Ora anche la NASA vuole studiare gli UFO

Le prime anticipazioni del rapporto sugli UFO che l’Intelligence americana consegnerà a breve al Congresso degli Stati Uniti hanno il sapore di un autogol. In sostanza- se le indiscrezioni verranno poi confermate nel documento- i Servizi Segreti diranno che non ci sono prove sufficienti per affermare che quei velivoli visti e registrati dalle Forze Armate di Washington siano di natura extraterrestre, ma neanche prove sufficienti per escluderlo. Praticamente, la loro risposta sarà “boh”. Inaccettabile, alla luce di decenni di studi, di centinaia di avvistamenti, di  migliaia di ore di analisi e di milioni di dollari spesi alla faccia del contribuente.

UNO DEGLI UAP DI CUI IL REPORT DEVE DARE RISPOSTA

UNO DEGLI UAP DI CUI IL REPORT DEVE DARE RISPOSTA

Questa formula ambigua non piace agli scettici, che si aspettavano una posizione molto più netta che sgomberasse del tutto il campo dalle fascinazioni aliene. Sui siti più integralisti è già tutto un sottolineare che no, l’Intelligence non crede alle  astronavi arrivate da mondi lontani ma piuttosto a droni ipersonici prodotti da laboratori cinesi o russi. Una suggestione effettivamente fatta trapelare dalle fonti anonime citate dal New York Times, ma che gli osservatori più attenti, coloro che masticano un po’ di difesa e armamenti o che ne capiscono qualcosa di scienza e aerodinamica, hanno subito rispedito al mittente. Come Massimo Teodorani, fisico e divulgatore scientifico.

Lo ha fatto con un post in inglese sulla sua pagina di Facebook. «I droni ipersonici creati da noi NON ESISTONO. Al contrario, i missili ipersonici sono in fase di sperimentazione da alcuni anni e Cina e Russia sono molto avanti in questo campo. Un missile ipersonico (velocità minima, 10 Mach) è in effetti abile a manovrare per evitare di essere intercettato dai sistemi antimissilistici (…) Ma i missili ipersonici non possono volare a basse quote. A meno di una speciale tecnologia a supercavitazione in aria (che ancora NON C’È), nulla di nostro può volare a 10 Mach a un’altezza di qualche migliaio di metri o meno. Nessun missile ipersonico è capace di svoltare ad angolo retto: si romperebbe in mille pezzi. Solo un drone quadrimotore può farlo, ma a una velocità che è 100 volte inferiore a un missile ipersonico. Nessun missile ipersonico sa bloccarsi all’improvviso in aria e poi  salire di 20 mila piedi di quota in pochi secondi», scrive il ricercatore.

IL PROGETTO DI UN MISSILE IPERSONICO

IL PROGETTO DI UN MISSILE IPERSONICO

Ma non basta: «Nel 2004, ma anche 6 anni fa, i missili ipersonici esistevano SOLO SULLA carta per almeno tre superpotenze, NON erano in cielo a inseguire ripetutamente i caccia F-18E/F della US Navy. Un missile ipersonico poi mostra sempre chiare tracce di propulsione, che NON sono state viste durante il famoso incidente del Tic-Tac (testimoniato da almeno tre piloti militari). Un missile ipersonico ha una forma aerodinamica allungata e molto appuntita, cosa che non è stata vista nel caso degli UAP con la buffa forma di Tic-Tac. Il Report del Pentagono non è stato ancora pubblicato, quindi ogni commento finora dei credenti e degli anti- credenti (un’altra forma di credo che non ha NULLA a che vedere con la scienza) è del tutto prematuro. Aspettiamo fino al 25 giugno e vediamo che succede», la conclusione di Teodorani.

ECCO COME I PILOTI DELLA US NAVY HANNO DESCRITTO IL TIC-TAC

ECCO COME I PILOTI DELLA US NAVY HANNO DESCRITTO IL TIC-TAC

Insomma, le caratteristiche dei “Fenomeni Aerei Non identificati” testimoniati dal personale militare e dai video che sono stati ripresi in diverse circostanze- quelli finora divulgati risalgono al 2004, al 2015 e al 2019- non corrispondono a nulla di ciò che la più moderna tecnologia in ambito bellico conosce. Lo dice un fisico, lo ribadiscono gli esperti di Intelligence, quelli che le armi nemiche le spiano. Intervistato dalla tv americana- FoxNews e CNN- lo ha garantito Lue Elizondo, l’ex direttore del progetto AATIP che ora è in prima fila per spingere verso una piena apertura sull’argomento. L’ipotesi che quegli oggetti misteriosi siano usciti da un laboratorio segreto di Mosca o di Pechino non regge, ha spiegato, sia perché non c’è nulla che voli in cielo con quelle performance (come ha spiegato anche Massimo Teodorani) ma soprattutto perché quegli stessi velivoli girano sopra le nostre teste da almeno 70 anni.

