Mezze verità, segreti e ammissioni nell’audizione sugli UFO

Cosa resta dell’audizione sugli UFO– pardon, UAP- che si è tenuta il 17 maggio 2022 davanti alla Sottocommissione per l’Intelligence del Congresso americano? Una valanga di articoli, commenti, considerazioni, dubbi, interrogativi aperti, ammissioni, mezze verità. E la forte sensazione che forse finalmente la questione sia uscita per sempre dalla categoria “weird news”- stranezze e assurdità- per entrare di diritto nella categoria “notizie da seguire con la stessa serietà e imparzialità delle altre”. Sempre ammesso che la stampa di questi ultimi tempi sia davvero in grado di trattare argomenti di interesse generale con serietà e imparzialità, ma questo è un altro discorso sul quale al momento è meglio stendere il classico velo pietoso…

UN'IMMAGINBE DELL'AUDIZIONE SUGLI UFO AL CONGRESSO DEGLI STATI UNITIL

UN’IMMAGINE DELL’AUDIZIONE SUGLI UFO AL CONGRESSO DEGLI STATI UNITIL

Questi i punti che hanno colpito di più i giornalisti di tutto il mondo: 1) gli oggetti volanti non identificati esistono; 2) possono costituire una minaccia per la sicurezza nazionale; 3) per molti avvistamenti mancano spiegazioni plausibili. Non proprio delle novità per chi si occupa della materia da anni o magari da decenni, ma i colleghi che solo in queste occasioni ufficiali si interessano dell’argomento devono essere rimasti davvero stupiti quando il sottosegretario alla Difesa con delega all’Intelligence dell’amministrazione Biden Roland Moultrie e il vice direttore dei servizi segreti della US Navy Scott Bray hanno ammesso queste ovvietà davanti ai deputati della sottocommissione. Li immaginiamo domandare a sé stessi: ma come, allora gli UFO non sono solo invenzioni o allucinazioni di gente fuori di testa? Ma la scienza e i governi di cui facciamo da cassa di risonanza non avevano giurato e spergiurato che non c’erano prove della loro esistenza? Già.

SCOTT BRAY ( A SINISTRA NELLA FOTO9 E ROLAND MOULTRIE

SCOTT BRAY (A SINISTRA NELLA FOTO) E ROLAND MOULTRIE

In realtà ritengo che siano ben altri i punti salienti dell’audizione, la prima del genere da oltre mezzo secolo. Innanzitutto, il fatto che all’udienza pubblica ne sia seguita una riservata ai soli rappresentanti del Congresso, a porte chiuse e classificata (quindi coperta da segreto), la dice lunga sull’importanza della posta in gioco: ci sono informazioni talmente sensibili, talmente importanti e forse scioccanti che è preferibile tacerle all’opinione pubblica. «Meglio parlarne dopo», ha infatti risposto uno dei due testimoni, Roland Moultrie, interrogato in merito alle strumentazioni in grado di registrare i cosiddetti oggetti transmediali- quelli cioè capaci di muoversi indifferentemente nell’acqua e nell’atmosfera. Una tecnologia non solo non attualmente in uso, ma anche molto lontana dall’essere realizzata. Eppure questi UAP sono stati visti (e ripresi) mentre emergono a velocità elevatissime dall’oceano per schizzare in cielo oppure, al contrario, mentre si immergono e spariscono all’istante senza essere rilevati dai sonar. Mistero.

UNO DEI VELIVOLI VISTI SPARIRE NELL'OCEANO

UNO DEI VELIVOLI VISTI SPARIRE NELL’OCEANO

Altro elemento non trascurabile è stato l’invito (non sappiamo quanto sincero) dei due alti papaveri dell’Intelligence affinchè i testimoni- piloti e personale militare- vincano lo stigma che da sempre circonda la materia e si facciano avanti per raccontare ai diretti superiori gli avvistamenti di cui sono stati protagonisti. Pare si tratti di numeri importanti, in grande crescita. Non solo perché gli incidenti del genere, fermi a 144 nel giugno scorso (di cui solo 1 identificato), sono già lievitati a oltre 400, ma anche perché- ha riconosciuto Scott Bray- “sono frequenti e continui”. Inoltre, si verificano quasi sempre durante le esercitazioni militari o comunque in circostanze nelle quali sarebbe lecito supporre l’impossibilità per qualsiasi mezzo di avvicinarsi, come in aree di volo ristrette e super sorvegliate. Eppure, si palesano lo stesso, spesso a frotte, talvolta per ore e ore di fila– riferiscono i testimoni.

UNO DEI VELIVOLI SCONOSCIUTI RIPRESI DAI PILOTI DELLA US NAVY

UNO DEI VELIVOLI SCONOSCIUTI RIPRESI DAI PILOTI DELLA US NAVY

Come ha confermato l’ex pilota della Navy Ryan Graves. Intervistato anni fa dal New York Times, aveva raccontato degli incontri quasi quotidiani con questi oggetti assurdi. Lo ha ribadito alla fine dell’audizione pubblica di Washington parlando con la stampa. Lui e i compagni della sua squadriglia si sono trovati davanti alcuni velivoli a forma di cubo, di colore grigio o nero, circondati da un alone luminoso di forma sferica con un diametro di circa 15-20 piedi, vale a dire dai 4.5 ai 6 metri. E più di una volta, l’incontro ha rischiato di trasformarsi in tragedia. Secondo Graves, infatti, talora gli intrusi sono apparsi all’improvviso in mezzo ai jet in formazione, costituendo una grave minaccia per l’incolumità dei piloti. «Abbiamo un rischio molto elevato di collisioni in aria per i nostri aviatori a causa di questi oggetti, più di quanto inizialmente sospettato. Quindi, dal mio punto di vista, impegnarsi in questo tipo di indagine significa salvare le vite dei nostri uomini. Ma vuol dire anche, in definitiva, risolvere un mistero», ha dichiarato l’ex tenente. In effetti, davanti alla Sottocommissione sono emersi 11 “near miss”, ovvero 11 casi nei quali lo scontro in volo è stato evitato solo per un soffio.

