L’antropologo: «Negli UFO i viaggiatori dal futuro»

Premessa: non è un’idea nuova. Anzi, tra le tante è una delle ipotesi  più contemplate nei libri di ufologia. Ma adesso, a sostenere la possibilità che a pilotare i dischi volanti non siano gli Alieni, ma i viaggiatori del tempo è un antropologo che insegna in un’università americana. Per lui, è più probabile che siano terrestri provenienti dal futuro piuttosto che extraterrestri provenienti da altri mondi. Michael Masters, docente di antropologia biologica in Montana,  lo dice nel libro “Identified Flying Objects: a Multidisciplinary Scientific Approach to the UFO Phenomenon (“Oggetti Volanti Identificati: un approccio scientifico multidisciplinare al fenomeno UFO”).

DA DOVE ARRIVANO GLI UFO?

DA DOVE ARRIVANO GLI UFO?

Il punto di partenza della sua riflessione è la rapidità con la quale la nostra tecnologia sta procedendo: di questo passo, non è difficile immaginare che in un prossimo futuro l’umanità saprà realizzare ciò che ora appare fantascientifico, come ad esempio la costruzione di macchine in grado di farci viaggiare nel tempo a nostro piacimento. «Ho adottato un approccio multidisciplinare per cercare di capire le stranezze di questo fenomeno», ha spiegato Masters al sito online Space.com. «Il nostro lavoro di scienziati è interrogarci sulle grandi questioni e tentare di dare risposte a domande irrisolte. C’è qualcosa là fuori e ne dovremmo discutere. Dovremmo essere in prima linea nel cercare di capire cosa sta accadendo». Non capita spesso di sentire un uomo di scienza parlare in questi termini.

Sorprende anche constatare che il professore prende come veritieri e credibili i racconti- sempre messi alla berlina dai ricercatori accademici- di chi sostiene di aver visto gli occupanti degli UFO, spesso descritti come umanoidi con due gambe, completamente glabri, con grandi teste e occhi larghi, nasi e bocche di dimensioni ridotte e con la capacità di comunicare con il pensiero o nella nostra stessa lingua- qualunque essa sia. Prova- dice Masters- di una tecnologia molto più avanzata della nostra, ma chiaramente costruita su quella attuale. «Il libro collega gli aspetti noti della nostra storia evolutiva con quello che è ancora un aspetto non provato e non verificato riguardo gli UFO e gli Alieni», ha aggiunto l’antropologo.

SECONDO MARTENS, A PILOTARE GLI UFO SAREBBERO GLI UOMINI DEL FUTURO

SECONDO MASTERS, A PILOTARE GLI UFO SAREBBERO GLI UOMINI DEL FUTURO

Ma non sarebbe più semplice immaginare i visitatori che ogni tanto si paleserebbero nei nostri cieli come creature provenienti dallo spazio profondo? In fondo, la presenza di miliardi di potenziali mondi abitabili nell’universo porta a non escludere l’eventualità di civiltà evolute sparse attorno a noi… Ma Michael Masters non è d’accordo:« Noi sappiamo di esserci. Sappiamo che gli umani esistono. Sappiamo che abbiamo alle spalle una lunga storia evoluzionistica su questo pianeta. E sappiamo che la nostra tecnologia sarà più avanzata in futuro. Credo che la spiegazione più facile, spontanea, è che siamo noi. Sto solo cercando di offrire quella che probabilmente è la spiegazione più sobria».

E allora perché mai i nostri discendenti ipertecnologici si farebbero, di tanto in tanto, questi tuffi nel passato, a ritroso nella storia, fino ad arrivare ai giorni nostri? Semplice: per comprendere com’era la vita dei loro antenati all’inizio del III millennio. Piacerebbe anche ai nostri archeologhi, d’altra parte, avere una macchina del tempo per vedere con i propri occhi l’umanità dei tempi antichi e stabilire con certezza quello che invece ora possono solo ipotizzare. Ma Masters non esclude anche un altro scopo che può far sorridere: il turismo. Nel futuro, chi si potrà permettere questa tecnologia avanzata, anziché pagare per andare in resort esclusivi su isole tropicali (o magari in altri sistemi solari… ) spenderà i propri soldi per visitare le meraviglie del passato.

I VISITATORI STUDIANO IL PASSATO DELLA TERRA OPPURE SONO TURISTI...

