Per la NASA terraformare Marte è possibile

Dopo oltre quarant’anni trascorsi alla NASA, Jim Green se n’è appena andato in pensione. Il fisico ha studiato il campo terrestre, il sistema solare esterno, la possibilità di trovare la vita su Marte; da direttore del dipartimento di Scienze Planetarie e come scienziato capo, ha supervisionato tutte le missioni promosse dall’ente spaziale americano degli ultimi 12 anni e ha contribuito a più di cento ricerche scientifiche. Ma ora il suo obiettivo dichiarato è trovare un “piano b” per l’Umanità, creando un ambiente per noi abitabile su un altro pianeta attraverso il processo di terraforming– la terraformazione- che contempla una trasformazione radicale di un mondo alieno per renderlo adatto alla vita umana.

IL DOTTOR JIM GREEN, EX SCIENZIATO CAPO DELLA NASA

IL DOTTOR JIM GREEN, EX SCIENZIATO CAPO DELLA NASA

Ne ha parlato in un’ intervista al New York Times, nella quale ha affrontato altri temi caldi per gli astrobiologi- come la ricerca della vita extraterrestre e la missione su Europa, una delle lune di Giove che più attraggono gli studiosi per la presenza di vapore acqueo nella sua atmosfera emesso da enormi geyser e di grandi distese di acqua intrappolate sotto la sua crosta ghiacciata. Particolarità che saranno presto studiate dalla sonda Clipper. «Quegli sbuffi di vapore hanno reso possibile la missione. Ero al meeting dell’American Geophysical Union nel 2013. Alcuni scienziati stavano per parlare della scoperta di un pennacchio ad opera di Hubble. “Mio Dio, è fantastico”, dissi io e decisi di fare una conferenza stampa. Chiamai il quartier generale della  NASA e la organizzarono», ha raccontato. Subito dopo, l’ente spaziale ha deciso che era necessario dare un’occhiata da vicino con una missione interplanetaria, che partirà nell’ottobre del 2024.

EUROPA, LA LUNA GHIACCIATA DI GIOVE

EUROPA, LA LUNA GHIACCIATA DI GIOVE

Ma come dicevamo, l’attenzione di Green si è focalizzata sulla possibilità di modificare lo status attuale di altri pianeti del sistema solare per renderli, in un futuro non troppo lontano,  una casa alternativa alla Terra e in particolare si è soffermato su Marte e Venere. «Il nostro Sistema solare ha 4 miliardi e mezzo di anni e attualmente la Terra pullula di vita, Ma se tornassimo indietro di un miliardo di anni, scopriremmo che anche Venere era un pianeta blu (ossia ricco d’acqua); aveva un oceano importante, potrebbe anche aver ospitato la vita, e in abbondanza. Se tornassimo indietro di un miliardo di anni, anche Marte sarebbe un pianeta blu. Sappiamo ora che quando ha perso il suo campo magnetico, l’acqua iniziò a evaporare e Marte divenne fondamentalmente stagnante circa tre miliardi e mezzo di anni fa», ha spiegato.

UN TEMPO MARTE ERA RICCO D'ACQUA

UN TEMPO MARTE ERA RICCO D’ACQUA

Se riuscissimo a ripristinarne il campo magnetico, anche quassù potrebbero ritornare condizioni di abitabilità decisamente più adatte a noi. Ma è davvero fattibile? Assolutamente sì, secondo il neopensionato della NASA: bisognerebbe posizionare uno scudo magnetico gigantesco in orbita, interposto tra il Pianeta Rosso e il Sole, per impedire che le radiazioni solari continuino a strappargli via quella rarefatta atmosfera rimasta. Nello stesso tempo, quello scudo artificiale permetterebbe di intrappolare il calore, facendo alzare la temperatura superficiale. Ma non solo. «La pressione aumenterà e Marte inizierà a terraformarsi», sostiene Jim Green. «Quando la pressione sale, la temperatura sale. Questo è ciò che vogliamo», ha detto entrando poi nei dettagli più squisitamente scientifici.

IL TERRAFORMING PREVEDE DI TRASFORMARE MARTE PER RENDERLO PIÙ SIMILE ALLA TERRA

IL TERRAFORMING PREVEDE DI TRASFORMARE MARTE PER RENDERLO PIÙ SIMILE ALLA TERRA

«Il primo livello di terraformazione è a 60 millibar, un fattore 10 rispetto a dove siamo ora. Questo è chiamato il limite di Armstrong, nel quale il sangue non va in ebollizione quando ci si muove sulla sua superficie. Se non ci fosse bisogno di una tuta spaziale, si potrebbe avere molta più flessibilità e mobilità. La temperatura e la pressione più elevate consentono poi di iniziare il processo di crescita delle piante nei terreni. Ci sono diversi scenari su come fare lo scudo magnetico. Sto cercando di far pubblicare un documento su cui lavoro da circa due anni. Non sarà ben accolto. Alla comunità planetaria non piace l’idea di terraformare qualcosa. Ma in realtà penso che potremmo cambiare anche Venere, con uno scudo fisico che rifletta la luce solare. Creiamo uno scudo e l’intera temperatura inizia a scendere.» Sognare è lecito, specie quando a farlo per primi sono proprio gli scienziati che di solito invitano alla prudenza.

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