Thierry Jamin:”Le mummie aliene di Nacza sembrano autentiche”

Gli esiti dei test scientifici compiuti sulle “mummie aliene di Nazca” lasciano perplessi.  Quei corpi dall’aspetto tanto bizzarro non solo risultano molto antichi- da qualche secolo ad addirittura oltre qualche migliaio di anni- ma presentano anche un DNA di difficile decifrazione, tale è la stranezza dei risultati ottenuti. La prima obiezione che viene in mente: forse quei laboratori hanno compiuto errori nelle procedure o non sono attrezzati per svolgere esami tanto complessi. Thierry Jamin smentisce categoricamente queste eventualità.

L'ESPLORATORE FRANCESE THIERRY JAMIN

L’ESPLORATORE FRANCESE THIERRY JAMIN

“I laboratori ai quali abbiamo richiesto di eseguire le analisi di DNA e Carbonio 14 hanno un’ottima reputazione in tutto il mondo”, scrive rispondendo alle domande che gli abbiamo rivolto via e-mail. “Uno di questi laboratori collabora da diversi anni con il Ministero della Cultura peruviano per eseguire analisi di materiali archeologici rinvenuti in Perù nell’ambito di progetti di ricerca ufficiali. Principalmente, abbiamo richiesto a questi laboratori di eseguire analisi del DNA, del Carbonio 14 e del genoma degli esseri rettiliani e ibridi. Ad oggi, le analisi sono ancora in corso.” E- unico tra i protagonisti di questa vicenda che abbiamo interpellato- ci ha inviato copie di questi test.

Si tratta degli esami già divulgati e presentati  alla stampa, è vero, ma va dato merito a Jamin di averci mandato le perizie senza fare alcuna obiezione. Di fronte alla medesima, semplicissima richiesta di poter leggere i dati emersi dal lavoro dei laboratori, Jaime Maussan invece si è rifiutato di farlo, domandandoci polemicamente: “E a cosa vi servono?”. Una domanda curiosa da parte di un giornalista che dovrebbe sapere quanto le fonti vadano verificate, ogni volta che ne esiste la possibilità. Ma anche Paul Ronceros (alias Krawix999, alias Luis Quispe) non ha voluto mostrarci gli esami che, a suo dire, dimostrano che le mummie sono state composte con parti di corpi umani e animali, adducendo come giustificazione che sono in mano a chi sta indagando e quindi sono al momento sotto segreto istruttorio.

LE ANALISI SULLE MUMMIE ALIENE DI NAZCA

LE ANALISI SULLE MUMMIE ALIENE DI NAZCA

Abbiamo a nostra volta girato i referti messi a disposizione da Jamin al biologo molecolare Pietro Buffa, per sentire l’opinione di un esperto. Il dottor Buffa non è ovviamente entrato nel merito dell’indagine, visto che non ha mai visionato i reperti né si è mai occupato direttamente della vicenda, ma ci ha “tradotto” in termini per noi più comprensibili i dati contenuti nelle perizie scientifiche. A lui la parola: “Ci sono analisi sulla datazione al radiocarbonio effettuate dal LEMA, Laboratorio Nacional,  che è un ente accreditato diretto dalla Dr.ssa Corina Rosales. Per quanto riguarda i test genetici, abbiamo un’analisi effettuata dall’Istituto de Ciencia y Medicina Genomica (ente accreditato) su appena 13 frammenti genetici (regioni STR) estratti da due campioni chiamati “Maria” e “Cerebro”.

La procedura utilizzata descritta è standard: estrazione – amplificazione mediante PCR – sequenziamento. Sono stati vagliati alcuni marker genetici (come il marker AMEL che rivela che i soggetti sono di sesso maschile), altri marker identificano l’identità dei soggetti, ma non ci sono analisi bioinformatiche e molti marker non amplificano nel soggetto “Maria”. Ulteriori analisi sono state condotte dal Paleo-DNA Laboratory (ente accreditato), che riesce ad estrarre due piccole sequenze di DNA, una prima sequenza da materiale cranico e una seconda dalle ossa di una mano. Il laboratorio  dichiara che il DNA è scarso e danneggiato e non garantisce più di tanto i risultati.

