Acqua e molecole organiche su Marte?

Acqua, tanta acqua, molta più di quanto mai immaginato. Su Marte ce n’è una quantità enorme, appena sotto la crosta rocciosa. Ad averla individuata, la sonda dell’ente spaziale europeo, l’ExoMars Trace Gas Orbiter, lanciata nel 2016 per esplorare dall’alto il Pianeta Rosso. La scoperta è avvenuta nelle Valles Marineris, il canyon più lungo e profondo del sistema solare: a pochi metri dalla sua superficie, si estenderebbe una distesa di ghiaccio grande quanto l’intera Olanda. E tutta quell’acqua rende l’ipotesi della vita marziana sempre  meno improbabile…

SCOPERTA UN'ENORME QUANTITÀ DI GHIACCIO SU MARTE?

SCOPERTA UN’ENORME QUANTITÀ DI GHIACCIO SU MARTE?

I dati sono stati rilevati da una strumentazione montata sulla sonda europea, il FREND (ovvero il Fine-Resolution Epithermal Neutron Detector) che ha evidenziato insoliti livelli elevati di idrogeno in un sito denominato Candor Chaos, al centro di quella gigantesca frattura tettonica che fa impallidire il Grand Canyon dell’Arizona: è infatti lunga oltre 4 mila chilometri e sprofonda nella roccia per 8 mila. Se si trovasse sulla Terra, si estenderebbe da New York fino alla California. Lo studio, congiunto tra ESA e Roscosmos (l’ente spaziale russo) verrà pubblicata sulla rivista Icarus il prossimo marzo ma è già stato anticipato on line. Tra gli autori dell’articolo c’è Alexey Malakhov, ricercatore dell’Accademia delle Scienze di Mosca.

 «Abbiamo scoperto che la parte centrale di Valles Marineris è piena d’acqua, molta di più di quanto ci aspettassimo. È molto simile alle regioni con il permafrost presenti sulla Terra, nelle quali il ghiaccio si conserva in modo permanente sotto il suolo asciutto per via delle temperature costantemente basse», ha scritto in un comunicato stampa. Se l’idrogeno rilevato è effettivamente legato insieme all’ossigeno per formare molecole di H2O, allora «fino al 40% del materiale vicino alla superficie in questa regione sembra essere acqua», ha affermato il collega  Igor Mitrofanov. Il FREND consente all’orbiter di individuare i neutroni emessi sulla superficie marziana o appena al di sotto di essa. Essi si formano quando le particelle dei raggi cosmici colpiscono il suolo: le superfici più secche rilasciano più neutroni di quelle umide e questo permette di calcolare la quantità di acqua presente.

VALLES MARINERIS, IL CANYON PIÙ LUNGO E PROFONDO DEL SISTEMA SOLARE

VALLES MARINERIS, IL CANYON PIÙ LUNGO E PROFONDO DEL SISTEMA SOLARE

Con questo stesso metodo, già in passato gli scienziati erano stati in grado di rilevare qualche traccia di acqua sulla superficie marziana all’altezza dell’ equatore. Ma ora il Trace Gas Orbiter può penetrare più in profondità  e così aumentata anche la nostra capacità di trovare riserve d’acqua sul Pianeta Rosso. «Con la sonda, possiamo guardare fino a un metro sotto questo strato polveroso e vedere cosa sta realmente accadendo sotto la superficie di Marte e, soprattutto, individuare “oasi” ricche di acqua che non potevano essere rilevate con gli strumenti precedenti», ha detto Mitrofanov. Saranno però necessarie ulteriori osservazioni prima di poter dire se si tratti di ghiaccio o di molecole di acqua legate ai minerali nel suolo. Ma i ricercatori russi sono ottimisti: dato che gran parte del materiale vicino alla superficie nella regione sembra essere acqua, l’ipotesi del ghiaccio al momento appare la più probabile.

