Ormai ci siamo: cosa rivelerà il report sugli UFO?

Ormai ci siamo: scade il 25 giugno il termine previsto per la consegna al Congresso americano dell’attesissimo report sugli UAP, i fenomeni aerei non identificati che una volta si chiamavano UFO. È il giorno fatidico, insomma, in cui sapremo anche noi cosa sa il Pentagono di quei velivoli dalle prestazioni assurde visti, inseguiti e ripresi dai suoi piloti. Avremo una spiegazione di quel mistero che da decenni (ma c’è chi dice da secoli o millenni) si aggira nei nostri cieli. Aspettative altissime. E si sa, sono proprio quelle che producono le delusioni più cocenti.

IL 25 GIUGNO DOVREBBE ESSERE CONSEGNATO AL CONGRETTO AMERICANO IL REPORT SUGLI UFO

IL 25 GIUGNO DOVREBBE ESSERE CONSEGNATO AL CONGRESSO AMERICANO IL REPORT SUGLI UFO

Le anticipazioni  del documento della Task Force sugli UAP pubblicate dal New York Times sembrano puntare a uno scenario quanto meno ambiguo. Gli esperti dell’Intelligence avrebbero una sola certezza: quelle “cose” capaci di raggiungere velocità vertiginose e accelerazioni folli in pochi secondi, di muoversi tanto nell’atmosfera che sotto il mare, di effettuare angoli a 90° istantaneamente, di apparire e sparire a proprio piacimento dai radar e da altre sofisticate strumentazioni elettroniche, non sono prodotti dall’industria aerospaziale statunitense. Per il resto, però, buio totale. Potrebbero essere meraviglie tecnologiche russo/cinesi oppure no. E parimenti non si potrebbe affermare- ma neanche escludere- un’origine non umana. In sostanza, potremmo dire: idee poche, ma confuse.

Chissà se davvero il report conterrà queste conclusioni che in realtà non concludono nulla. Lo scopriremo presto, prestissimo. Nel frattempo, giornali e siti online si lanciano in previsioni citando le opinioni degli esperti e degli addetti ai lavori- ognuno i suoi. Vanity Fair ha sentito John Podesta, consigliere politico dei Presidenti Clinton e Obama, da sempre in prima linea nella richiesta di trasparenza riguardo l’argomento UFO. Dal suo punto di vista, il report segnerà un momento di svolta non solo per il sentire diffuso tra l’opinione pubblica, ma anche per il mondo politico: «C’è sempre stato un fortissimo interesse tra la gente, ma veniva relegato nell’abito delle stranezze. Le persone che volevano affrontare la questione venivano sempre viste come tipi un po’ strambi- ha detto Podestà- ma ora penso che la situazione sia cambiata».

L'EX CONSIGLIERE DI CLINTON E OBAMA, JOHN PODESTA

L’EX CONSIGLIERE DI CLINTON E OBAMA, JOHN PODESTA

La rivista Scientific American, per sua vocazione, ha preferito invece ascoltare scettici e scienziati. I loro pareri sono ovviamente agli antipodi rispetto a quello dell’attivista pro-UFO e mediamente il loro entusiasmo per le possibili rivelazioni contenute nell’analisi della Task Force è decisamente basso. Del tutto disinteressato si è detto Andrew Fraknoi, astronomo dell’Università di San Francisco, persino infastidito dall’eccesso di copertura mediatica sugli avvistamenti della US Navy. «Di recente, c’è stata una raffica di pubblicità fuorviante basata sui rapporti militari. Un esame sobrio di quelle affermazioni rivela che in esse c’è molto meno di quanto sembri a prima vista», ha detto. A suo avviso, gli avvistamenti UFO possono essenzialmente essere sempre legati a fenomeni terrestri o celesti. Viene da chiedersi con quanta attenzione abbia esaminato i video ufficiali del Pentagono e le testimonianze dei piloti…

Un atteggiamento più possibilista quello di Ravi Kopparapu, studioso di Scienze Planetarie per la NASA. Quello degli UFO, ricorda, non è un problema che si esaurisce con gli spezzoni dei filmati della Navy, né riguarda solo gli Stati Uniti e le loro forze armate. «Potrebbe non esserci un’unica spiegazione per tutte le osservazioni. Suggerirei di non saltare a una qualsiasi conclusione quando verranno resi pubblici i risultati del report. Sarebbe immensamente di aiuto se i dati in esso analizzati fossero messi a disposizione del pubblico, in modo che vari esperti e ricercatori potessero dare un’occhiata e magari raggiungere un consenso scientifico sulla natura di alcuni eventi inspiegabili. Altrimenti, le teorie del complotto impediranno sempre un’adeguata indagine scientifica».

