Garry Nolan sconfessa l’AARO e la NASA:«Gli ET sono già qui»

C’è chi dice no. Gli Alieni magari esistono, in qualche galassia lontana lontana, ma qui non si sono mai visti. E nessuno degli oggetti o fenomeni non identificati osservati nei nostri cieli può essere attribuito a una civiltà dello spazio, casomai sotto sotto ci può essere lo zampino dei Russi o dei Cinesi. Lo ha dichiarato ad aprile nella sua prima audizione davanti alla sottocommissione dell’Intelligence per le Forze Armate Sean Kirkpatrick, direttore dell’ufficio creato dal Pentagono per studiare gli UAP, ovvero l’All-domain Anomaly Resolution Office. «L’AARO non ha finora trovato alcuna prova credibile di attività extraterrestre, di tecnologia fuori dal mondo o di oggetti che sfidano le leggi conosciute della fisica», ha detto in quella circostanza. E lo ha ripetuto anche davanti al gruppo di studio indipendente della NASA istituito lo scorso ottobre.

IL DIRETTORE DELL'AARO, il fisico SEAN KIRKPATRICK

IL DIRETTORE DELL’AARO, IL FISICO SEAN KIRKPATRICK

Il 31 maggio 2023, i suoi componenti hanno incontrato la stampa per anticipare i risultati della loro ricerca che verranno ufficialmente presentati in un report previsto a luglio. Per la NASA, sono da considerarsi UAP tutti gli oggetti osservati in cielo che non possono essere spiegati come velivoli convenzionali o come fenomeni naturali. E di avvistamenti del genere, segnalati da piloti militari o civili, ormai se ne annoverano a centinaia. Ma- hanno ribadito tutti coloro che hanno preso la parola, incluso lo stesso Kirkpatrick- nonostante la casistica sempre più corposa,  mancano i dati e non si possono trarre conclusioni. Lo ha detto anche David Spergel, astrofisico e presidente del gruppo di indagine, aprendo la conferenza stampa. La raccolta delle informazioni sugli UAP è stata finora non sistematica e frammentata attraverso le diverse agenzie, ha lamentato. Inoltre, sono stati usati strumenti non adatti all’indagine scientifica.

LA CONFEERENZA STAMPA DEL GRUPPO DI STUDIO DELLA NASA

LA CONFERENZA STAMPA DEL GRUPPO DI STUDIO DELLA NASA

«Per capire meglio il fenomeno, sono necessari una raccolta dei dati focalizzata e una robusta analisi.Un simile approccio aiuterà a discernere gli avvistamenti di UAP non spiegati, ma non darà garanzia che tutti i casi segnalati avranno spiegazione». Da questo primo e unico incontro pubblico è emerso un elemento degno di nota: Kirkpatrick ha affermato che le segnalazioni di oggetti misteriosi osservati da personale militare sono adesso 800 (erano 650 soltanto un mese fa), ma ha anche specificato che di essi solo una minima parte (circa il 5 %) risulta effettivamente inspiegabile. Il 5% di 800 è 40. Nei cieli americani, quindi, per 40 volte negli ultimi anni ha volato indisturbato qualcosa di assolutamente incomprensibile e ignoto. La percentuale, tra l’altro, è in linea con quanto sempre affermato dagli ufologi: anche per loro, il 95%  delle segnalazioni è spiegabile. Il problema è quel 5% di cui nessuno riesce a capirci molto.

