L’ex astronauta: «Gli Alieni esistono e forse sono già tra di noi»

«Gli Alieni esistono, non ci sono alternative». È l’affermazione perentoria di una ricercatrice che è entrata nella storia dell’esplorazione spaziale- e non è un modo di dire- per un primato imbattibile: Helen Sharman, questo il suo nome, non è stata solo la prima donna inglese a diventare astronauta, ma il primo cittadino del Regno Unito in assoluto. Correva l’anno 1991 quando la giovane chimica indossò tuta e casco per volare con un razzo russo fino alla MIR, la stazione spaziale orbitante che ha preceduto la ISS. Solo molti anni dopo, un uomo con passaporto britannico ha ripetuto l’impresa.

Helen Sharman COSMONAUTA NEL 1991

LA SHARMAN COSMONAUTA NEL 1991

La dottoressa Sharman, oggi 56enne, c’è rimasta un po’ male quando, in quella circostanza, la stampa di casa ha celebrato Tim Peake come il primo inglese nello spazio, anche se lo era solo in quanto primo maschio. Si è sentita dimenticata e soprattutto si è resa conto quanto la differenza di genere pesi ancora, anche inconsapevolmente, nell’opinione pubblica. Ma lei non si è fermata mai davanti ad ostacoli e pregiudizi. Come quando- racconta intervistata dall’ Observer, pagina domenicale del quotidiano The Guardian– decise di studiare chimica perché sarebbe stata l’unica ragazza in una classe maschile. O ancora, quando- pur senza avere tutti i requisiti richiesti- si è candidata per la selezione dei futuri astronauti di Sua Maestà.

Stava quasi per lasciar perdere e rinunciare, pensando di non avere speranze, ma poi- in un moto di orgoglio- ha comunque inoltrato la domanda. «Mi sono resa conto che non potevano scegliere me, se io non ci provavo nemmeno. Credere in me stessa e avere un atteggiamento positivo hanno cambiato la mia vita». Da li a poco, infatti, avrebbe sbaragliato la concorrenza di ufficiali della RAF e di fisici della Marina: tra centinaia di candidati, hanno mandato proprio lei nello spazio. Aneddoti che fanno capire di che tempra sia fatta la signora e quanto sia preparata. Ecco perché un breve passo di quell’intervista pubblicata all’inizio di gennaio ha fatto subito il giro del mondo ed è stata ripresa da decine di siti e giornali online-inclusi Newsweek, CNN, People…

UN'IMMAGINE RECENTE DI Helen Sharman

UN’IMMAGINE RECENTE DI HELEN SHARMAN

«Gli Alieni esistono, non ci sono alternative. Ci sono così tanti miliardi di stelle nell’universo che deve esistere una qualche forma di vita», ha detto la Sharman. La sua è un’idea radicata, perché la stampa ricorda un’altra affermazione simile in un diverso contesto: nel 2016, durante un incontro con gli alunni delle scuole primarie di Londra, disse loro che gli Alieni sono una realtà. Una convinzione che affonda le sue radici nella scienza, a partire dalla statistica e dalla logica: di fronte alla vastità incommensurabile del cosmo che ci circonda, appare impossibile che la vita si sia concentrata su un unico, minuscolo e insignificante pianeta alla periferia di una delle innumerevoli galassie – la Terra, appunto.

Finora non abbiamo trovato alcuna traccia di vita extraterrestre, è vero, ma la ricerca è appena iniziata: cosa sono 4 mila esopianeti– tanti ne abbiamo individuati negli ultimi tre decenni con le nostre più moderne strumentazioni- di fronte al numero effettivo di mondi alieni sparsi ovunque nell’universo? Di pochi giorni fa, la notizia della scoperta-la prima del genere realizzata da TESS, il telescopio spaziale della NASA- di un pianeta che sembra una copia della Terra: è roccioso, si trova nella fascia di abitabilità della sua stella e potrebbe esserci l’acqua. Un “gemello” ad appena 100 anni luce che ha eccitato gli animi dei ricercatori, annunciato durante il meeting dell’American Astronomical Society in corso alle Hawaii.

IL GEMELLO DELLA TERRA TOI700 D

IL GEMELLO DELLA TERRA TOI700 D

TOI 700 d– l’hanno chiamato in questo modo- è il più esterno di tre pianeti individuati attorno ad una flebile nana rossa, che si trova nella Costellazione di Dorado (visibile solo dall’emisfero meridionale). Questo mondo alieno è poco più grande del nostro (circa del 20%) ed è molto vicino alla sua stella ospite: impiega infatti 37 giorni per compiere un’intera rivoluzione. Ma la nana rossa è molto meno calda del Sole e a quella distanza ravvicinata scalda e illumina TOI 700 d nel modo adeguato, senza eccessi di radiazioni. Ecco perché, se da queste parti esiste l’acqua, la vedremmo scorrere allo stato liquido. Dunque, un pianeta potenzialmente abitabile, anche se mancano ancora molti altri parametri-atmosfera, pressione e cosi via- per poterlo stabilire con certezza.

Ammesso-ovviamente- che questi parametri siano davvero essenziali per la vita. Siamo davvero così sicuri che le altre (finora ipotetiche) creature dell’universo debbano proprio aver bisogno di acqua, ossigeno e calore come noi? Oppure dovremmo abbandonare questa visione antropocentrica e aprirci alla possibilità di forme biologiche talmente strane da non essere nemmeno immaginabili dalla nostra mente né riconoscibili dal nostro cervello? È proprio questo il punto dell’intervista di Helen Sharman ad aver avuto maggiore rilievo sul web: l’ex astronauta, laureata in chimica, ha prospettato uno scenario spiazzante. «Gli Alieni saranno come te e me, fatti di carbonio e azoto? Magari no. È possibile che siano proprio qui, ora, tra di noi e semplicemente non riusciamo a vederli». Parola di scienziata.

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