Altrettanto certo che gli UAP o gli UFO che dir si voglia non appartengano a potenze nemiche è John Ratcliffe, ex Direttore della National Intelligence, ruolo ora ricoperto da Avril Haines. Parlando sempre su Fox, Ratcliffe- che in passato è stato anche pubblico ministero- ha anticipato che il rapporto conterrà di sicuro molti più casi di quelli finora noti all’opinione pubblica, casi rilevati da più strumentazioni e multisensori. «Molta gente pensa che siano della Russia o della Cina, ma di alcuni fenomeni di cui abbiamo parlato pubblicamente sappiamo che avevano una velocità ipersonica e Russia e Cina non la possedevano nel 2004. Ne dobbiamo discutere, dobbiamo capire cosa sono, ne va della sicurezza dell’America», ha chiosato.

JOHN RATCLIFF, EX DIRETTORE DELLA NATIONAL INTELLIGENCE

JOHN RATCLIFFE, EX DIRETTORE DELLA NATIONAL INTELLIGENCE

Il punto su cui insiste Ratcliffe è importante: in mano agli analisti dei Servizi Segreti di Washington non ci sono solo quei filmati-per quanto interessanti- che abbiamo visto sul web. Ci sono prove ancora più convincenti, perchè riprese anche dai sistemi di difesa più sofisticati al mondo. Ne abbiamo parlato Alberto Negri e io nel libro “UFO- Parlano i piloti”: gli USA sorvegliano l’atmosfera terrestre con vari network di radar, telescopi e satelliti ai quali nulla sfugge. Tanto per citare solo i principali, ci sono la Rete Globale di Monitoraggio Acustico a Infrasuoni, il programma ambientale MEDEA della CIA, la Rete di Sorveglianza Spaziale degli Stati Uniti, lo SBIRS (Space-Based Infrared System), il sistema di sorveglianza radar del NORAD e quello della FAA- la Federal Aviation Administration…Un’infinità di fonti che nel corso degli anni devono aver registrato anomalie inspiegabili. Ed è lì che bisogna cercare risposte.

"UFO: PARLANO I PILOTI" RELENCA LE VARIE FONTI CHE REGISTRANO ANOMALIE IN VOLO

“UFO: PARLANO I PILOTI” DESCRIVE LE VARIE FONTI CHE REGISTRANO ANOMALIE IN VOLO

Le stesse risposte che adesso dice di voler trovare anche la NASA. Lo ha fatto per voce del suo nuovo amministratore delegato, Bill Nelson, intervistato dalla CNN. Ha infatti affermato di aver chiesto ai ricercatori dell’ente spaziale americano di esaminare gli avvistamenti dei piloti della Marina per provare a darne una spiegazione. «Ora che sono qui alla NASA, mi sono rivolto agli scienziati e ho detto loro: ”Dateci un’occhiata voi da un punto di vista scientifico, guardate se riuscite a capire cosa sono questi oggetti, in modo da avere idee più chiare”. Il punto di arrivo è che vogliamo sapere ed è quello che stiamo tentando di fare», ha detto l’ex astronauta dello Shuttle ed ex senatore della Florida Nelson.

«Non sappiamo se sono extraterrestri, non sappiamo se sono nemici, non sappiamo se sono fenomeni ottici ma non pensiamo che lo siano, viste le caratteristiche descritte dai piloti», ha aggiunto. La portavoce della NASA, Jackie McGuinness, ha escluso che verrà creata una task force ad hoc, come ha fatto la Marina militare,  ma ha confermato che verrà incentivata la ricerca. «Gli scienziati devono essere liberi di seguire i dati senza essere stigmatizzati», ha detto alludendo al discredito che ha sempre circondato l’argomento. «Si tratta di un fenomeno molto interessante e gli Americani ne sono chiaramente appassionati. Quindi se gli studiosi vogliono indagare, possono farlo».

IL NUOVO CAPO DELLA NASA, BILL NELSON

IL NUOVO CAPO DELLA NASA, BILL NELSON

Loro- i ricercatori- hanno tuttavia già preso le distanze. Il primo a parlare pubblicamente, l’astrofisico Thomas Zurbuchen, che della NASA è amministratore associato per la scienza, ha subito escluso che gli UFO siano prodotti di civiltà dello spazio, ma sarebbero piuttosto fenomeni naturali- non si sa sulla base di quale studio o prova in suo possesso. «La gente tende a sottostimare la natura, un luogo incredibile nel quale accadono tanti miracoli. Nel reame della scienza tutti noi siamo oggetti non identificati. Usando gli strumenti scientifici, faremo tutto quello che è in nostro potere per far avanzare la conoscenza», ha detto. Più ironica (e in fondo possibilista) la collega Kathy Lueders:«Se qualcuno sa disegnare astronavi come quelle, gli vorrei tanto parlare».

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