UNO DEGLI UAP SENZA SPIEGAZIONE PER L'AARO

UNO DEGLI UAP SENZA SPIEGAZIONE PER L’AARO

 

Date queste premesse, lo studio degli esperti della NASA difficilmente riserverà sorprese. Le ha riservate, invece,  l’intervista a un rinomato e stimato docente universitario che davanti al folto pubblico di un evento importante ha osato dire che non solo gli ET esistono, ma che sono già qui, in mezzo a noi, e senza alcun dubbio. L’affermazione a dir poco sorprendente è uscita dalla bocca di Garry Nolan. Non proprio un Signor Nessuno, nel mondo accademico statunitense: insegna Patologia alla Scuola di Medicina dell’Università di Stanford, in California, ha pubblicato più di 300 articoli su riviste scientifiche e ha depositato oltre 40 brevetti. Il suo nome è piuttosto noto tra gli appassionati di misteri: è stato lui a compiere l‘analisi genetica sul cosiddetto “Essere di Atacama”, una minuscola mummia rinvenuta nel deserto cileno, stabilendo che si trattava di un feto umano con rarissime malformazioni.

LA MUMMIA DI ATACAMA AI RAGGI X

LA MUMMIA DI ATACAMA AI RAGGI X

Più di recente, ha rivelato di essere stato incaricato dai servizi segreti americani di studiare i danni cerebrali riscontrati in alcuni militari in seguito a incontri ravvicinati del III tipo e di analizzare frammenti recuperati dai siti di presunti incidenti UFO. Ecco chi è, in estrema sintesi, il dottor Nolan. A metà maggio, mentre era ospite della conferenza organizzata da SALT iConnection a New York dal titolo “Il Pentagono, l’intelligenza extraterrestre e gli Ufo precipitati”, il professore ha parlato a ruota libera, senza reticenze, rispondendo a tutte le domande del padrone di casa Alex Klokus, tra i fondatori di SALT, forum globale sulla leadership di pensiero che comprende finanza, tecnologia e politica. «Credi che un’intelligenza aliena abbia già visitato la Terra?», gli ha chiesto Klokus. «Credo che si possa fare un passo in avanti: non ci ha semplicemente visitato, ma è stata qui per un lungo tempo ed è ancora qui», la replica di Nolan.

IL DOTTOR NOLAN INTERVISTATO A NEW YORK

IL DOTTOR NOLAN INTERVISTATO A NEW YORK

Una frase che ha stupito la platea e l’intervistatore. «È difficile da credere, quante probabilità ci sono che sia così?». «Il 100 per cento», la risposta. Il patologo ha poi argomentato la sua convinzione facendo riferimento alle iniziative del Congresso che hanno indotto il Pentagono a creare quell’organismo ad hoc per indagare sui tanti velivoli di natura e provenienza sconosciuta avvistati dal personale militare. Ha infatti aggiunto: «Questa non è soltanto la mia opinione…La Legge di bilancio per la Difesa dell’anno scorso, firmata da Biden a dicembre, in  30 pagine ha stabilito la creazione di un ufficio per i fenomeni aerei non identificati». Nell’AARO, ha poi spiegato, lavorano 25 addetti il cui compito consiste nel raccogliere le informazioni in tutto il Dipartimento della Difesa e nelle agenzie di intelligence, organizzarle in un format uniforme per la prima volta e fornirle poi al Congresso.

PRESENTATO AL CONGRESSDO USA IL NUOVO REPORT SUGLI UAP

IL CONGRESSO USA PRETENDE INFORMAZIONI SUGLI UAP

«Dodici senatori degli Stati Uniti hanno sottoscritto un documento che fondamentalmente dice: vogliamo avere i dati», ha aggiunto Garry Nolan. Non solo, la norma prevede anche una sorta di amnistia per tutti coloro che infrangeranno i vincoli di segretezza firmati in passato per rivelare quello che hanno visto o saputo riguardo gli UFO.«È stato creato un programma specifico per gli informatori,   rivolto a coloro che- sto per dirlo-hanno lavorato sulla retro ingegneria di oggetti volanti, in modo che possano farsi avanti e infrangere i loro giuramenti, per poter parlare al Congresso e rivelare informazioni in sedute coperte da segreto». Quindi, persone che avrebbero  direttamente studiato quegli oggetti misteriosi per carpirne i segreti e sfruttarne la tecnologia.

