Le prove del contatto alieno in America Latina?

Sono davvero state trovate in America Latina le prove della presenza sulla Terra di creature aliene? Oppure semplicemente, in questa parte del mondo,  c’è chi sta abilmente inventando e falsificando reperti straordinari da spacciare come reali ad esperti ed appassionati? Domande legittime, dopo la scoperta qualche mese fa di quelle mummie assolutamente anomale in Perù e alla luce delle bizzarre incisioni su roccia individuate la scorsa primavera in Messico e ribattezzate “le pietre del primo incontro.”

LE "PIETRE DEL PRIMO INCONTRO"

LE “PIETRE DEL PRIMO INCONTRO”

Le grotte si trovano al confine tra le città di Veracruz e Puebla. Secondo le leggende locali– raccontano i siti in lingua spagnola- tra queste gole, alle quali si accede dopo un faticoso cammino tra la boscaglia, sarebbe nascosta o incagliata un’astronave extraterrestre. Incuriositi da queste voci, alcuni cacciatori di tesori messicani appartenenti ai gruppi JAC Detector e Master Detector si sono messi alla ricerca del mitico luogo. E per un caso fortuito si sono imbattuti- dicono- nella scoperta che potrebbe cambiare la storia.

Quando ormai stavano per rinunciare, delusi per non aver trovato nulla di interessante, uno di loro è caduto in un torrente. Mentre gli altri lo aiutavano, nel fango hanno trovato una pietra decorata con immagini  di navi spaziali e creature di altri mondi. Da lì, sono risaliti alle grotte ricoperte di incisioni sorprendenti. Una in particolare mostrerebbe l’incontro tra un extraterrestre dal classico aspetto di “Grigio” (testa grande e occhi allungati) con un governante della cultura pre-ispanica (Maya o Atzeca) nell’atto di scambiarsi- sembra-una pianta di mais.

LA SCENA IN CUI SAREBBE RAFFIGURATO UN ET E UN PERSONAGGIO MAYA

LA SCENA IN CUI SAREBBERO RAFFIGURATI UN ET E UN PERSONAGGIO MAYA

Per i ricercatori questa sarebbe la prova inequivocabile del contatto avvenuto, in tempi antichi, tra una civiltà aliena giunta sul nostro pianeta e i popoli che abitavano all’epoca il Messico. In una delle tre caverne, i cacciatori di tesori  avrebbero trovato anche del metallo che ritengono essere oro. Ovviamente, questa loro scoperta non ha ottenuto la benché minima considerazione da parte del mondo accademico, anzi, l’Istituto Nazionale di Antropologia e Storia del Messico si è espresso in termini molto scettici.

Non se ne è stupito Josè Aguayo, della JAC Detector: quegli artefatti contraddicono in tutto quello che sappiamo della nostra storia e delle nostre origini. “Se l’Istituto decidesse un giorno di raccogliere questi reperti, ci sarebbero enormi implicazioni, perché un’agenzia governativa accetterebbe, in sostanza, uno dei fatti più contestati, l’esistenza di creature non terrestri che influenzarono direttamente le culture antiche  in tutto il mondo.” Un video diffuso dai ricercatori li mostra all’interno di una grotta, mentre ripuliscono da terra e fango una parete integralmente ricoperta da disegni e altre misteriose incisioni.

LA CAVERNA IN CUI SONO AVVENUTI I RITROVAMENTI

LA CAVERNA IN CUI SONO AVVENUTI I RITROVAMENTI

Vero o falso? Si tratta di reali (e sconvolgenti) testimonianze di un remoto passato oppure sono semplicemente una truffa, l’ennesima, ben congegnata per sollevare un polverone mediatico e trarne un vantaggio economico? Lo stesso sospetto ancora aleggia sui corpi mummificati del Perù, dalle caratteristiche assurde, con tre dita alle mani e ai piedi e altre anomalie anatomiche eccezionali: alcuni molto simili ad un essere umano, altri di dimensioni molto ridotte e simili ad un rettile. Come abbiamo già raccontato nel blog, su questi reperti sta indagando sia un team di medici coordinati dal sito online Gaia.com e dal giornalista messicano Jaime Maussan, sia l’esploratore francese Thierry Jamin.

In un video caricato da Gaia.com, ad esempio, vengono mostrate le analisi sulle piccole mummie tridattili, altre sui 40 centimetri, molto simili tra di loro eppure diverse, come lo sono i singoli individui appartenenti alla stessa specie. Nel filmato, parla una dottoressa statunitense- M.K. Jesse, dell’Università del Colorado- che commentando le immagini della TAC sottolinea le differenze scheletriche tra queste creature antropomorfe e noi: hanno un numero di ossa inferiore, un lungo collo, 12 vertebre e strutture come costole fino in basso (elemento tipico dei serpenti), una piccola cavità toracica e addominale e una testa sproporzionata. Corpi- dice la dottoressa- che difficilmente sono stati  costruiti da un falsario.

JOSEFINA E ALBERT

JOSEFINA E ALBERT

Opinione condivisa dai periti del team- il chirurgo Edson Salazar e il medico forense Josè De Jesus Zalce Benitez: sarebbero troppo perfetti per essere dei falsi. Le creature, soprannominate Josefina, Albert e Victoria, presentano narici, ma non un setto nasale né orecchie e non masticavano (la loro mandibola è troppo piccola), ma camminavano in posizione eretta. In un qualche momento della storia evolutiva,  a loro avviso, deve dunque essere esistita una specie dall’aspetto antropomorfo, non appartenente però alla classe dei mammiferi bensì a quella dei rettili.

Nel video, viene intervistato anche Thierry Jamin, direttore dell’Istituto Inkari, che ha dato qualche informazione in più  sull’origine di questi reperti. A scoprirli in un luogo vicino a Nazca- la cui ubicazione resta un segreto– è stato non un tombarolo qualsiasi, ma un suo collaboratore (di cui viene detto solo il nome, Mario) che ha contribuito a trovare molti siti archeologici in Perù. In base al suo racconto, forse solo il 10% della sepoltura, piena zeppa di corpi e oggetti, è stato finora esplorato e si estenderebbe in lunghi cunicoli sotterranei.

JOSEFINA AI RAGGI X

JOSEFINA AI RAGGI X

Proprio le mummie del Perù saranno al centro  del convegno “Alien Project”  che si svolgerà il prossimo 1 ottobre all’hotel dei Congressi di Roma con la presenza del professore russo Konstantin Korotkov che sta effettuando le analisi scientifiche sui reperti. E se ne parlerà anche nel nostro Meeting Internazionale “Figli delle Stelle”  giunto ormai alla sua quinta edizione. Il 21 ottobre, a Milano, il giornalista Adriano Forgione, direttore della rivista Fenix, appena rientrato dal Perù, presenterà tutte le ultime novità su questa sconcertante vicenda. Nei prossimi giorni, sul blog, vi daremo tutte le informazioni per partecipare come pubblico al convegno di Extremamente. Un appuntamento da non perdere…

SABRINA PIERAGOSTINI

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