Purtroppo non è possibile, a quanto vedo, effettuare analisi su porzioni ampie di genoma, atte a vagliare la presenza di geni specificatamente umani, la cui assenza o presenza modificata ci direbbe molto su queste particolari forme antropomorfe, che reputo davvero interessanti.” In sostanza, il dottor Buffa conferma che i laboratori coinvolti negli esami sono enti seri e che hanno seguito procedure adeguate (mentre nel suo “j’accuse”, Ronceros puntava il dito anche sull’inaffidabilità ed incompetenza degli istituti che avevano svolto le indagini scientifiche per conto di Jamin e Maussan). Però secondo il biologo molecolare italiano, si evidenzia una chiara difficoltà nell’estrazione del DNA: i campioni genetici presi in esame risultano troppo esigui o troppo degradati per essere significativi. Eppure, da esperto del settore, riconosce che questi pur limitati e parziali risultati sono degni di nota e meritano ulteriori approfondimenti.

UNA MANO DALLE TRE LUNGHE DITA

UNA MANO DALLE TRE LUNGHE DITA

Di sicuro, anche Thierry Jamin sta procedendo con nuovi esami, specie alla luce di alcuni elementi  davvero sorprendenti emersi nelle prime fasi dello studio. “Secondo tutti gli specialisti che hanno esaminato le Entità Biologiche (E.B.) e secondo le analisi effettuate nei vari laboratori su richiesta dell’Istituto Inkari-Cusco, ma anche da Gaia e Jaime Maussan, le mummie appaiono autentiche”, afferma infatti l’esploratore francese. “Ad esempio, il piccolo essere rettiliano, ribattezzato Albert, aveva una malattia ossea di tipo osteoporotico. Abbiamo anche osservato in questo campione alcune indicazioni molto interessanti che vanno nel senso di un corpo autentico: c’è, ad esempio, la presenza nell’anca destra di un tipo di protesi metallica, che ha dovuto correggere in parte il problema osseo di questo individuo.

 I medici hanno notato anche la presenza di un osteoma, in reazione a un innesto osseo. E questo poteva accadere solo, secondo questi stessi medici, se l’individuo fosse stato vivo. Per quanto riguarda gli esseri ibridi, il corpo di Maria avrebbe solo il 33,67% di DNA dell’ Homo Sapiens, il 18,41% è di contaminazione batterica  e il resto (47, 9%) rimane ignoto”. Ricordiamo che secondo Paul Ronceros, le creature come Albert sarebbero invece il risultato di un assemblaggio di parti di lucertole, scimmie, pipistrelli e altri piccoli animali, mentre Maria sarebbe semplicemente un normale essere umano al quale, dopo la morte avvenuta secoli fa, qualcuno avrebbe volutamente modificato i tratti somatici del viso, ampliandone le orbite oculari ed eliminando le orecchie, e poi mutilato mani e piedi per renderla tridattila.

UN DETTAGLIO DELLA MUMMIA DENOMINATA ALBERT

UN DETTAGLIO DELLA MUMMIA DENOMINATA ALBERT

Ma Jamin stavolta passa all’attacco e ribatte: “Le tomografie, i raggi X, le analisi del DNA e gli specialisti che hanno studiato il corpo di Maria non lo dicono. Paul Ronceros non ha mai visto e meno toccato Maria. Inoltre, non ha competenze specifiche in materia. L’analisi del DNA avrà l’ultima parola”. Analisi ancora da completare, insieme ad altri esami effettuati su altri reperti particolari (come ad esempio, la pelle degli esemplari più simili a rettili o le parti metalliche rinvenute all’interno di alcuni corpi) che presto, molto presto, saranno resi noti al pubblico. “E posso già anticipare che ci saranno notizie importanti”, rivela il direttore dell’Istituto Inkari-Cusco a Extremamente.

FINE SECONDA PARTE

SABRINA PIERAGOSTINI

L’intervista integrale a Thierry Jamin è pubblicata nella News Letter n.1 del 2018. Se ancora non lo hai fatto, iscriviti: è gratis!

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