UNO DEGLI UAP RIPRESI DAI PILOTI MILITARI USA

UNO DEGLI UAP RIPRESI DAI PILOTI MILITARI USA

E a quanto pare, le prime gole profonde si sarebbero già presentate, visto che “il caso più recente risale giusto allo scorso weekend e ha sollevato un vero vespaio a Washington”. Sembra di capire che la rivelazione sia stata particolarmente impressionate e che  sia stata anche l’ultima di una lunga serie. Ma quali prove ha, Garry Nolan, per dire quello che dice? «Semplice, basta osservare quello che il governo sta facendo in proposito proprio ora. Osserva il numero di politici di entrambi gli schieramenti che si sono riuniti e hanno firmato questa dichiarazione. E su cosa si basano le loro opinioni? Si basano su decine di persone che in un modo o nell’altro si sono fatte avanti e hanno parlato con loro in contesti riservati».

SONO 800 GLI AVVISTAMENTI RACCOLTI DALL'AARO

SONO 800 GLI AVVISTAMENTI RACCOLTI DALL’AARO

In questa intervista il medico non ha lasciato nulla nel vago e ha aggiunto: «Sinceramente, ho avuto esperienze personali con individui che so aver lavorato o lavorare tuttora sui programmi di retro ingegneria. Per essere chiari, su velivoli abbattuti. Ora la prima domanda che la gente si farà è: “Be’, ma se sono così dannatamente avanzati, perché precipitano?” Perché quello che precipita non è qualcosa di vivente. Uso spesso questo esempio: se vuoi studiare una tribù di cannibali dell’Amazzonia, ci vai di persona e ti palesi in mezzo alla tribù sperando di non diventare la loro cena? Se sei un’intelligenza evoluta non metterai a rischio la tua vita e un tuo arto andando là in mezzo».

SECONDO GARRY NOLAN, GLI UAP SONO FORME DI INTELLIGENZA ARTIFICIALE

SECONDO GARRY NOLAN, GLI UAP SONO FORME DI INTELLIGENZA ARTIFICIALE

Quelli che vediamo solcare i nostri cieli, a suo avviso, sarebbero per lo più droni o un qualche tipo di AI– ovvero di intelligenza artificiale. «Abbiamo già a che fare con un’intelligenza aliena nelle nostre email- ChatGPT eccetera- e non sappiamo cosa stia facendo. Figuriamoci se loro fossero un milione di anni avanti a noi: come potresti mai dialogare con qualcosa del genere?», ha dichiarato. Nolan ha poi accennato anche al suo compito delicato, l’analisi del materiale che si ritiene proveniente da oggetti volanti non identificati recuperati sulla Terra. «Cosa speri di scoprire?», gli ha domandato Klokus. «Un granello di silicio negli anni Cinquanta o Sessanta ha cambiato la nostra cultura, il nostro mondo, la nostra comprensione», ha detto. Insomma, un nuovo elemento chimico o una nuova lega proveniente da quei rottami  potrebbe portare a una rivoluzione tecnologica.

IL PROFESSOR NOLAN HA ANALIZZATO FRAMMENTI DI MATEIRALE SCONOSCIUTO

IL PROFESSOR NOLAN HA ANALIZZATO FRAMMENTI DI MATERIALE SCONOSCIUTO

Ancora una volta, Garry Nolan si è detto sicuro al 100 per cento che il governo americano possieda frammenti di materiale sconosciuto: «Stavo lavorando con un gruppo di persone circa sette o otto anni fa e ho avuto letteralmente poche settimane a disposizione dopo aver ottenuto l’accesso a uno dei campioni. E quando coloro che non volevano che ne avessimo accesso lo hanno scoperto, hanno escogitato alcuni trucchi amministrativi e burocratici e ce l’hanno portato via». Alludendo poi al celebre incidente della USS Nimitz del 2004 al largo della costa di San Diego durante l’incontro con il famigerato Tic Tac, il professore ha sottolineato che più sensori simultanei hanno visto oggetti volanti passare da 15 metri sopra l’acqua fino a 26mila metri per poi tornare indietro in meno di un secondo.

