UFO, verità nascoste e scomodi segreti

“Ci sono più cose in cielo e in terra di quante ne sogni la tua filosofia”, fa dire Shakespeare ad Amleto in un dialogo con Orazio. Come dargli torto? Ultimamente, poi, le cose in cielo stanno superando per stranezza e capacità di comprensione anche quello che sogna la scienza: quando si parla di avvistamenti UFO/UAP, una percentuale di casi che oscilla tra il 5 e il 20 per cento (a seconda delle epoche e dei dati raccolti) rimane non identificato. Un fenomeno che, nonostante decenni di analisi, non sembra avere ancora una spiegazione logica.  Lo attestano anche gli ultimi rapporti in merito consegnati al Congresso degli Stati Uniti, lo hanno ribadito i testimoni eccellenti (ex piloti, ex militari ed ex agenti dell’Intelligence) che si sono fatti avanti per raccontare le loro esperienze incredibili, come David Fravor e Ryan Graves,  o per rivelare informazioni sconcertanti di cui sono venuti a conoscenza, da Luis Elizondo a David Grusch.

LA TALPA DEL PENTAGONO, DAVID GRUSCH

L’ULTIMA “GOLA PROFONDA”, DAVID GRUSCH

Di sicuro, i governi- a partire da quello degli Stati Uniti-hanno sempre fatto di tutto per tenere nascosto quanto più possibile. Il cover-up, insomma, esiste ma esiste anche un approccio fondamentalmente errato alla delicata questione. Lo dice, in un lungo articolo pubblicato online da Politico, il giornalista Garrett Graff, autore del libro “UFO: The Inside Story of the U.S. Government’s Search for Alien Life Here- and Out There”  (ovvero “UFO: La storia interna della ricerca della vita aliena qui-e là fuori- da parte del Governo  degli Stati Uniti”).«A me sembra un argomento che merita uno studio approfondito. E in Paese che spende quasi 3 mila miliardi ogni anno per la difesa nazionale, la sicurezza interna e i servizi segreti, è assurdo che il governo non prenda la questione più seriamente. Dopo aver impegnato due anni per indagare la storia degli UFO, ciò che mi sorprende e mi sconcerta è la risposta noiosa data dalla comunità militare, governativa e d’intelligence alla risoluzione effettiva del mistero UFO», scrive Graff.

UNO DEI VARI OGGETTI NON IDENTIFICATI RIPRESI DALLE FORZE ARMATE AMERICANE

UNO DEI VARI OGGETTI NON IDENTIFICATI RIPRESI DALLE FORZE ARMATE AMERICANE

Secondo lo scrittore, le richieste avanzate nel corso degli anni dal personale militare di avere più budget e più strumentazioni per raccogliere i dati e analizzarli meglio sono state sempre deluse dalle varie amministrazioni che si sono susseguite. Le cifre che la NASA e il Governo hanno stanziato negli ultimi 40 anni per cercare la vita extraterrestre non superano le 7 cifre e non bastano a pagare un solo jet da guerra. Bisogna cambiare registro, dice il giornalista, ad esempio allargando il raggio d’azione della ricerca. «Qualsiasi serio tentativo deve essere internazionale. Troppo spesso, trattiamo gli UFO come se fossero un interesse esclusivamente americano, ma in realtà essi si manifestano in tutto il mondo e c’è sicuramente molto da imparare da report e avvistamenti in altri luoghi», sottolinea. Ci vuole inoltre maggiore trasparenza, perché spesso l’eccesso di segretezza e la mancata condivisione di informazioni impediscono di trovare la giusta spiegazione di un fenomeno solo apparentemente non comprensibile.