LA SONDA EXOMARS/TGO DELL'ENTE SPAZIALE EUROPEO

LA SONDA EXOMARS/TGO DELL’ENTE SPAZIALE EUROPEO

Se davvero qua sotto c’è un grande serbatoio d’acqua, in futuro potrebbe atterrare in questa zona un rover proprio per sondare il terreno e verificare l’eventuale presenza di forme di vita- passate o persino presenti. Perché dove c’è acqua possono svilupparsi forme biologiche. «Sapere di più su come e dove esiste l’acqua nell’attuale Marte è essenziale per capire cosa è successo all’acqua un tempo abbondante di Marte e aiuta la nostra ricerca di ambienti abitabili, di possibili segni di vita passata e di materiali organici risalenti ai primi giorni di Marte», ha confermato Colin Wilson, tra i responsabili del progetto ExoMars.

Sempre in questi giorni, tuttavia, un’altra notizia ha portato il Pianeta Rosso all’attenzione dei ricercatori. Durante l’annuale convegno dell’American Geophysical Union è stata annunciata la nuova scoperta di molecole organiche. Merito di Perseverance, il rover della NASA che sta perlustrando il cratere Jazero. Il robottino ha già trivellato il letto roccioso di quello che una volta doveva essere un vasto lago di origine vulcanica e ha riempito 6 provette con i campioni prelevati dal terreno. Nel frattempo, ha anche analizzato una roccia chiamata Brac, individuando al suo interno una percentuale insolitamente elevata di cristalli di olivina, che potrebbero essersi formati per il raffreddamento del magma.

IL ROVER DELLA NASA PERSEVERANCE ESPLORA IL CRATERE JAZERO

IL ROVER DELLA NASA PERSEVERANCE ESPLORA IL CRATERE JAZERO

«La roccia è stata poi alterata dall’acqua diverse volte, diventando un vero tesoro che permetterà agli scienziati del futuro di datare gli eventi di Jezero, capire meglio il periodo in cui l’acqua era più diffusa sulla sua superficie e rivelare la storia primordiale del pianeta», ha spiegato Ken Farley del California Institute of Technology. Grazie poi a un’altra strumentazione chiamata SHERLOC, Perseverance ha scoperto anche la presenza di molecole contenenti carbonio, non solo nelle rocce scavate col braccio robotico, ma anche nella polvere sulla roccia non abrasa. Non è ancora una conferma della presenza di forme di vita, perché le molecole organiche possono formarsi anche per effetto di meccanismi non biologici, ma tra gli astrobiologi cresce la speranza di trovare indizi sempre più convincenti da questo punto di vista. Per averne la certezza, bisognerà attendere che i campioni vengano analizzati sulla Terra. E non avverrà prima del 2027.

ELON MUSK SOGNA DI COSTREUIRE UNA CITTA1 SU MARTE IN TEMPI BREVI

ELON MUSK SOGNA DI COSTRUIRE UNA CITTA SU MARTE IN TEMPI BREVI

Marte, insomma, nuova terra promessa. Ma sarà Elon Musk il primo a farne la nostra nuova casa e a battere sul tempo la NASA? L’imprenditore miliardario di origine sudafricana- fondatore di Tesla, Neuralink e SpaceX- nominato Uomo dell’Anno da Time Magazine- ha infatti previsto di mandare un equipaggio umano sul Pianeta Rosso in tempi brevi. «Sarei sorpreso se non atterreremo su Marte entro 5 anni», ha detto. Non sarà una toccata e fuga: Musk ha in mente di costruire quassù una città autosufficiente, con fattorie idroponiche a energia solare, abitate da coloni umani e con diversi tipi animali. Una sorta di nuova Arca di Noè a 225 milioni di chilometri dalla Terra. Un’utopia? Per ora parrebbe di sì. La maggior parte degli scienziati ritiene che non sarà possibile mandare astronauti su Marte almeno fino al 2029 e che comunque sarà un’impresa molto difficile riuscire a costruire un insediamento stabile da queste parti. Chissà…

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