Il fisico Michio Kaku:«Colleghi, mente aperta sugli UFO»

Fisici e astrofisici, tenete la mente aperta sugli UFO. L’invito arriva da un loro illustre collega, considerato non solo uno dei ricercatori più brillanti in circolazione, ma anche un saggista di successo, autore di vari libri sul cosmo e sulla tecnologia del futuro, e un ottimo divulgatore scientifico. Lui è Michio Kaku, fisico teorico che ha legato il suo nome alla Teoria delle Stringhe e che in passato si è occupato di civiltà aliene ipotizzando la possibilità che ne esistano ovunque, nell’universo infinito, e pure molto più avanzate della nostra. Ora, con due tweet, prende posizione anche sull’argomento UFO.

IL FISICO TEORICO MICHIO KAKU

IL FISICO TEORICO MICHIO KAKU

Un tema ritornato prepotentemente alla ribalta dopo le ammissioni del Pentagono in merito ai continui avvistamenti da parte dei suoi piloti di oggetti volanti di provenienza e tecnologia sconosciuta- testimoniati dai video ormai famosissimi- e soprattutto dopo il report che l’ufficio del Direttore della National Intelligence ha consegnato lo scorso giugno alle Commissioni del Senato degli Stati Uniti. In quel rapporto, gli analisti dei servizi segreti americani hanno ammesso di non essere stati in grado-nonostante anni di studi e verifiche- di stabilire di cosa si tratti: dati insufficienti impediscono di comprendere la natura, l’origine e anche lo scopo di questi velivoli spesso apparsi in zone aree militari interdette al volo.

UNO DEGLI UFO RIPRESI DALLE TELECAMERE DEI JET MILITARI USA

UNO DEGLI UFO RIPRESI DALLE TELECAMERE DEI JET MILITARI USA

Così, sollecitato a dire la sua su questo fenomeno che adesso (nessuno può più dubitarne) è concreto e assolutamente reale, il docente di fisica del City College di New York ha scritto sui social: «Da quando sono stato ospite in vari programmi televisivi incentrati sugli UFO, la gente mi chiede quale sia la mia opinione a riguardo. Io penso che sia un legittimo quesito scientifico domandarsi l’origine di questi avvistamenti UFO. Ciò non significa che debbano necessariamente provenire da un altro pianeta, però…”, ha twittato Kaku lasciando il discorso in sospeso. Ma subito dopo ha concluso il ragionamento: «Dovremmo restare aperti a questa possibilità. Molti fisici sono scettici perché le stelle sono così lontane, ma ciò dà per scontato che ET sia più evoluto di noi di appena un secolo. Immaginate se gli Alieni invece fossero milioni di anni più avanzati di noi: si profilerebbero  nuove leggi della fisica, quindi mantenete una mente aperta».

È UN VELIVOLIO EXTRATERRESTRI? PER KAKU, L'IPOTESI NON PUÒ ESSERE SCARTATA A PRIORI

È UN VELIVOLO EXTRATERRESTRE? PER KAKU, L’IPOTESI NON PUÒ ESSERE SCARTATA A PRIORI

La sua sicuramente lo è già. Come accennato, il professor Kaku ha condiviso e aggiornato la Scala di Kardasev, ovvero il metodo di classificazione delle civiltà dello spazio in base al livello tecnologico elaborato nel 1964 dall’astronomo russo Nikolaj Kardasev. Per Kaku, noi siamo ancora a livello Zero ma presto, un secolo al massimo,  diventeremo di tipo 1, quando saremo in grado di controllare tutte le forme di energia del pianeta- quella delle maree, del meteo, dei vulcani e dei terremoti. Il tipo 2 può controllare l’energia della sua stella e nulla può distruggerla: in caso di necessità, può spostare il proprio pianeta o riaccendere il proprio sole. La civiltà extraterrestre di tipo 3 sa poi controllare l’intera galassia, i buchi neri, lo spazio-tempo utilizzando la fisica a dimensioni superiori a quelle a noi note. Infine, c’è la tipologia 4 che ha addirittura potere su ciò che definiamo Energia Oscura. Ecco, per contemplare scenari del genere- per quanto teorici- serve davvero una grande apertura mentale…

NELLA VIA LATTEA, POTREBBERO ESISTERE CIVILTÀ ALIENE MOLTO EVOLUTE

NELLA VIA LATTEA, POTREBBERO ESISTERE CIVILTÀ ALIENE MOLTO EVOLUTE

Ma il noto divulgatore scientifico ha preso posizione, di recente, anche sulle possibilità assai più concrete e meno cervellotiche che l’Umanità ha scoprire altre forme di vita intelligenti. A suo avviso, potrebbe accadere nei prossimi decenni, entro 100 anni al massimo. «Presto avremo in orbita il telescopio Webb e avremo migliaia di pianeti da osservare, ecco perché credo che siano piuttosto elevate le possibilità di entrare in contatto con una civiltà aliena», ha dichiarato in un’intervista concessa a The Guardian. Eventualità- va detto- che il fisico teorico non trova affatto tranquillizzante, anzi, perché ha subito aggiunto: «Ci sono alcuni miei colleghi convinti che dovremmo andare a cercare gli Alieni. Io penso che sia un’idea terribile. Tutti noi sappiamo cosa è successo a Montezuma quando incontrò Cortes in Messico centinaia di anni fa». Insomma, quando si incontrano civiltà di livelli molto diversi, quella inferiore rischia di essere spazzata via da quella superiore.

E SE GLI ALIENI AVESSERO GIÀ TROVATO NOI?

E SE GLI ALIENI AVESSERO GIÀ TROVATO NOI?

Ma negli ultimi tweet di Michio Kaku, la prospettiva si ribalta. Non siamo noi a cercare loro, ma potrebbero essere loro ad aver cercato (e già trovato) noi. La possibilità che quei velivoli ipertecnologici avvistati dai piloti militari- non solo in America- non siano prodotti su questo pianeta apre prospettive sconvolgenti. E il fatto che al momento non ci siano prove per affermare che provengano da altri mondi non vuol dire molto, visto che non esistono neppure prove che smentiscano questa ipotesi. Dovere della scienza è prendere in esame tutte le possibili spiegazioni, eliminandole solo di fronte a dimostrazioni inconfutabili, non certo in base a convinzioni personali o a pregiudizi e tabù. Da qui, l’invito a osservare,  studiare, analizzare il fenomeno in modo scientifico. Il collega di Harvard Avi Loeb con il suo neonato Progetto Galileo ci sta  già provando, vediamo quanti altri seguiranno l’ esempio.

Condividi su:
Facebook Twitter Email

I commenti sono chiusi.