“Velivoli non umani recuperati», l’era del cover-up sta per finire?

Retro ingegneria e frammenti di materiale sconosciuto da esaminare. Ne ha parlato esplicitamente in pubblico il dottor Garry Nolan, incaricato- per sua stessa ammissione-proprio di sottoporre a test alcuni campioni recuperati dai luoghi in cui sarebbero precipitati oggetti volanti non identificati. UFO, tanto per esser chiari. E in quella medesima occasione- un’intervista durante una manifestazione a New York- l’illustre docente della Stanford University si è detto certo, al 100 per cento, che un’intelligenza extraterrestre ci abbia già visitato e che anzi sia tuttora in mezzo a noi.  Il dottor Nolan è impazzito oppure- come ha fatto capire- sa cose che noi (ancora) non sappiamo? In questo secondo caso, di sicuro non è l’unico.

IL DOTTOR NOLAN INTERVISTATO A NEW YORK

IL DOTTOR NOLAN INTERVISTATO A NEW YORK

Sembra avere informazioni molto riservate e molto rilevanti anche un altro personaggio di cui abbiamo spesso parlato, ovvero Chris Mellon. Un uomo da sempre vicino agli ambienti dell’Intelligence statunitense (ha fatto parte dello staff di Clinton e Bush figlio) che dal 2017 è diventato uno dei principali sostenitori della disclosure, ossia della rivelazione  sulla questione aliena. Insieme a Luis Elizondo (altro pezzo grosso dei servizi segreti a stelle e strisce), si è speso con interviste, apparizioni pubbliche e attività di lobbing per convincere l’opinione pubblica e il mondo politico da cui proviene che gli UFO (o gli UAP, come si preferisce dire adesso) sono un argomento serio che un Paese serio non può trascurare. «Gli UAP stavano continuamente violando lo spazio aereo ristretto degli Stati Uniti, eppure questi incontri documentati dai video ripresi in cabina di pilotaggio non erano riportati alla catena di comando per lo stigma che circonda la tematica. Non era chiaro se questi bizzarri velivoli fossero russi, cinesi, extraterrestri o una combinazione di quanto sopra, ma mi sembrava inaccettabile e oltraggioso che la comunità dell’Intelligence non facesse nulla per allertare i legislatori o intraprendere un’indagine», ha scritto Mellon in un suo recente articolo per la rivista POLITICO.

L’ex Vice Assistente Segretario alla Difesa rivendica come un suo successo la decisione del Congresso di pretendere dal Pentagono un’informativa sui casi registrati (la prima, nel giugno 2021) e di  istituire un nuovo ufficio preposto allo studio di questi misteriosi fenomeni, l’AARO. Tra i compiti del nuovo ufficio:  rivedere tutti gli accordi di non divulgazione (NDA) relativi agli UAP; valutare tutti i documenti storici dell’Intelligence in merito; estendere la protezione a chiunque abbia firmato un accordo ufficiale di segretezza con il governo degli Stati Uniti sulla scottante tematica, per consentire ai testimoni di farsi avanti senza timore di essere perseguiti penalmente. In un colpo solo, commenta Mellon, questo nuovo ufficio potrebbe rispondere a una delle più profonde domande che la scienza si pone da sempre: siamo soli nell’universo?

CHRIS MELLON

L’EX VICE ASSISTENTE SEGRETARIO ALLA DIFESA CHRIS MELLON

Manca però ancora un elemento, finora sfuggito all’attenzione del Congresso, ovvero: il Pentagono è mai entrato in diretto contatto con questi oggetti sconosciuti? Sono fondate le voci che parlano di rottami recuperati dai siti di incidenti UFO? È vero che da quei resti è stata ricavata una tecn0logia a noi ignota? Spiega Mellon: «Da quando  è stato istituito, ho riferito all’AARO di quattro testimoni al corrente di un programma segreto del governo americano per analizzare e sfruttare i velivoli extraterrestri recuperati. Mi hanno contattato anche altre fonti che, a torto o a ragione, non si fidano dei vertici dell’AARO e mi hanno dato ulteriori dettagli sul presunto piano segreto di retro ingegneria. Alcuni hanno fornito informazioni all’ispettore generale della comunità dell’Intelligence, altri direttamente al personale dei comitati di supervisione del Congresso.» E forse questo “il vespaio” sollevato da alcune rivelazioni sconcertanti di cui ha parlato anche Garry Nolan?

