Online gli X-file della CIA

Un veloce antipasto prima di un piatto ben più succulento. Potremmo definire così, con una metafora culinaria, la pubblicazione di una serie di documenti relativi agli UFO provenienti dagli archivi della CIA. Pagine redatte dagli agenti della Central Intelligence Agency e messe online dal sito The Black Vault, il più vasto database di documenti declassificati disponibile sul web: in attesa dei corposi file in possesso della Task Force sugli UAP e delle altre agenzie governative richiesti dal Senato degli Stati Uniti (se mai li leggeremo…), possiamo incominciare a dare un’occhiata a questi rapporti ufficiali.

LA CIA HA RESO PUBBLICI I SUOI DOCUMENTI SUGLI UFO

LA CIA HA RESO PUBBLICI I SUOI DOCUMENTI SUGLI UFO

Un lavoro certosino, quello di John Greenwald Jr., creatore del sito: ha riempito circa 10 mila moduli del Freedom of Information Act per ottenere, nel corso degli ultimi 25 anni, più di due milioni di carte riservate. La sua costanza lo ha premiato anche stavolta. Ma di certo la CIA non gli ha reso il compito facile, anzi. La sua battaglia a colpi di FOIA è iniziata nel 1996 e solo dopo varie richieste e molti anni di attesa gli è stato consegnato uno scatolone contenente qualche centinaio di fogli che ha dovuto scansionare a uno a uno a mano. Nel frattempo, l’agenzia ha creato un CD-ROM contenente tutti i rapporti rilasciati al pubblico: Greenwald lo ha acquistato per essere sicuro di poter offrire ai suoi lettori la registrazione più completa possibile dei documenti disponibili. Ma non sono mancate le brutte sorprese.

«La CIA ha reso incredibilmente difficile ottenere i dati in modo ragionevole, ricorrendo a un formato molto obsoleto e con un tipo di file in gran parte inutilizzabile. Un modo, a mio parere, per complicare la vita alle persone che vogliono leggere i documenti e usarli per qualsiasi scopo di ricerca», ha spiegato alla rivista online Vice.com. In ogni caso, il fondatore di The Black Vault è riuscito a trasformarli in pdf e a renderli disponibili per chiunque voglia scaricarli online. Ecco il link: https://www.theblackvault.com/documentarchive/ufos-the-central-intelligence-agency-cia-collection/. Alcuni file sono anteriori agli Anni Ottanta ma secondo la CIA il CD contiene tutte le indagini svolte sull’argomento. Un’affermazione- sottolinea John Greenwald- che al momento è impossibile verificare: anzi, potrebbero esserci altri dossier nell’archivio dell’agenzia di Intelligence ancora da declassificare.

IL CD-ROM DELLA CIA IN UNA FOTO DI JOHN GREENWALD

IL CD-ROM DELLA CIA IN UNA FOTO DI JOHN GREENWALD

Inoltre, come da prassi, molte pagine rilasciate sono talmente piene di omissis da essere praticamente indecifrabili: c’è l’intestazione, la data, qualche sigla e qualche frase di circostanza ma poi i dati sensibili (nomi, luoghi, fatti…) sono coperti da spesse strisce nere. Quando invece si riesce a leggere senza problemi, i contenuti sono di scarso interesse. Ad esempio, c’è un documento relativo alla latitanza di Radovan Karadzic (l’ex presidente serbo-bosniaco in seguito arrestato e condannato per crimini di guerra) che nulla ha a che fare con gli UFO, se non per una affermazione utilizzata dall’autore del testo per sottolineare l’insolita imperizia dimostrata dagli uomini del Pentagono: capaci di tutto- “si dice che riescano a comunicare costantemente con gli Extraterrestri”– ma non di catturare il super fuggitivo.

UN ESEMPIO DI OMISSIS CHE RENDONO ILLEGGIBILI I DOCUMENTI RILASCIATI

UN ESEMPIO DI OMISSIS CHE RENDONO ILLEGGIBILI I DOCUMENTI RILASCIATI

Poca sostanza anche in un documento che riferisce di una forte esplosione avvenuta nell’aprile 1991 in una cittadina della Russia, Sasovo, svegliata nel cuore della notte da un violento scoppio: l’onda d’urto mandò in frantumi le finestre di un intero isolato senza per fortuna provocare vittime. Tra le ipotesi ventilate nel rapporto, la deflagrazione di un ordigno bellico, una bomba piovuta dall’alto, un meteorite oppure un UFO, avvistato in cielo da alcuni testimoni. Tutto qui. Decisamente più interessante, invece (e quindi pieno di omissis), un documento del 1976 che Greenwald ha postato su Twitter. Protagonista, l’assistente del vice direttore di Scienza e Tecnologia dell’ Agenzia (il nome è oscurato) intenzionato a capire di più riguardo “qualcosa” relativo a un UFO che gli era stato consegnato a mano in ufficio. Dopo un sommario esame del suo contenuto, si disse disposto a studiarlo personalmente e a dare indicazioni in seguito su come procedere. Ma i suoi consigli a quanto pare sono tuttora classificati.

IL TESTO POSTATO SU TWITTER DA GREENWALD

IL TESTO POSTATO SU TWITTER DA GREENWALD

In base alla sua esperienza, John Greenwald ha notato da parte delle istituzioni statunitensi una sempre minor disponibilità a collaborare quando vengono richiesti documenti su questo specifico argomento: progressivamente, dalla fine degli Anni Ottanta, la chiusura si è fatta più accentuata. Ma questo non lo ferma. «Lo dico chiaro e tondo: il pubblico ha diritto di sapere!», ha dichiarato a Vice.com. «Quando ho iniziato la mia ricerca 25 anni fa- all’epoca ne avevo 15- ero consapevole che c’era qualcosa da scoprire. Non per via delle bufale virali su Internet. Non in virtù delle riunioni dalla porta di servizio nelle quali qualcuno ti promette rivelazioni sconvolgenti. No, nulla di tutto ciò. Semplicemente grazie alle prove che ho ottenuto dalla CIA. E dalla NSA, dall’Aeronautica Militare, dalla DIA. Sento che sto raggiungendo quello che mi ero prefissato. Facile accesso a materiale importanti, in modo che la gente possa valutare con la propria testa quello che sta accadendo.»

 

 

 

Condividi su:
Facebook Twitter Email

I commenti sono chiusi.