“Al sistema solare manca un pianeta”

Si aggiunge una tessera in più nel grande puzzle del Sistema solare, per capire meglio come si è formato e per svelare i misteri che ancora lo avvolgono- come la presenza di un probabile Nono Pianeta finito chissà dove. A proporre l’esistenza di questo mondo come indispensabile per comprendere le anomalie attuali è un nuovo studio che si è avvalso di simulazioni al computer: anche questi ultimi modelli suggeriscono che al di là di Nettuno, in mezzo ai cosiddetti Oggetti Trans Nettuniani (TNOs la sigla in inglese) chiamati Oggetti della Fascia di Kuiper (KBOs),  si potrebbe nascondere un pianeta delle dimensioni di Marte o della Terra.

NEL SISTEMA SOLARE IN ORIGINE ESISTEVA UN PIANETA IN PIÙ?

NEL SISTEMA SOLARE IN ORIGINE ESISTEVA UN PIANETA IN PIÙ?

Le indagini relative a questo fantomatico Planet Nine- denominato anche Planet X– durano ormai da decenni, ma è negli ultimi anni che la ricerca ha avuto un impulso più deciso, grazie soprattutto alla scoperta di una serie di piccoli corpi celesti, posizionati nella Fascia di Kuiper- ai margini del sistema solare- le cui orbite presentano un piano inclinato in modo insolito, forse perché influenzato da un oggetto molto più grande che esercita su di loro un effetto gravitazionale. Lo avevano ipotizzato, già nel 2014, gli astronomi Scott Sheppard e Chadwick Trujillo: i loro studi sui TNO prevedevano la presenza di un misterioso mondo in più, lontano 200 Unità Astronomiche (ovvero 200 volte la distanza della Terra dal Sole) e potenzialmente  enorme, pari fino a 15 masse terrestri.

A una simile conclusione erano giunti in seguito altri due ricercatori, Mike Brown e Konstantin Batygin. In un articolo del 2016, ritenevano che il pianeta mancante dovesse essere grande circa 10 volte il nostro- una Super Terra o un Mini-Nettuno, una delle tipologie planetarie più diffuse nella Via Lattea, ma stranamente assente nel nostro sistema solare- e con un’orbita così allungata da impiegare 18 mila anni per compiere un’intera rivoluzione attorno al Sole. Di recente però hanno rivisto i loro calcoli- anche alla luce di nuovi indizi trovati nella Fascia di Kuiper– e stimato l’intruso circa 5-6 volte più massiccio della Terra e con un periodo orbitale di quasi 7500 anni. Non solo, avrebbero anche individuato in quale settore della Fascia di Kuiper si dovrebbe muovere, anche se finora non è stato possibile individuarlo.

LA FASCIA DI KUIPER SI ESTENDE OLTRE NETTUNO, AI BORDI DEL SISTEMA SOLARE

LA FASCIA DI KUIPER SI ESTENDE OLTRE NETTUNO, AI BORDI DEL SISTEMA SOLARE

Adesso a conferma di questa ipotesi si aggiunge lo studio di due astronomi dell’Università dell’Oklahoma, Kalee Anderson e Nathan Kaib, pubblicato sull’Annual Review of Astronomy and Astrophysics. Gli autori sono partiti da una considerazione: le varie simulazioni dell’evoluzione del sistema solare non sono ancora in grado di spiegare la sua attuale configurazione a causa di informazioni mancanti. Secondo loro, i dati che ci sfuggono riguardano un pianeta che una volta orbitava nel sistema solare esterno (dove ora troviamo Giove, Saturno, Urano e Nettuno), e che poi ne sarebbe stato espulso proprio da questi giganti gassosi, finendo tra gli Oggetti Trans Nettuniani se non addirittura costretto a vagare nello spazio profondo.

IL NONO PIANETA SAREBBE STATO SPINTO LONTANO DAI GIGANTI GASSOSI

IL NONO PIANETA SAREBBE STATO SPINTO LONTANO DAI GIGANTI GASSOSI

Così come appare oggi, infatti, il sistema solare presenta quattro pianeti rocciosi interni, la cintura degli asteroidi, quattro pianeti gassosi e una fascia popolata da pianeti nani (come Plutone ed Eris), altri asteroidi e una miriade di frammenti ghiacciati.  Ma- sottolineano Anderson e Kaib- una simile struttura è strana: manca qualcosa. La logica suggerisce che dovrebbero esserci altri pianeti di dimensioni diverse. Così hanno provato ad aggiungerne un nono agli otto conosciuti,  con vari scenari, collocandolo tra due giganti gassosi e ipotizzandolo con dimensioni simili alla Terra o a Marte: così il modello è apparso più accurato- almeno nelle fasi iniziali della formazione del sistema solare. Ma lo stesso modello suggerisce che a un certo punto il Nono Pianeta sia stato spinto lontano nello spazio interstellare, dove potrebbe continuare a viaggiare tuttora come “rogue planet”- un mondo errante privo di una stella ospite- oppure che possa trovarsi ancora in orbita attorno al Sole, ma ai bordi esterni del sistema solare.

I TNO CON ORBITE ALTERATE SAREBBERO STATI DEVIATI DAL PIANETA MISTERIOSO

I TNO CON ORBITE ALTERATE SAREBBERO STATI DEVIATI DAL PIANETA MISTERIOSO

Se è davvero lì, nell’odierna Fascia di Kuiper, allora lo possiamo trovare. Nei modelli che incorporano un nono pianeta, i due ricercatori hanno scoperto che un certo numero di TNO, tutti distanti almeno 40-50 Unità Astronomiche, tende a radunarsi in orbite con un’inclinazione più bassa rispetto al piano del sistema solare. Queste alterazioni del loro moto non si registrano, invece, nelle simulazioni con otto pianeti.  Quindi lo studio sembra dimostrare che solo la presenza dell’ipotetico Planet Nine riesca a giustificare quelle orbite anomale. Ma per avere la prova definitiva, bisogna individuare un campione maggiore di questi piccoli oggetti dalle caratteristiche insolite. Sarà possibile presto grazie al Legacy Survey of Space and Time (LSST) dell’Osservatorio Vera Rubin, in costruzione in Cile. Nel suo sondaggio decennale del cielo, la nuova strumentazione potrebbe registrarne a migliaia. E magari, potrebbe anche scovare il pianeta mancante.

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