UFO nello spazio, l’ultimo avvistamento dalla ISS

“Ospiti spaziali”, così ha definito Ivan Vagner le strane luci allineate e in movimento nell’atmosfera Terrestre da lui riprese da un punto di vista privilegiato: quello della ISS, la stazione internazionale in orbita a 400 chilometri dalla superficie del nostro pianeta, sulla quale si trova dallo scorso aprile. Un video che lo stesso cosmonauta russo ha poi diffuso e commentato con tweet e che non è rimasto inosservato.

LE LUCI RIPRESE DALLA ISS

LE LUCI RIPRESE DALLA ISS

Le immagini – un montaggio in time-lapse che dura circa un minuto- mostrano l’aurora boreale passare vicino all’Antartico e all’Australia in una data non resa nota dal cosmonauta 35enne. «Tuttavia, nel filmato, vedrete qualcos’altro, non soltanto l’aurora», ha scritto Vagner. In effetti, nei primi secondi del video, sulla sinistra rispetto a chi guarda, nel buio della notte, tra la miriade di stelle sullo sfondo e il bagliore verde che si diffonde sulla superficie curva della Terra, spunta una sorpresa: «Ai secondi 9-12, cinque oggetti sembrano volare gli uni accanto agli altri alla medesima distanza. Cosa pensate che siano? Meteore, satelliti o…?», le parole del tweet. Qui potete vedere il filmato: https://youtu.be/bXjikQaMjc8 Quelle luci, in tempo reale, sono rimaste visibili per 52 secondi. 

IL TWEET DI IVAN VAGNER

IL TWEET DI IVAN VAGNER

Nulla di nuovo, verrebbe da dire. Sono numerose le testimonianze di astronauti e cosmonauti sbigottiti di fronte a oggetti o visioni nello spazio di difficile spiegazione. Ed è accaduto fin dagli albori dell’esplorazione spaziale: già Yuri Gagarin, il primo uomo nello spazio, avrebbe affermato di aver visto degli oggetti velocissimi mentre era in orbita. A riferirlo, un ingegnere russo intervistato negli anni ’90, quando Gagarin era già morto da tempo. Anche a non voler credere a queste dichiarazioni postume non verificabili, ce ne sono molte altre rilasciate dai medesimi protagonisti dell’avvistamento. Come l’americano John Glenn.

A bordo della Mercury, apripista dei programmi spaziali della NASA, nel febbraio 1962-vicino alla sua capsula- vide migliaia di particelle luminose che lo scortarono nei suoi giri attorno alla Terra e (in fase di atterraggio) un globo luminoso. Pochi mesi dopo, anche il collega Scott Carpenter incrociò le stesse compagne di viaggio- secondo la NASA, solo frammenti di ghiaccio che riflettevano la luce solare. Nel giugno 1965, durante una missione Gemini, l’astronauta James McDivitt vide e fotografò uno strano oggetto con un braccio meccanico– forse un satellite segreto, ma non è mai stato appurato e le foto più nitide scattate da McDivitt non vennero mai rese pubbliche. Nel dicembre dello stesso anno, Lovell e Borman, a bordo del Gemini 7, riferirono al centro comando della presenza di un cilindro scuro e di “diversi avvistamenti” vicino a loro.

LE MOLTEPLICI LUCI AVVISTATE DAI PILOTI DELLA MERCURY

LE MOLTEPLICI LUCI AVVISTATE DAI PILOTI DELLA MERCURY

Eugene Cernan- in seguito uno dei 12 uomini a toccare il suolo lunare- nel 1966 sarebbe stato inseguito da alcuni UFO fin dal momento del lancio a bordo di Gemini 9. Oggetti luminosi sarebbero comparsi anche durante le missioni successive (10,11 e 12), come mostrano alcune fotografie. Senza contare poi i resoconti- un intreccio di verità e leggende difficile da districare- che avvolgono le missioni Apollo, tra UFO, luci misteriose, incidenti e tragedie sfiorate. Di sicuro, però, alcuni dei protagonisti della conquista dello spazio targata USA professavano pubblicamente la loro convinzione che gli UFO fossero una realtà e che creature di altri mondi fossero già entrate in contatto con l’umanità. Lo fecero ad esempio Gordon Cooper (in volo con Mercury 9 e Gemini 5) e Edgar Mitchell (Apollo 14).

UN'IMMAGINE DELLA MISSIONE GEMINI 12

UN’IMMAGINE DELLA MISSIONE GEMINI 12

Ma anche dall’altra parte della barricata- nell’ex URSS, l’attuale Russia- i cosmonauti si sono trovati spesso di fronte a situazioni impreviste. La lista è lunga: tra i casi più noti, grazie anche ai dettagliati racconti dei testimoni rilasciati a distanza di parecchi anni, c’è quello avvenuto nel maggio 1981 durante la missione Salyut quando Vladimir Kovalenok vide un oggetto di forma ellittica esplodere in una luce dorata e trasformarsi in due distinte sfere. Nel 1990, poi, sulla MIR- la stazione orbitante russa- Gennadi Manakov e Gennadi Strekalov dall’oblò osservarono una sfera perfetta e brillante che scomparve in pochi secondi. L’anno seguente, era il 1991, fu Musa Manarov a fotografare un oggetto cilindrico, a una distanza non quantificabile dalla stazione spaziale, con due sorgenti di luce alle sue estremità.

UN INGRANDIMENTO DELLE LUCI ALLINEATE VISTE DA IVAN VAGNER

UN INGRANDIMENTO DELLE LUCI ALLINEATE VISTE DA IVAN VAGNER

L’avvistamento di Ivan Vagner dunque non sorprende, se non per le modalità con le quali è stato reso pubblico: senza timori né imbarazzi, lo stesso cosmonauta ha postato le immagini, dimostrandosi aperto a ogni ipotesi sulla natura degli “ospiti”, come li ha chiamati lui. Il video è stato da lui inoltrato alla Roscosmos (l’agenzia spaziale russa) che lo ha definito “un video interessante e allo stesso tempo misterioso”, annunciando l’apertura di un’indagine scientifica. «È troppo presto per trarre delle conclusioni, fino a quando i ricercatori del Roscosmos e gli scienziati dell’Istituto di Ricerca Spaziale dell’Accademia delle Scienze non ci diranno cosa ne pensano», ha dichiarato il portavoce dell’ente, Vladimir Ustimenko, al canale tv Russia-24.  Un altro segno che (forse) i tempi stanno cambiando.

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