scoperte spaziali più particolari del 2019 c’è poi un pianeta potenzialmente abitabile, ancora una volta scovato insieme ad altri due compagni da TESS in un sistema planetario a 31 anni luce da noi, denominato GJ 357. Uno di questi mondi, grande come il nostro, sembrava molto promettente, ma ulteriori indagini hanno appurato che si tratta di una Terra Calda, con una temperatura superficiale troppo elevata (più di 250 gradi °C). Ma un altro del terzetto- di dimensioni maggiori e per questo definito Super Terra- dovrebbe trovarsi invece nella Fascia di Abitabilità. Compie una rotazione attorno alla stella ospite ogni 55 giorni e gli scienziati lo stanno tenendo sotto osservazione.

Tra le novità prese in esame nell’anno quasi terminato, spunta l’ipotesi che i pianeti gelati, simili a grosse palle di neve, dopo tutto possano essere in grado di sostenere la vita, al contrario di quanto pensato finora. Nel corso della loro storia a volte i corpi rocciosi possono bloccarsi in sincrono con la loro stella, mostrando ad essa sempre la stessa faccia e sviluppando enormi distese ghiacciate sull’altra. Anche la Terra, nel suo remoto passato, ha attraversato una fase del genere. Ma la vita si è comunque sviluppata. Ecco perché una ricerca pubblicata lo scorso luglio suggerisce che i pianetti “palla di neve” potrebbero essere  luoghi ideali nei quali cercare forme viventi, visto che la temperatura nelle zone più interne si aggirerebbe sui 10 gradi °C, del tutto compatibili con la vita.

UNA RESA ARTISTICA DI UN PIANETA "PALLA DI NEVE"

UNA RESA ARTISTICA DI UN PIANETA “PALLA DI NEVE”

Altre stranezze individuate nel 2019 si meritano un posto in questa classifica. Come lo strano mondo chiamato WASP-121b che ricorda un pallone: è “leggero” perché sta rapidamente perdendo i metalli pesanti (ferro e magnesio) insieme alla sua atmosfera e dal momento che orbita vicinissimo al suo sole è il pianeta più caldo conosciuto con i suoi 2538 °C, quasi il doppio della temperatura alla quale si fonde l’acciaio… Ma WASP-121b è anche gonfio, perché l’attrazione della sua stella è così forte che lo sta deformando. Molto interesse ha poi sollevato un’altra scoperta- rivendicata da due diverse equipe scientifiche in competizione- relativa alla presenza di vapore acqueo sull’esopianeta K2-18 b: nella sua atmosfera aliena ci sarebbero, dunque, le nuvole.

A contendersi il podio come notizia più interessante dell’anno, troviamo l’ipotesi che certi pianeti si possono trovare anche dove meno ce lo si aspetta e l’individuazione di un probabile schianto planetario appena avvenuto. Grazie ad un modello realizzato al computer, lo scorso ottobre alcuni ricercatori sono giunti alla conclusione che mondi  vagabondi e grandi almeno come Nettuno potrebbero trovarsi in orbita vicino a buchi neri super massicci. Per sopravvivere, dovrebbero mantenersi ad una distanza di almeno 10-30 anni luce, ma sarebbero oscuri- perché i buchi neri assorbono tutto, inclusa ogni forma di luminosità. Per questo, vederli potrebbe essere impossibile, anche perché in questo caso il cosiddetto metodo del transito, usato spesso per scoprire i pianeti alieni, non può funzionare.

CI SAREBBERO PIANETI IN ORBITA ATTORNO AI BUCHI NERI

CI SAREBBERO PIANETI IN ORBITA ATTORNO AI BUCHI NERI

Infine, ad una notevole distanza da noi- circa 300 anni luce- nel sistema stellare BD +20 307, i ricercatori hanno trovato una grande quantità di polvere calda. Una scoperta che li ha esaltati, perché potrebbe essere la prova di una collisione planetaria abbastanza recente. Le osservazioni risalgono ad una decina di anni fa, ma sono state confermate soltanto lo scorso aprile. Sarebbe la traccia di uno scontro colossale che per gli astrofisici rappresenta un grande opportunità per saperne di più su come tali impatti influenzano la formazione e l’evoluzione dei sistemi planetari. Anche del nostro: è opinione condivisa che la Luna si sia formata proprio in seguito ad un gigantesco schianto tra corpi planetari, ma nessuno ancora sa esattamente come sia avvenuto.

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