UNA RESA ARTISTICA DEL FAMIGERATO TIC TAC

UNA RESA ARTISTICA DEL FAMIGERATO TIC TAC

«Fanno cose che non possiamo fare. Sappiamo che neppure i Russi e i Cinesi non lo stanno facendo… qual è la fisica che lo permette?». Il dottor Nolan ha detto di conoscere alcuni studiosi che lavorano all’interno di gruppi di ricerca della Difesa: gli avrebbero rivelato che bisognerebbe modificare la legge della Relatività Generale per poter spiegare quel tipo di prestazioni. «Ma allora quanta energia è necessaria per farlo? Ben più dell’intera produzione nucleare quotidiana del pianeta», ha specificato. «Chi potrebbe farlo? Noi no. Ce la faremo tra mille anni? Ma se avessimo un frammento di tutto questo, anche se fosse mille rivoluzioni davanti a noi, un milione di rivoluzioni davanti a noi, quel minuscolo pezzo di conoscenza potrebbe cambiare radicalmente ciò che stiamo facendo.»

Luca Scantamburlo:«Taurus e RedSun, i retroscena delle missioni spaziali “impossibili”»

Marte, la nuova frontiera dell’esplorazione spaziale, l’oggetto dei desideri di Space X e della NASA, la meta da conquistare nei prossimi decenni… Oppure no? Oppure anche lassù ci siamo già stati, e pure varie volte, all’insaputa di tutti, in missioni tenute segrete che più segrete non si può? Lo dicono le fonti anonime che negli anni si sono relazionate con il ricercatore italiano Luca Scantamburlo. Ma prima di capire quali sono le possibilità storiche, tecniche e scientifiche che un’impresa del genere sia davvero avvenuta, urge un riassunto delle puntate precedenti per scoprire cosa sarebbe successo all’interno di quel progetto centrato sul Pianeta Rosso denominato RedSun (LINK).

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Con Luca Scantamburlo la storia parallela dell’esplorazione spaziale e i documenti FOIA inediti

C’è una storia parallela, che nei libri non è mai entrata e che solitamente viene definita “complottista”. Ogni volta che qualcuno mette in dubbio tempi, modi e protagonisti dell’epopea che ci ha permesso di sbarcare sulla Luna appena due decenni dopo la fine della Seconda Guerra Mondiale, be’, inevitabilmente l’ardimentoso viene tacciato di ignoranza e di fare uso esagerato della sua immaginazione. Ma cosa accadrebbe se spuntassero documenti ufficiali in grado di dimostrare che in effetti  le cose non sono andate come è sempre stato raccontato e che le fantasie di alcuni ricercatori sono fatti reali?

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Luca Scantamburlo:«Ecco quello che ho scoperto sulle missioni segrete della NASA»

C’è chi pensa che sulla Luna non ci siamo mai stati veramente e chi ritiene invece più plausibile un’altra possibilità: ci siamo stati, ma non nei tempi e nei modi che conosciamo. La recente storia della conquista dello spazio sarebbe piena di lacune, censure e falsità, almeno stando alle affermazioni di informatori anonimi che nel corso degli anni hanno fatto rivelazioni sconcertanti citando programmi segreti. Pura disinformazione o realtà abilmente occultata? Uno dei ricercatori più attivi nel cercare di dare risposta a questo interrogativo è sicuramente Luca Scantamburlo, depositario delle confidenze di alcune “gole profonde” che gli avrebbero svelato l’esistenza di missioni ufficialmente mai avvenute. Non solo quelle dirette sulla Luna, ma persino su Marte…

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Ci sono oceani anche su quattro lune di Urano

