Ma gli Alieni che aspetto avranno?

La fiction- tranne rare eccezioni- li ha sempre immaginati simili a noi: esseri senzienti, in grado di provare affetto o rancore, mossi da vari appetiti, dotati di corpo, testa e  arti. Insomma, creature antropomorfe. Ma come potrebbero apparire, realmente, i potenziali abitanti degli innumerevoli pianeti sparsi per la Via Lattea e per le altre galassie? Quali incredibili “varianti su tema” potrebbero esistere? Interrogativi per ora senza risposta, in attesa di incontrare di persona un Alieno, ma sui quali nel corso degli anni sono state formulate  varie ipotesi.

C'È VITA NELL'UNIVERSO?

C’È VITA NELL’UNIVERSO?

A raccoglierle e a dare uno sguardo d’insieme all’affascinante materia è un articolo pubblicato sulla piattaforma Medium.com. a firma dello scrittore Tony Deller, astronomo amatoriale. La prima riflessione, scontata ma non banale,  è la seguente: finora abbiamo solo esperienza delle forme di vita sulla Terra. Sappiamo che sono estremamente variegate e diversificate, ma hanno in comune la dipendenza da un elemento essenziale: l’acqua. Senza l’acqua non c’è termoregolazione, non c’è scambio di nutrienti nelle cellule, non c’è vita.

Ecco perché gli astrobiologi la cercano su lune e pianeti come “conditio sine qua non”, condizione necessaria per la vita come la conosciamo noi. Eppure le strade sono due:  o è davvero indispensabile, sempre, e allora possiamo immaginare che la vita si sia sviluppata in modo analogo al nostro anche su altri pianeti, oppure non lo è e allora le opzioni risultano infinite come l’universo stesso. In fondo quello che si è verificato sulla Terra, spiega Deller, è in ogni caso un unicum: la vita qui ha assunto forme e dimensioni legate alle caratteristiche specifiche del nostro pianeta (il tipo di atmosfera, la forza di gravità, l’orbita attorno al Sole e così via), inevitabilmente irripetibili.

DOVE C'È ACQUA, C'È VITA?

DOVE C’È ACQUA, C’È VITA?

Altri mondi, per quanto simili al nostro, potrebbero conoscere chimica e biologia per noi inimmaginabili.  “La vita basata sul carbonio sembra la più comune, visto che si tratta del quarto elemento più diffuso nell’universo…Quindi, dato un mondo moderatamente umido né troppo freddo né troppo caldo, la maggior parte degli esobiologi concorda sul fatto che la vita risulterebbe basata sul carbonio,” dice l’autore. Ma nulla vieta altre combinazioni sorprendenti. Nel cosmo sono molto diffusi anche silicio e ferro. Perché allora non contemplare l’esistenza di forme di vita basate su questi metalli, magari su quei pianeti che noi oggi consideriamo inospitali?

Potrebbero così esistere organismi che respirano zolfo ed arsenico anziché l’ossigeno. Altri ancora, teorizzano alcuni scienziati, potrebbero trovare il loro habitat ideale nel plasma. Lo anticipava già, oltre un secolo fa, il romanziere H.G. Welles, l’autore di “La Guerra dei Mondi” quando su una rivista scriveva: “Si viene sorpresi da fantastiche immaginazioni da una simile suggestione: visioni di organismi in silicio-alluminio (perché non anche uomini in silicio-alluminio?) che vagano in un’atmosfera di zolfo gassoso, diciamo, sulle rive di un mare di ferro liquido a circa mille gradi sopra la temperatura di un altoforno…”.

QUALE ASPETTO POTREBBERO AVERE DELLE CREATURE ALIENE?

QUALE ASPETTO POTREBBERO AVERE DELLE CREATURE ALIENE?

Ma quale aspetto potrebbero avere? Ancora una volta, esperienza e fantasia vengono in soccorso. “Molti astrobiologi credono che la maggior parte della vita che troveremo nello spazio sarà formata da organismi unicellulari”, dice Deller. “ Sulla Terra la vita si è mantenuta in questo stadio per 3 miliardi anni prima di evolvere in forme pluricellulari. La galassia potrebbe essere  brulicante di vita, ma principalmente microscopica. Presto però queste singole cellule iniziano ad unirsi insieme e soprattutto sviluppano una qualche forma di riproduzione sessuale, il principio dell’evoluzione.”  E in questo caso, presenterebbero funzioni ritenute universali. Come ad esempio la vista.

Ovunque ci sia luce visibile, le creature hanno bisogno di vedere e per questo gli occhi sono indispensabili. Ma come possono essere strutturati e come possono funzionare non è facile da dire: solo qui, sulla Terra, gli occhi si sono evoluti in 40 modi diversi a seconda delle necessità. Lo stesso vale per gli altri sensi- odorato, udito, tatto, gusto: gli organi sensori  possono assumere molteplici varianti, come prova lo squalo, che ha sviluppato le “ampolle di Lorenzini” per individuare i campi elettromagnetici generati delle sue potenziali prede.

UN 'ALTRA IMMAGINARIA CREATURA EXTRATERRESTRE

UN ‘ALTRA IMMAGINARIA CREATURA EXTRATERRESTRE

E ancora, come potrebbe muoversi il nostro cugino Alieno? Con flagelli, code, pinne, tentacoli, ali, zampe come sulla Terra o magari in un modo mai sperimentato qui da noi: fluttuando grazie a camere d’aria o oppure sfruttando la levitazione magnetica. Meno indispensabile, dice poi Deller, sarebbe invece la bocca: un ET potrebbe anche assorbire il nutrimento dalla pelle o da altri bizzarri organi. Il corpo poi potrebbe essere come quello dei nostri invertebrati, completamente flessibile, oppure al contrario essere protetto da un duro esoscheletro o ancora essere formato da ossa ricoperte di muscoli, chissà.

Sempre che il nostro vicino cosmico non sia una macchina, una forma evoluta di intelligenza artificiale in grado di riprodursi e di auto ripararsi, senza i limiti imposti dalla biologia e quindi potenzialmente immortale. O addirittura potrebbe essere un’entità vivente costituita da pura energia. Non importa cosa troveremo: qualunque forma abbia la vita aliena, individuarla sarà la scoperta più sensazionale della nostra storia.

SABRINA PIERAGOSTINI

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