Con le autostrade celesti viaggeremo più veloci

Immaginate una corsia preferenziale sulla quale viaggiare veloci, molto veloci. Immaginate un’autostrada che accorcia i tempi di percorrenza, permettendo di arrivare a destinazione prima, molto prima. Ora, immaginate che queste corsie e queste autostrade non siano strisce di asfalto costruite per le nostre vetture, ma strutture invisibili prodotte delle forze gravitazionali dei pianeti e utilizzabili in un futuro anche dalle astronavi.  Ecco spiegata, semplificando al massimo,  la scoperta di un gruppo di ricercatori convinti di aver individuato una serie di percorsi presente nel sistema solare che consentirà ai nostri veicoli spaziali viaggi molto più rapidi.

UN'IMMAGINE ARTISTICA PER RAPPRESENTARE QUESTE STRUTTURE INVISIBILI

UN’IMMAGINE ARTISTICA PER RAPPRESENTARE QUESTE STRUTTURE INVISIBILI

Questi tragitti sfruttano i cosiddetti “archi del caos” all’interno delle varietà spaziali– un concetto abitualmente usato dagli astrofisici, ma per tutti gli altri decisamente più ostico. In matematica, per varietà si intende  “uno spazio topologico che assomiglia localmente allo spazio euclideo vicino a ciascun punto”.  Le varietà unidimensionali includono linee e cerchi, quelle bidimensionali – chiamate anche superfici-  comprendono il piano, la sfera e il toro, che possono essere tutti incorporati nello spazio reale tridimensionale.  Secondo gli autori di questo studio, intitolato “The Arches of Chaos in the Solar System”, pubblicato sulla rivista scientifica Science Advances, queste varietà si comportano come estremità di canali dinamici che consentono spostamenti veloci dalla parte più interna fino alla parte più esterna  del sistema solare. Una sorta di “superstrade celesti” che potrebbero aiutarci nell’esplorazione dello spazio attorno a noi ma forse anche a raggiungere i confini della galassia.

I COSIDDETTI "ARCHI DI CAOS"

I COSIDDETTI “ARCHI DEL  CAOS”

Secondo gli scienziati- fisici, astronomi e ingegneri aerospaziali- è proprio ricorrendo a questi particolari percorsi che comete e asteroidi impiegano meno di 10 anni per andare da Giove a Nettuno. Grazie a queste rotte,  Natascha Todorovic (Università della Serbia), Di Wu  (Università dell’Arizona) e Aaron Rosengren (Università di San Diego) ipotizzano che in neanche un secolo quegli oggetti spaziali potrebbero coprire 100 unità astronomiche, ossia 100 volte la distanza che separa la Terra dal Sole: insomma, in appena cento anni e non in migliaia, tempo normalmente impiegato da piccoli  corpi rocciosi in movimento per attraversare il Sistema Solare. II team internazionale, con una serie di calcoli complessi, di osservazioni e di simulazioni al computer, ha individuato la struttura dinamica di questi percorsi:  formano una serie di archi collegati gli uni agli altri all’interno delle varietà spaziali che si estendono dalla fascia degli asteroidi fino a Nettuno.

Le strutture ad arco più vistose sono legate a Giove e alle intense forze gravitazionali che il gigante gassoso esercita, spiega un comunicato stampa diffuso dall’Università di San Diego. Tali strutture influenzano la popolazione cometaria gioviana, caratterizzata da un periodo orbitale di 20 anni, ma anche i cosiddetti “centauri”, una classe di planetoidi ghiacciati di dimensioni pari agli asteroidi ma composizione più simile alle comete che ruotano attorno al Sole con orbite comprese tra quelle di Giove e Nettuno. Proprio la presenza di questi tracciati invisibili potrebbe spiegare le apparenti stranezze nel comportamento delle comete e le loro improvvise sparizioni. Quando questi piccoli corpi celesti entrano in tali strutture, la loro velocità aumenta rapidamente: possono entrare in rotta di collisione con Giove oppure prendere delle vie di fuga che li lanciano verso l’esterno del sistema solare e permettono loro di raggiungere Nettuno in una decade.

QUESTE AUTOSTRADE CELESTI SONO PIÙ EVIDENTI ATTORNO A GIOVE

QUESTE AUTOSTRADE CELESTI SONO PIÙ INTENSE ATTORNO A GIOVE

«Tutti i pianeti generano simili varietà che permeano il sistema solare, consentendo un trasporto rapido attraverso delle vere autostrade del cielo», si legge nell’abstract dell’articolo. Questa scoperta dovrebbe permetterci di comprendere meglio le traiettorie di comete e asteroidi, ma c’è un  obiettivo più ambizioso: poter un giorno sfruttare queste corsie preferenziali per l’esplorazione spaziale, abbattendo i tempi di percorrenza delle future astronavi in viaggio verso i confini del sistema solare e oltre.  Aver individuato la presenza di queste strutture è un risultato  incoraggiante, tuttavia prima di scaldare i motori e  progettare missioni verso Urano o Nettuno servono più dati e studi più approfonditi. Ancora non è chiaro come agiscano le varietà  vicino alla Terra e ancora bisogna capire come fare per utilizzare a nostro vantaggio questi archi.  Un passo alla volta…

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