Fatto sta che -in seguito a queste confidenze- Chris Mellon si deve essere convinto: a) che le gole profonde dicono la verità; b) che quei velivoli non erano né russi né cinesi; c) che effettivamente il governo del suo Paese nasconde segreti di enorme rilevanza. Non si spiegherebbero altrimenti la preoccupazione che ammette di aver provato e i dubbi di natura etica che l’ex funzionario esplicita. «E se stessi aiutando a scoperchiare un autentico Vaso di Pandora, diffondendo informazioni che potrebbero essere distruttive, destabilizzanti o semplicemente terrificanti per molte persone? Me lo sono chiesto di continuo: “La disclosure è nel miglior interesse della gente? Sto facendo la cosa giusta contribuendo a riportare alla luce quello che l’America ha sepolto in profondità?”» A dargli la certezza di essere dalla parte dalla ragione è stata la senatrice Kirsten Gillbrand, tra le più strenue sostenitrici della mozione che ha portato alla creazione dell’All-domain Anomaly Resolution Office.

UN VELIVOLO VISTO SPROFONDARE NELL'OCEANO DAI MILITARI USA

UN VELIVOLO VISTO SPROFONDARE NELL’OCEANO DAI MILITARI USA

A lei, presidente della Sottocommissione del Senato per le Forze Armate nonché componente della Commissione Intelligence, ha rivolto questa domanda: «Ho lanciato un’indagine che potrebbe dimostrare che gli Alieni visitano la Terra. E se la risposta fosse sì? Sarebbe d’accordo nel condividere questa informazione con il popolo americano?». Lei gli ha replicato: «Ovvio, perché no?». Una risposta semplice, ma determinante, visto che l’AARO invece non ha l’obbligo di rendere pubbliche le sue scoperte. Eppure, sostiene Chris Mellon, la gente ha il diritto di sapere la verità e per molteplici motivi di varia natura che elenca. Innanzitutto perché così funziona la democrazia: esige trasparenza. Censurare le informazioni su una simile scoperta epocale sarebbe come far tacere Galileo quando spiega la teoria eliocentrica.

Secondo: se esiste del materiale non di questo mondo, esso appartiene al popolo americano, visto che è stato recuperato grazie al denaro dei contribuenti. Terzo: siamo in grado di affrontare la gravità di una tale scoperta. Forse all’inizio ne saremo spaventati, ma ormai la maggior parte delle persone è preparata all’idea che esista la vita extraterrestre. Quarto: gli UAP continuano a mostrarsi e con le strumentazioni messe in campo per individuarli non passerà molto tempo prima di capirne l’esatta natura. Se si dovessero ripetere episodi eclatanti come il sorvolo di Washington del 1952 o la Notte degli UFO in Brasile nel 1986 o le celebri Luci di Phoenix del 1992, le telecamere odierne e i potenti radar che ora abbiamo raccoglierebbero una serie di dati inequivocabili. Insomma, la rivelazione è soltanto questione di tempo.

UN'IMMAGINE ORMAI DIVENTATA ICONICA

UN’IMMAGINE ORMAI DIVENTATA ICONICA

Ma non solo. Come già anticipato, sono sempre di piu i testimoni che si stanno facendo avanti (con il Congresso, con l’AARO, con i vertici dei servizi segreti) per raccontare quello che sanno in incontri coperti da segreto. E se davvero da quei velivoli precipitati è possibile ricavare nozioni, tecnologie e materiali a noi ancora sconosciuti, le menti più brillanti tra i nostri scienziati dovrebbero essere messe al corrente: con la retro ingegneria, potrebbero ideare macchinari di grado di rivoluzionare il nostro mondo. Roba che finora solo Hollywood ha immaginato potrebbe diventare realtà. Ma soprattutto, afferma, sapere che esiste un’altra forma di vita evoluta che è qui, tra noi, ridurrebbe le tensioni internazionali. E ce ne sarebbe bisogno, visto il clima di crescente belligeranza tra le superpotenze.

Proprio come disse il presidente Ronald Reagan davanti all’Assemblea delle Nazioni Unite nel 1987:«Ogni tanto penso quanto velocemente sparirebbero tutte le nostre differenze se dovessimo affrontare una minaccia aliena proveniente da un altro mondo».  Il momento, adesso, è ancora più complicato di quanto non fosse ai suoi tempi. Non solo abbiamo di fronte l’incubo nucleare, ma anche la catastrofe ambientale e la minaccia rappresentata dall’Intelligenza  Artificiale. Ciascuno di questi fattori , da solo, potrebbe distruggerci come civiltà, figuriamoci cosa potrebbero fare insieme. Urge un elemento catalizzatore per ridarci identità e unità come specie umana. E il fattore alieno sarebbe perfetto allo scopo.

