“Attenti agli UFO”, le linee-guida per l’aviazione civile

Avviso ai naviganti. O meglio, ai piloti: gli UFO, ormai comunemente indicati con la sigla meno imbarazzante UAP, esistono e con il loro comportamento imprevedibile costituiscono una potenziale minaccia per il volo. A confermarlo una volta di più è un report- che potremmo definire un prontuario per le emergenze- diffuso dal NARCAP, ovvero il National Aviation Reporting Center on Anomalous Phenomena, un’organizzazione privata americana che del 1999 documenta e svolge ricerche su incidenti attinenti alla sicurezza aerea che coinvolgono fenomeni aerei non identificati.

LUCI O OGGETTI IN VOLO POSSONO DIVENTARE UN PERICOLO PER I VOLI

LUCI O OGGETTI IN VOLO POSSONO DIVENTARE UN PERICOLO PER I VOLI

Negli ultimi mesi, sollecitata dal crescente numero di episodi che hanno coinvolto il suo personale (episodi clamorosi, di cui l’opinione pubblica è stata messa al corrente con articoli di giornale e video) la Marina degli Stati Uniti ha dovuto definire le linee-guida che i suoi piloti  devono seguire ogni volta che si imbattono in un velivolo insolito. Ma quelle indicazioni, riservate e coperte da segreto, non sono state condivise con tutto il mondo dell’aviazione. Ecco perché il NARCAP  sul suo sito si è sentito in dovere di fornire  le informazioni disponibili  ai piloti commerciali e ai controllori di volo civili per evitare che di fronte a un intruso nei cieli non sappiano come reagire. E in volo, pochi istanti di indecisione possono essere fatali. Anche se- sottolinea il rapporto informativo- non c’è nulla di tanto imprevedibile (e quindi rischioso) che trovarsi a tu per tu con questi ospiti inattesi.

UN MISTERIOSO VELIVOLO FOTOGRAFATO DA UN PILOTA DEELLA US NAVY

UN MISTERIOSO VELIVOLO FOTOGRAFATO DA UN PILOTA DELLA US NAVY

Ma prima di tutto, cos’è uno UAP? «Un fenomeno aereo non identificato è lo stimolo visivo che provoca l’avvistamento di un oggetto o di una luce osservato nel cielo, il cui aspetto e /o la dinamica di volo non suggerisce che si tratti di un oggetto volante convenzionale e che continua a rimanere non identificato dopo un attento esame di tutte le prove disponibili da parte di individui che hanno le capacità di farne un’identificazione di tipo tecnico e di senso comune, qualora sia possibile». E di avvistamenti del genere, si legge nel testo postato online (tradotto integralmente dal sito http://paolog.webs.com) la storia dell’aviazione è piena, a volte anche con risvolti drammatici. Dalle testimonianze rilasciate dai piloti nel corso degli anni è possibile determinare una sorta di “identikit” del fenomeno.

Gli UAP, innanzi tutto, appaiono all’improvviso sotto forma di luci, di oggetti o di oggetti e luci insieme, a volte singolarmente, a volte a gruppi. Le dimensioni variano da pochi centimetri fino a un miglio (ovvero più di un chilometro e mezzo!), a qualsiasi altitudine, in qualsiasi fase del volo, a qualsiasi distanza, con qualsiasi clima anche se alcune aree sembrano essere particolarmente predilette per il loro manifestarsi. Inoltre «possono essere straordinariamente mobili ed effettuare passaggi apparentemente istantanei, accelerazioni estreme, virate a angolo acuto, stop improvvisi e restare sospesi in un punto per lunghi periodi. I loro movimenti appaiono assurdi, del tutto inaspettati e sorprendenti per gli osservatori». Infine, ulteriore stranezza, gli UAP non sempre compaiono sui radar delle torri di controllo.