TRE UAP FOTOGRAFATI DAI PILOTI DELLA MARINA CON UNO SMARTPHONE

TRE UAP FOTOGRAFATI DAI PILOTI DELLA MARINA CON IL LORO SMARTPHONE

Di mentalità aperta si rivela, ancora una volta, Avi Loeb, astrofisico dell’Università di Harvard che ha già sconvolto il mondo accademico ipotizzando l’origine aliena di Oumuamua- il “viaggiatore interstellare” entrato nel sistema solare nel 2017 e sparito rapidamente, lasciando più interrogativi che certezze agli astronomi. In questo caso, il professor Loeb sottolinea che il valore del documento della Task Force dipenderà dalle prove che contiene, al momento non note. Ma-dice- questa attenzione per i rapporti di anni fa è fuorviante. «Invece che concentrarsi su documenti che riflettono tecnologie vecchie di decenni utilizzati da testimoni privi di competenze scientifiche, sarebbe molto meglio impiegare dispositivi di registrazione all’avanguardia, come telecamere o sensori audio, nei luoghi in cui sono pervenuti i rapporti e cercare segnali insoliti». L’astrofisico si è anche offerto di guidare un’indagine scientifica sugli UFO, una forma di comitato incaricato dal governo oppure finanziato da privati, che poi riferirebbe le sue scoperte al Congresso.

OUMUAMUA, ROCCIA SPAZIALE O SONDA ALIENA?

OUMUAMUA, ROCCIA SPAZIALE O SONDA ALIENA?

In un altro articolo, sempre pubblicato da Scientific American, Avi Loeb si è spinto persino un po’ oltre, affermando che abbiamo due potenziali fonti per dimostrare che non siamo soli nell’universo. «Primo, l’oggetto interstellare scoperto nel 2017, Oumumua, aveva una forma piatta e sembrava spinto lontano dal Sole come se fosse una vela a luce solare… Secondo, il Pentagono sta per consegnare al Congresso uno studio che afferma che i Fenomeni Aerei Anomali sono reali ma di natura sconosciuta. Se gli UAP fossero prodotti da Cina o Russia e costituissero un problema di sicurezza nazionale, la loro esistenza non sarebbe stata mai rivelata al pubblico. Perciò, è ragionevole concludere che il Governo degli Stati Uniti ritenga che alcuni di questi oggetti non siano di origine umana. Ciò lascia due possibilità: o gli UAP sono fenomeni terrestri oppure sono extraterrestri. Entrambe le possibilità implicano qualcosa di nuovo e interessante che non abbiamo mai conosciuto finora. Lo studio degli UAP dovrebbe quindi passare da essere al centro della discussione dei politici e degli addetti alla sicurezza nazionale per finire nell’arena della scienza ed essere analizzato dai ricercatori piuttosto che dai funzionari governativi».

L'ASTROFISICO DI HARVARD AVI LOEB

L’ASTROFISICO DI HARVARD AVI LOEB

Dopo aver valutato l’eventualità che Oumuamua fosse in realtà una sonda aliena spedita per registrare i dati raccolti da altre sonde più piccole inviate in passato sulla Terra, il professore di Harvard ha ribadito il suo ragionamento: «Piuttosto che interrogarsi su simili scenari, dovremmo raccogliere le migliori informazioni scientifiche e chiarire la natura degli UFO. Lo si può fare dispiegando fotocamere all’avanguardia su telescopi a grande campo che monitorano il cielo. Il cielo non è coperto da segreto, lo sono solo i sensori di proprietà del governo. Cercando fenomeni insoliti nelle stesse località geografiche da cui provenivano i rapporti UAP, gli scienziati potrebbero chiarire il mistero in un’analisi trasparente dei dati a disposizione». E conclude: «Non mi piacciono le storie di fantascienza perché le trame spesso violano le leggi della fisica. Ma dovremmo essere aperti alla possibilità che la scienza un giorno riveli una realtà che in precedenza era considerata finzione».

UN VELIVOLO VISTO INABISSARSI NEL MARE NEL 2019

UN VELIVOLO VISTO INABISSARSI NEL MARE NEL 2019

Ipotesi, previsioni, aspettative che lo storico documento destinato al  Congresso confermerà o smentirà. Tra gli interrogativi che circolano in queste ore, anche quello relativo alle evidenze che saranno allegate. Si parla di 120 casi esaminati, ma finora quelli noti suffragati da video o foto sono meno di una decina. E gli altri? Ne fa parte anche l’immagine, perfetta e impressionante, scattata nel 2019 di un velivolo triangolare nero visto emergere dalle acque dell’Atlantico dai militari USA e poi schizzato via fino a 40 mila piedi di quota? Una foto che il Pentagono non ha mai confermato, ma che invece esiste eccome ed è una delle prove più convincenti,  a detta di varie fonti anonime che l’avrebbero visionata sull’intranet ad accesso riservato per la NSA, la National Security Agency.  Intervistato su di essa, Luis Elizondo ha risposto:”Non ne posso parlare, ma bella domanda”, confermando indirettamente che la notizia è fondata. E sicuramente non è nemmeno l’unica ad esserci stata nascosta.

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