UN FRAME DAI VIDEO RESI NOTI TRA IL 2017 E IL 2018

UN FRAME DAI VIDEO RESI NOTI TRA IL 2017 E IL 2018

«Per concludere, credo che sia nel nostro interesse seguire i fatti dell’argomento UAP dovunque essi ci conducano. Tutto- gli esseri viventi, le nazioni, le istituzioni- sopravvivono adattandosi continuamente alle diverse circostanze. Ma per farlo dobbiamo conoscere i fatti, non possiamo adattarci a ciò che non percepiamo.» Si tratterebbe di uno shock culturale, ammette Chris Mellon. Dovremmo modificare le nostre credenze. Cambierebbe tutto attorno a noi. Ma non è detto che cambierebbe in peggio. Anche perché questi ospiti misteriosi che ogni tanto si palesano nei nostri cieli o nei nostri oceani non hanno mai dimostrato aggressività, non ci hanno mai minacciato direttamente. Non c’è motivo di credere che sarebbero ostili una volta rivelata la loro esistenza e la loro provenienza.«Grazie al cielo, ci sono tante ragioni per credere che se gli UAP sono manifestazioni di una intelligenza extraterrestre, questa sconvolgente rivelazione possa lavorare a vantaggio dell’umanità», chiude il suo ragionamento Chris Mellon.

Affermazioni importanti e piuttosto esplicite. Chi le fa, non è uno sprovveduto e non ha interesse di coprirsi di ridicolo. Se ne parla, è perché ha informazioni sufficientemente certe. La domanda allora è: quando saranno rese pubbliche? Quando sapremo anche noi chi sono le gole profonde, quali ruoli ricoprivano, quali verità sconvolgenti hanno confessato? Quando verranno mostrati- se davvero esistono- quei rottami o almeno i documenti che ne  provano l’esistenza? La sensazione è che il momento si stia avvicinando rapidamente. Le esternazioni di Mellon e di Nolan, così specifiche, così dirette, inducono a pensarlo. E come se stessero preparando l’opinione pubblica a rivelazioni ancora più sorprendenti. Sta per finire l’era del cover-up? L’esperienza lo  insegna: a volte basta una piccola crepa a far crollare un’immensa costruzione.  In questo caso,  pare che nel muro di gomma si sia aperta una falla. Vedremo se basterà per far passare il flusso delle informazioni e se quel rivolo diverrà un fiume in grado di  sommergere tutto quello in cui finora abbiamo creduto.  

STA PER USCIRE TUTTA LA VERITÀ SUGLI UFO?

STA PER USCIRE TUTTA LA VERITÀ SUGLI UFO?

Non vorrei peccare di eccessivo ottimismo o addirittura di ingenuità, ma  penso che qualcosa si  stia muovendo. E anche molto velocemente. Sarà una piccola scossa o un vero terremoto? Proprio mentre scrivevo questo articolo, il sito TheDebrief.org ne postava un altro dal titolo “Funzionario dei servizi segreti dice che gli Stati Uniti hanno recuperato velivolo di origine non umana”. La fonte di questa rivelazione si chiama David Charles Grusch: ha combattuto in Afghanistan e poi ha lavorato per la National Geospatial Intelligence Agency (NGA) e per il National Reconnaissance Office (NRO). Nelle sue funzioni, dal 2019 ha fatto parte della Task Force sugli UAP e ha condotto le analisi sui casi riportati. Quindi l’ex agente pluridecorato è stato  a diretto contatto con le informazioni più scottanti. Al Congresso e all’ispettore generale  della Comunità di Intelligence ha fornito “estese informazioni classificate” in merito a un programma segreto relativo a “parti di mezzi o mezzi interi di origine non umana recuperati”. Queste informazioni, ha detto, sono state  illegalmente sottratte alla conoscenza del Congresso: il fatto di averle condivise ha gli comportato una serie di ritorsioni.

IL PLURIDECORATO DAVID GRUSCH

IL PLURIDECORATO DAVID GRUSCH

The Debrief spiega- proprio come diceva Mellon- che anche altre fonti hanno fornito in modo indipendente le une dalle altre le medesime informazioni, suffragate da documenti.  Il programma di recupero degli oggetti in questione andrebbe avanti da decenni e sarebbe attivo anche oggi, anche in Paesi alleati. Le analisi avrebbero accertato che quei veicoli  sono di origine esotica, ossia prodotti da un’intelligenza che potrebbe essere extraterrestre o comunque sconosciuta: i materiali mostrano una disposizione atomica  e tracce di radiazioni senza precedenti. Grusch è stato autorizzato a divulgare quanto ha riferito a The Debrief che ha potuto leggere i suoi documenti riportanti la scritta “clear for open publication”. Un altro alto esponente dei servizi segreti USA,  Jonathan Grey, ai vertici del National Air and Space Intelligence Center (dove si studiano gli UAP) ha rilasciato agli autori dell’articolo- Leslie Kean e Ralph Blumenthal, gli stessi  dello scoop sull’AATIP del dicembre 2017- questa dichiarazione: «I recuperi del genere non sono limitati solo agli Stati Uniti. È un fenomeno globale, eppure ancora continua a sfuggirci una soluzione globale.  Ma il fenomeno dell’intelligenza non umana è reale. Non siamo soli»Stiamo pronti: il terremoto è iniziato.

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