I VISITATORI SPAZIALI STUDIANO IL PASSATO DELLA TERRA OPPURE SONO TURISTI…

Masters definisce la sua ricerca “un progetto in evoluzione” e riconosce che ci sono ancora delle tessere mancanti del puzzle che ha cercato di ricostruire. Ad esempio, ci sono degli aspetti del tempo che ancora non conosciamo e neppure  possediamo la “teoria del tutto”, in grado di far funzionare insieme la relatività generale e la meccanica quantistica (che- ad oggi- sembrano invece andare spesso in direzioni diverse). Il suo tentativo punta al miglior modello possibile sulla base delle attuali conoscenze scientifiche, nella speranza che nuove scoperte, nuove informazioni da qui ai prossimi anni possano corroborare la sua idea.

Come dicevamo, il libro del docente universitario ha riaperto il dibattito su questa possibile interpretazione degli oggetti volanti non identificati. Le reazioni raccolte da Space.com non sono state omogenee. Del tutto negativo il giudizio espresso dallo scrittore americano Robert Sheaffer, da sempre convinto che gli UFO non esistano. «Non c’è nulla in questo libro da prendere in seria considerazione, visto che si basa sull’opinione che viaggiare nel tempo non solo sia possibile, ma addirittura reale. Secondo Masters, basta far girare qualcosa abbastanza velocemente e lo spazio si deformerà tanto da mandarci indietro nel tempo. Un’affermazione altamente dubbia», il suo commento. Non solo, per Sheaffer il semplice fatto che l’antropologo prenda per veri i testimoni degli incontri ravvicinati inficia tutta la sua teoria.

NEL DISEGNO, UN ESEMPIO DI WARP DRIVE

NEL DISEGNO, UN ESEMPIO DI WARP DRIVE

Più articolata la critica dell’astronomo britannico David Darling, che nei suoi libri ha affrontato argomenti come la fisica Zen, il teletrasporto e la vita extraterrestre. «Ho sempre pensato che se alcuni UFO sono velivoli alieni, è abbastanza ragionevole supporre che essi potrebbero essere più macchine del tempo provenienti dal nostro futuro che non astronavi da altre stelle. Ma il problema è: se», ha dichiarato. Però a differenza di tanti suoi colleghi, Darling fa un’ importante ammissione sugli UFO:«Al di là delle leggende popolari dei dischi volanti e degli archetipi degli alieni dalle grandi teste, ci sono piccole preziose prove credibili che esistano effettivamente. Quindi, il mio problema con questo libro non è l’ingegnosità della sua tesi, ma il fatto che innanzi tutto non c’è affatto bisogno di una tesi del genere».

Il sito ha poi sentito il parere di un ingegnere aerospaziale, ora in pensione, che ha lavorato per la NASA e che ha  un personale interesse per il fenomeno UAP, ovvero Larry Lemke. Dal suo punto di vista,  l’ipotesi di Michael Masters è intrigante.«Un aspetto che è diventato chiaro dopo decenni di avvistamenti, se si vuole credere ai racconti, è che questi oggetti non sembrano obbedire alle consuete leggi dell’aerodinamica e della meccanica di Newton. Ci sono dei pensatori nel campo degli UFO secondo i quali i fenomeni riferiti attorno ad alcuni di questi mezzi volanti sembrano gli effetti della relatività generale. Il “missing time” è uno dei più comuni», ha detto.

ANCHE GLI UAP DELLA MARINA MILITARE POTREBBERO ESSERE SPIEGATI

ANCHE GLI UAP DELLA MARINA MILITARE SEMBRANO VIOLARE LE LEGGI DELLA FISICA

Insomma, worm hole, buchi neri, warp drive potrebbero spiegare gli stranissimi comportamenti attribuiti a questi oggetti che- con buona pace di Sheaffer e degli altri scettici- hanno osservato (e ripreso) anche testimoni del tutto affidabili, come i piloti della US Navy. E proprio a quei velivoli bizzarri, descritti come enormi confetti bianchi senza ali e privi di gas di scarico pensa Lemke quando afferma che la possibilità di manipolare lo spazio-tempo possa spiegare anche i recenti avvistamenti del “Tic-Tac” apparso sugli schermi radar della Marina e ripreso dalle telecamere agli infrarossi dei jet F/A-18 Super-Hornet. «Non importa quanta conoscenza possediamo, quanto crediamo di sapere, oltre c’è sempre un altro confine. E questa frontiera ogni giorno diventa più metafisica».

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