L'EX TENENTE DELLA NAVY, RYAN GRAVES

L’EX TENENTE DELLA NAVY, RYAN GRAVES

Ancora, merita di essere sottolineato il nuovo video mostrato da Bray. Il filmato ripreso nel 2021 dalla cabina di un F-18 mostra un oggetto sferico passare davanti al jet in volo a una velocità esorbitante, tanto da essere visibile solo in due fotogrammi. Un avvistamento per il quale non c’è al momento alcuna spiegazione, ha candidamente ammesso il vicedirettore che ha portato questa ripresa come esempio di quanto sia difficile indagare sulla natura e sull’origine di questi velivoli per la carenza di dati a disposizione. Ma mentre Bray ha negato che si possa trattare di oggetti di provenienza non terrestre, il sottosegretario Moultrie è stato meno categorico e non ha escluso a priori questa ipotesi: «Ci sono elementi del nostro governo coinvolti nella ricerca della vita extraterrestre. Il nostro obiettivo non è nascondere qualcosa, ma capire che cosa possa esserci là fuori».

L'OGGETTO MISTERIOSO RIPRESO NEL 2021 DA UN PILOTA

L’OGGETTO MISTERIOSO RIPRESO NEL 2021 DA UN PILOTA

Certo, i politici quando vengono intervistati puntano sempre il dito sui governi avversari e insistono sulla questione della sicurezza nazionale ventilando improbabili salti tecnologici straordinari compiuti da Russi o Cinesi. Ma sono convinta che non ci credano davvero nemmeno loro. Primo, perché sarebbe una débâcle senza precedenti per gli Stati Uniti scoprire di essere stati surclassati dai propri storici rivali. Secondo, perché il comportamento di questi oggetti misteriosi è all’opposto di quanto ci si aspetterebbe da un velivolo spia: non hanno nessun problema a mostrarsi anche in pieno giorno, “ronzano” a sciami sopra navi guerra e portaerei per svariati giorni, spuntano provocatoriamente sulle rotte di volo dei jet militari durante le esercitazioni militari. Non si nascondono, anzi sembra quasi che vogliano farsi vedere e scompaiono solo quando i caccia vengono inviati ad intercettarli. Che strano modo di spiare, vero?

UNO DEI PRESUNTI MDRONI AVVISTATI PER ORE SOPRA UNA NAVE DA GUERRA USA

UNO DEI PRESUNTI DRONI AVVISTATI PER ORE SOPRA UNA NAVE DA GUERRA USA

Ma a sconfessare l’eventualità che queste meraviglie tecnologiche siano prodotti di laboratori segreti- stranieri o americani, tutto è possibile- sono gli esperti del settore: le loro performance di volo  non sono al momento realizzabili e questi mezzi volanti appaiono estremamente più avanzati degli aerei militari di ultima generazione. A dirlo è stato il fisico teorico Michio Kaku. Intervistato da Fox News ha infatti dichiarato: «Prima dell’audizione, avevamo 143 avvistamenti non spiegabili con le consuete leggi della fisica, ora ne abbiamo 400. Questi oggetti si muovono a una velocità compresa tra Mach 5 e Mach 20, ovvero venti volte la velocità del suono; scendono di 70 mila metri di quota nel giro di secondi; si spostano a zig-zag sottoposti a centinaia di G, ovvero centinaia di volte la forza di gravità, accelerazione alla quale un essere umano verrebbe stritolato; volano senza emettere gas di scarico. La domanda vera è: se non sono nostri, allora di chi sono?». Una domanda che suona molto retorica, visto come ha proseguito il suo ragionamento.

IL PROFESOR KAKU INTERIVSTATO DA FOX NEWS

IL PROFESSOR KAKU INTERVISTATO DA FOX NEWS

Secondo il professor Kaku, se qualcuno avesse costruito droni ipersonici di quel tipo, li avremmo già visti in azione: ad esempio, cosa aspetterebbero i Russi ad usarli in Ucraina, per vincere una guerra  ancora in bilico? Ma droni del genere non sono stati ancora messi a punto: il progetto americano si è arenato due anni fa, dopo che i prototipi ipersonici si sono mostrati molto instabili tanto da schiantarsi regolarmente al suolo. Senza poi contare- ha ricordato- che avvistamenti identici a quelli segnalati ai giorni nostri avvenivano già durante la Seconda Guerra Mondiale, quando i droni ipersonici erano pura fantascienza. Michio Kaku non lo ha detto in questo caso, ma il suo pensiero è noto grazie ad altre esternazioni e tweet: per lui l’ipotesi aliena è sul tavolo, va analizzata e considerata senza imbarazzi da parte della scienza accademica. D’altra parte, come ha detto lui, se questa roba non è nostra, quale alternativa resta?

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