 La ricerca ormai spasmodica della vita extraterrestre nello spazio ci porta dritti dritti verso Urano, il pianeta più esterno del Sistema Solare. Un mondo gigante: potrebbe contenere 64 Terre al suo interno. È composto principalmente da roccia e ghiaccio e impiega circa 84 dei nostri anni per compiere un’orbita attorno al Sole. Lontano dalla luce solare e freddo, freddissimo. Insomma, non sembra proprio il luogo ideale per gli astrobiologi. Ma una revisione dei dati raccolti nel 1986 dalla sonda Voyager 2  che lo ha sorvolato e di altre rilevazioni scientifiche ha rivelato una sorpresa inaspettata. Delle ben 27 lune di Urano- tutte chiamate con i nomi di alcuni dei personaggi delle opere di Shakespeare e di Pope-ce ne sono quattro che hanno destato l’interesse dei ricercatori.

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Elon Musk:«Sarò il primo a trovare gli Alieni»

L’ultima impresa non è stata propriamente un successo: il suo mega razzo ha interrotto la corsa con un’esplosione nell’atmosfera pochi minuti dopo il lancio. Ma un piccolo inciampo non ferma certo il cammino di Elon Musk, il supermilionario più creativo e visionario al mondo. Il fallimento del primo test in volo di Starship viene comunque considerato un passo in avanti verso nuovi orizzonti della conquista spaziale. Perchè SpaceX non solo vuole accompagnare un nuovo equipaggio sulla Luna a 50 anni di distanza, ma sogna anche di portare il primo uomo su Marte. Ma uno come lui, che di voli spaziali ne sa qualcosa, cosa pensa della vita aliena?

È una delle domande che gli ha rivolto Tucker Carlson in una delle sue ultime interviste per Fox News: infatti il celebre conduttore del programma di prima serata, per l’appunto il “Tucker Carlson Tonight”, è stato appena licenziato…In ogni caso, rispondendo al giornalista,  Musk ha risposto: «Un sacco di gente mi domanda: “Dove sono gli Alieni?”. E penso che se qualcuno ne deve sapere qualcosa degli Alieni sulla Terra, be’, probabilmente quello dovrei essere io. Sì, ho familiarità- come sapete- con quel che riguarda lo spazio, ma non ho mai visto prove di Alieni. Mi auguro di trovarle ovviamente e farei immediatamente un tweet. Sarebbe probabilmente il tweet-top di tutti i tempi, tipo “ehi ragazzi, ne abbiamo trovato uno!”, roba da 8 miliardi di like»,  ha scherzato.

Ma oltre ad affermare di non aver mai trovato elementi o indizi che gli abbiano fatto pensare all’esistenza di intelligenze extraterrestri, si è detto certo che neppure altrove, come ad esempio ai piani alti del Pentagono, ne sappiano di più. A convincerlo, quanto detto negli Anni Sessanta da un generale: se un giorno avessero trovato conferma della presenza di altre creature, lo avrebbero reso pubblico per ottenere subito i fondi necessari per affrontare la minaccia. «Una questione sulla quale non ci sarebbero discussioni. Se tirassimo fuori gli Alieni e dicessimo: “Ci serve denaro per proteggerci da questi tipi”, ci risponderebbero: “Quanti soldi vuoi? Eccoli, sembrano pericolosi”. Insomma, sarebbe il modo più veloce per far aumentare il budget della Difesa», il suo ragionamento.

Anche se, a ben vedere, è esattamente quello che sta avvenendo, con le ultime leggi di bilancio votate dal Congresso che hanno previsto una spesa extra proprio per indagare sugli oggetti misteriosi ancora tutti da identificare segnalati in continuazione dal personale militare americano. Il guru dell’hi-tech spera comunque che da qualche parte, nel cosmo, le entità aliene esistano e soprattutto che siano pacifiche, magari proprio come l’ET di Spielberg e Rambaldi. Un’idea che la scienza, però, non condivide. Anzi, se mai un giorno dovessimo incontrare un essere proveniente da altri mondi, è molto più probabile che assomigli a Terminator piuttosto che al tenero ET. Il perché è presto detto: le creature biologiche non potrebbero vivere abbastanza per affrontare i viaggi interstellari, lunghi e pericolosi. Molto meglio utilizzare i robot e l’intelligenza artificiale (AI la sigla in inglese).