CILINDRICO E METALLICO L'OGGETTO IN QUESTO SCATTO RICONOSCIUTO AUTENTICO DAL PENTAGONO

ERA CILINDRICO E METALLICO L’OGGETTO IN QUESTO SCATTO RICONOSCIUTO AUTENTICO DAL PENTAGONO

Tuttavia l’elenco delle anomalie correlate a questi fenomeni non finisce qui: gli incidenti infatti possono degenerare molto rapidamente, sia perché all’improvviso una luce o un oggetto stazionario può avvicinarsi fino ad entrare in rotta di collisione, sia perché spesso in concomitanza con gli avvistamenti si verificano sull’aereo guasti inspiegabili ai sistemi elettronici per la comunicazione e per la navigazione. Situazioni di stress che mettono a dura prova l’equipaggio, talora  per la durata di pochi secondi, talora persino per ore… Caratteristiche queste, dicevamo, ricorrenti come abbiamo evidenziato anche Alberto Negri ed io nel libro “UFO-Parlano i piloti” dando voce alle decine di testimonianze di professionisti del volo alle prese con incontri inspiegabili e sconcertanti.

"UFO: PARLANO I PILOTI" RIPORTA DECINE DI TESTIMONIANZE IMPRESSIONANTI

“UFO: PARLANO I PILOTI” RIPORTA DECINE DI TESTIMONIANZE IMPRESSIONANTI

Apparizioni imprevedibili, alle quali non si può mai essere veramente pronti. Anzi, la presenza di qualcosa di anomalo può costituire una distrazione che a sua volta rischia di compromettere la sicurezza dei voli specie quando il comandante non può fare affidamento sulla torre di controllo (che non vede sugli schermi quello che il pilota vede con i suoi occhi) né alle sue stesse strumentazioni: i sistemi anticollisione dipendenti dal transponder non sono in grado di rilevare gli UAP. Ma  anche la carenza di informazioni dettate dallo stigma che ancora circonda l’argomento può influire negativamente sulla reattività di un pilota.  E invece conoscere, in ogni ambito, è il primo modo per affrontare un problema. Come agire allora in questi casi? Il consiglio principale è: adottare un approccio difensivo e conservativo.

«Piloti e uomini-radar coinvolti in incidenti del genere si trovano in una situazione insolita e impegnativa. Sono generalmente inconsapevoli dell’esistenza degli UAP, lenti a comprendere con cosa hanno a che fare e comprensibilmente increduli quando se li trovano di fronte. In alcune situazioni, la gravità della questione non è immediatamente evidente e la comunicazione è inibita da pregiudizi professionali e personali.»   Come viene poi ulteriormente rimarcato, il comportamento di questi intrusi dalle rotte insolite e dai movimenti non consueti impedisce di prevedere un eventuale rischio di impatto.

L'OGGETTO DI FORMA PIRAMIDALE RIPRESO DL PERSONALE DI UNA NAVE DA GUERRA AMERICANA

L’OGGETTO DI FORMA PIRAMIDALE RIPRESO DAL PERSONALE DI UNA NAVE DA GUERRA AMERICANA

«Sussiste l’opinione che alcuni UAP siano pilotati e vogliano evitare una collisione ma, dato che alcuni UAP possono essere fenomeni elettrici naturali, anche molto potenti, che difficilmente possono avere la volontà di evitare una collisione, gli equipaggi non possono presumere con sicurezza che gli UAP “si tolgano di mezzo” da soli. In definitiva sono il buon giudizio dell’equipaggio e la sua capacità di valutare il rischio a definire una risposta appropriata al pericolo. È responsabilità del sistema aeronautico informare i professionisti dell’aviazione e ridurre le conseguenze degli incidenti UAP attraverso l’istruzione e la formazione.»

Proprio quello che ad oggi ancora manca: parlare apertamente di UFO è per molti versi un tabù o comunque un  argomento imbarazzante da evitare volentieri per non “macchiare” il proprio curriculum. Risultato: molti preferiscono tacere simili incontri almeno fino a quando non vanno in pensione. La colpa  è anche della FAA- la Federal Aviation Administration- che non è interessata ai rapporti degli equipaggi che si imbattono in UAP e questo atteggiamento rafforza i pregiudizi sull’argomento, ostacola la raccolta di dati e vanifica l’azione di riduzione del rischio. Eppure, secondo un sondaggio condotto dal NARCAP, quasi un pilota su tre (il 28%) si dice molto interessato al problema della sicurezza aerea legata agli UAP. Forse perché hanno avuto un’esperienza diretta che li ha turbati, da raccontare un giorno ai nipotini. Adesso no, meglio non compromettere la carriera…

Condividi su:
Facebook Twitter Email

I commenti sono chiusi.