IL LIBRO "UFO-PARLANO I PILOTI" I RACCONTI DEI TESTIMONI OCULARI

NEL LIBRO “UFO-PARLANO I PILOTI”,  I RACCONTI DI TANTI TESTIMONI OCULARI

E ancora, più che delle persone, bisogna fidarsi delle strumentazioni- loro non si confondono né mentono, a differenza degli esseri umani. Iniziative come il Galileo Project del professore di Harvard Avi Loeb (che ha iniziato a osservare sistematicamente i nostri cieli alla ricerca di UFO) devono moltiplicarsi, sfruttando tutte le risorse scientifiche disponibili. Senza fermarsi, però, se i risultati tardano ad arrivare: ci vogliono progetti a lungo termine e molta pazienza- oltre che parecchi fondi. Ma il punto centrale, per Garrett Graff, è sottrarre la questione UFO dall’ambito militare e dei servizi segreti per assegnarla esclusivamente al mondo della scienza. «L’approccio del Pentagono da 80 anni è stato miope nel focalizzarsi sul problema: “È una minaccia o no?”. La domanda che ha occupato un decennio di studi sugli UFO negli anni Quaranta e Cinquanta, all’alba della Guerra Fredda, era: gli UFO sono mezzi segreti sovietici costruiti da scienziati missilistici nazisti rapiti? Una volta esclusa questa possibilità, i militari hanno perso interesse nel trovare altre possibili risposte», dice.

UN'IMMAGINE DI UFO DEGLI ANNI '50

UN’IMMAGINE DI UFO DEGLI ANNI ’50

Un punto di vista, il suo,  forse un po’ troppo ingenuo e semplicistico, perché da un lato il giornalista sminuisce il ruolo dell’apparato militare e dell’Intelligence (che in otto decenni non sarebbero arrivati a capo del mistero per intrinseche incapacità o per puro disinteresse) e dall’altro dà per scontata la loro disponibilità a trasmettere di buon grado le informazioni fin qui raccolte al mondo civile, alle università, agli istituti scientifici perché approfondiscano gli studi. Tutto assai improbabile. Le singole agenzie governative e le varie forze armate, che hanno custodito gelosamente, a compartimenti stagni, i propri dossier classificati, non solo non hanno alcuna intenzione di condividerli, ma sicuramente hanno anche raggiunto risultati superiori a quelli ammessi– ovvero, sanno molto di più di quello che dicono. Ecco perché, per capire cosa siano davvero questi oggetti dalla tecnologia incomprensibile, non si può prescindere da militari e agenti segreti: da loro, solo da loro, sono arrivate le notizie da prima pagina emerse negli ultimi anni, perché sono i detentori dei segreti più scomodi.

LALOCANDINA DEL CONVEGNO DELO 2 DICEMBRE

LA LOCANDINA DEL CONVEGNO DEL 2 DICEMBRE

Ma proprio il loro coinvolgimento in questa nuova fase di disclosure lascia molti interrogativi aperti. Dicono la verità o fanno il doppio gioco? Stanno diffondendo informazioni autentiche oppure vogliono solo creare ulteriore confusione? Sono animati da sincere motivazioni idealistiche oppure obbediscono a ordini dall’alto? E se sono manovrati da qualcuno che opera dietro le quinte, sono strumenti consapevoli o inconsapevoli? Qual è l’obiettivo di chi li ha autorizzati a diffondere quelle informazioni riservate? Tutti quesiti leciti. A queste e a tante altre altre domande  proverò a rispondere insieme ad Alberto Negri (autore, con me, del libro “UFO-Parlano i piloti”, edito da Mursia) durante la conferenza “UFO-Le verità negate” organizzata a Bari il prossimo 2 dicembre dal Centro Ufologico Pugliese. L’incontro, moderato  da Michele Paparella, si terrà presso l’Auditorium del Centro Universitario Giovanile, in via Gandhi 2, alle 16:30: l’ingresso è libero. Parteciperà alla discussione anche il noto giornalista e scrittore Maurizio Baiata e alcuni ex militari italiani daranno la loro personale testimonianza. Un appuntamento da non perdere.

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