Certo,  se così fosse, allora- suggeriscono alcuni ricercatori di punta nella comunità scientifica- stiamo sbagliando completamente target: anziché cercare gli esopianeti nelle fasce di abitabilità delle loro stelle, dovremmo cercare quelli più ricchi di materiali adatti alla costruzione di macchine evolute, come ad esempio il silicio. In un articolo pubblicato sulla rivista online Big Think, l’ex astrobiologo della NASA Dirk Schulze-Makuch ha infatti spiegato: «Come tutte le nuove tecnologie, l’Intelligenza Artificiale ha vantaggi e svantaggi. Ma per l’esplorazione spaziale- intendendo quella al di là dell’immediato vicinato cosmico- è probabilmente essenziale. In effetti, un programma spaziale avanzato senza AI è difficile da concepire. E ciò non vale solo per noi, ma per chiunque là fuori intenda visitarci».

Aggiungendo poi: «Anche se la maggior parte dei film rappresentano gli Alieni come creature biologiche in arrivo sulla Terra, è assai improbabile che ciò accada. I viaggi interstellari impiegherebbe davvero un tempo lungo, così lungo che sarebbe proprio senza senso inviare corpi organici fragili e dalla vita limitata». Considerando inevitabile la crescita della AI in ogni aspetto dell’esistenza umana, il dottor Schulze-Makuch la ritiene altrettanto indispensabile per qualsiasi altra civiltà dello spazio evoluta. E se poi essa fosse tecnologicamente molto più avanti della nostra, avrebbe raggiunto delle potenzialità per noi inimmaginabili.  «Ecco perché mi aspetto che l’universo sia popolato più da AI che da omini verdi dei film Anni Cinquanta», chiosa.

Per restare in tema cinematografico, anche Seth Shostak– astronomo senior del progetto SETI- non crede che uno scenario alla Star Trek sia probabile. Cosi come non crede che eventuali creature di altre galassie possano avere qualcosa in comune con noi, come riporta il Daily Mail. «Tutti gli esseri della Terra condividono il DNA e hanno somiglianze molecolari. Ciò non di meno, solo pochi di essi ci assomigliano. Neanche gli extraterrestri lo farebbero. È assai improbabile che qualsiasi alieno che giunga sulla Terra sia  una forma di vita basata sul carbonio, con o senza peli. Le loro capacità cognitive probabilmente non saranno alimentate da una massa spugnosa di cellule che noi chiamiamo cervello. Saranno andati oltre l’intelligenza biologica, anzi, proprio oltre la stessa biologia».

Riflessioni importanti di importanti ricercatori, ma che si prestano a un’ovvia obiezione: si basano su una visione eccessivamente antropocentrica, ponendo l’Uomo come metro di misura e pietra di paragone per l’Universo intero. Se la nostra tecnologia ci impedisce  anche solo di immaginare viaggi interstellari o addirittura intergalattici, perché non accettare l’idea che altre civiltà possano aver invece raggiunto un livello tale che consenta loro di compiere queste traversate cosmiche? O ancora: perché non contemplare la possibilità che le abbiano compiute in un remoto passato e che siano già qui, nel nostro sistema solare se non addirittura sul nostro pianeta, da innumerevoli anni? Oppure, perché non pensare che il loro manifestarsi non sia legato ad astronavi a propulsione più o meno sofisticate, come faremmo noi, ma piuttosto a viaggi nel tempo o da diverse dimensioni? Per quello che sappiamo- praticamente nulla- di materia oscura, energia oscura, buchi neri, worm hole e così via, potrebbe essere possibile tutto e il contrario di tutto.